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Interviste

Wimbledon interviste, Raonic: “McEnroe vuole migliorare il mio atteggiamento in campo”

Wimbledon interviste, quarti di finale: M. Raonic b. S. Querrey 6‑4 7‑5 5‑7 6‑4. L'intervista del dopo partita a Milos Raonic

Last updated: 07/07/2016 1:28
By Raoul Ruberti Published 06/07/2016
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5 Min Read
Milos Raonic e John McEnroe - Queen's 2016 (Alberto Pezzali © All Rights Reserved)

Quanto ti senti più vicino a poter vincere uno Slam, da quando due anni fa perdesti in semifinale a Wimbledon contro Federer?
Decisamente più vicino, mentalmente e fisicamente. Sotto ogni aspetto, sono migliorato. So cosa devo fare in campo, so come cambiare le situazioni per giocarmela alle mie condizioni. So cosa voglio, so come ottenerlo. E quando le cose non vanno, so cosa devo cambiare. In generale sono molto più consapevole.

John McEnroe stava commentando il match di Roger Federer in televisione, invece di essere nel tuo box.
Sì, lo sapevamo dall’inizio. Ha anche commentato uno dei miei incontri. Per tutti gli altri incontri, è riuscito ad esserci. Ma doveva commentare e oggi non ha potuto. Me lo aspettavo.

Cosa hai imparato dall’esperienza di McEnroe a Wimbledon? Cosa ha portato al tuo gioco?
Non abbiamo parlato di quell’esperienza in particolare. Appena abbiamo avuto una settimana per allenarci, per prima cosa ci siamo concentrati su come non perdere neppure una opportunità di avanzare, su come mettere sempre pressione sui miei avversari, costringerli a domandarsi che colpo avrei giocato, metterli in una posizione scomoda, farli giocare sbilanciati. Poi, quando abbiamo giocato al Queen’s, ci siamo ovviamente spostati sul mettere in atto tutte queste cose, e anche sull’atteggiamento da tenere in campo nel corso dell’incontro, avere una presenza più imponente.

Durante la telecronaca, il tuo stile di gioco era stato descritto come “pim, pum, bang”. Sei stato paragonato a Pete Sampras. Come descriveresti tu il tuo gioco? Vedi una analogia con quello che fu di Sampras?
Non ho mai sentito una espressione del genere. Per quanto riguarda Pete, mi sono sempre ispirato a lui, ha fatto moltissimo. Sto cercando di implementare le cose in modi diversi, come fece lui. È stato probabilmente… no, non probabilmente, sicuramente il migliore a “sbilanciare” l’avversario. Contro di lui giocavi un set, poche palle, e poi in un momento importante ne giocava un paio di critiche. Finiva 6-4 ma non avevi la sensazione di essere neppure stato in quel set. Era bravo in questo, ed è ciò che voglio riuscire a fare.

Quasi tutti i tuoi incontri si giocano per la maggior parte sulla tua racchetta. Pensi che sia così anche contro Roger?
Lui può venir fuori con cose incredibili. Ovviamente la strategia è portare il match sulla mia racchetta, togliergli ritmo e tempo. Questo è ciò che cercherò di fare dopodomani.

Quando sei giovane e hai un gran servizio, sei tentato dal non pensare oltre. Ora hai dovuto iniziare a pensare anche al resto dei punti?
Decisamente sì. Ci sono grandi risponditori nel circuito. Il servizio può aiutarti a vincere un paio di game, ma alla lunga devi supportarlo con altro. Penso di essere il migliore tra i battitori a supportare il mio servizio. È necessario giocarla ai tuoi termini, dall’inizio o dentro il match: il solo servizio non basta.

Si parla molto di come McEnroe abbia migliorato il tuo gioco. La prima volta che vi siete parlati per davvero, avete iniziato dall’ABC o a come sviluppare ciò che c’era già?
Credo che la prima volta che ci siamo parlati per davvero, stavamo per entrare in campo. Lui tornava dalla finale di Parigi. La mattina ci siamo allenati, abbiamo parlato durante l’allenamento. Quindi abbiamo subito pensato a come migliorare le cose. La prima volta ci eravamo parlati per telefono, per organizzarci, è stata una discussione molto onesta su cosa lui credeva che io dovessi fare, e cosa io volevo dal nostro rapporto. Ovviamente essere più efficace nell’avanzamento era una parte fondamentale per me. Una fondamentale per lui era il mio atteggiamento in campo, la mia presenza. Qualcosa che io probabilmente non avrei messo tra le priorità.


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TAGGED:milos raonicWimbledon 2016 interviste
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