Wimbledon Junior: viaggio attraverso le semifinali

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Wimbledon Junior: viaggio attraverso le semifinali

Una giornata passata cercando di destreggiarsi tra gli orari dei diversi campi per seguire le possibili future stelle: da Stefanos Tsitsipas a Denis Shapovalov, da Anastasia Potapova a Olesya Pervushina

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Seguire le partite degli junior a Wimbledon è meno semplice di quanto si immaginerebbe. Il torneo si svolge nella seconda settimana, senza giorni extra per recuperare eventuali ritardi; questo implica scelte obbligate da parte degli organizzatori, per rendere la competizione più regolare possibile. Alla base della programmazione c’è la consapevolezza che il clima di Londra è estremamente mutevole nel corso della stessa giornata. Per evitare squilibri e favoritismi, l’unico antidoto è l‘assoluta contemporaneità, e così i giocatori sono programmati agli stessi orari su diversi campi, per cui le loro partite si sovrappongono in modo sistematico. Per chi vuole conoscere più di una giovane promessa le cose sono quindi piuttosto complicate.

Il giorno delle semifinali provo a seguire tutti e quattro i match previsti (due maschili e due femminili). Decido di seguirli dal campo. Questo implicherà non poterli vedere per intero, ma credo non avrebbe senso non approfittare del fatto di essere sul posto per cercare di ricavare qualche informazione in più osservando i match dal vivo. Inutile dire che non ho nessuna pretesa di definire la qualità dei giocatori, e nemmeno di esprimere valutazioni compiute. So che potrò solo avere una prima impressione relativa alla singola partita: assolutamente niente di più.

Ore 11.00, Campo 18: Alex De Minaur (AUS) [7] def Ulises Blanch (USA) [2]
6-3, 6-2
Il match si svolge soprattutto da fondo, con rapidi uno-due che rendono difficile individuare le caratteristiche dei protagonisti. La prima cosa che si nota è la differenza di velocità nel servizio. Blanch serve sistematicamente più veloce di circa 10 miglia. Nelle statistiche la sua punta massima sulla prima è 129 miglia orarie, la media 121. Sulla seconda 112 e 101.
De Minaur serve come massimo 118 miglia e come media 110 sulla prima. 106 e 96 sulla seconda.

 

Dopo i primi game di studio (3 pari) De Minaur prende il largo: finirà per vincere 6-3, 6-2. Troppi gli errori gratuiti di Blanch, soprattutto con il dritto. Blanch con il dritto cerca forse di spingere di più (e, come detto, sbaglia anche di più), ma personalmente trovo più fluida l’esecuzione del rovescio, bimane, con il quale riesce a tenere il ritmo anche nelle situazioni difficili, quando per colpire c’è pochissimo tempo a disposizione.
E De Minaur? Anche lui bimane, devo confessare che non sono rimasto colpito da qualcosa in particolare (spero che gli esperti di tennis giovanile perdonino il mio scarso acume). Però, almeno in questo match, sbaglia pochissimo e regala nulla.
Dopo il primo set sono obbligato a spostarmi al campo 12, dove nel frattempo hanno già cominciato a giocare Tsitsipas e Shapovalov: naturalmente sono programmati alla stessa ora.

Ore 11.00, Campo 12: Denis Shapovalov (CAN) [5] def Stefanos Tsitsipas (GRE) [1]
4-6, 7-6(5), 6-2
Dopo aver visto De Minaur contro Blanch la sensazione è quella di passare dal giorno alla notte. Il match tra Tsitsipas e Shapovalov è molto più divertente: tutti e due i giocatori si muovono sulla verticale, cercano la rete con frequenza, facendo anche serve&volley. Nel match precedente le statistiche riportano il dato di zero serve&volley, in questo di 54: Tsitsipas 44, Shapovalov 10 (ma con altri 31 punti a rete da aggiungere).
Entrambi giocano il rovescio a una mano, ma non si può dire che risulti un colpo debole (almeno nel quadro del match), anche se ottengono più punti con il dritto.
In più Shapovalov è mancino e quindi la partita propone anche schemi tipici, a partire dai servizi slice a uscire. Decidere in pochi game quale sia meglio tra i due rovesci “monomani”sarebbe una follia, anche se la sbracciata di Shapovalov mi sembra ancora più fluida e naturale: ma sia chiaro che si tratta di gusti del tutto personali.
In un match con così tante discese a rete, se posso dire che cosa mi è un po’ mancato, forse sono stati i passanti: molto spesso quando l’avversario è a rete entrambi decidono di optare per il lob. Ma non avendo visto la partita per intero potrebbe essere stata una casualità.

I rilevamenti statistici consentono anche di valutare l’efficienza del loro servizio, che viaggia sicuramente veloce. Lo si capisce a occhio, e i numeri lo confermano: prima di Tsitsipas: 124 e 111 (velocità max e velocità media in miglia); seconda 102 e 96. Shapovalov: 126 e 116 (prima), 110 e 99 (seconda).
Tsitsipas risulta alto 1,92, Shapovalov 1,82. Per la verità, a occhio, non mi sembra ci siano dieci centimetri di differenza, tanto che mi viene il dubbio che Shapovalov sia cresciuto dall’ultima misurazione. In ogni caso tutti e due in campo si muovono piuttosto bene e la statura di Tsitsipas non mi pare faccia di lui un giocatore lento e poco reattivo. Anzi, uno dei colpi più belli della partita lo gioca proprio Stefanos in uscita dal servizio, quando con il rovescio in una frazione di secondo si toglie dalle ginocchia una risposta indirizzata direttamente al corpo.

Nel frattempo l’altro match maschile è finito (appena 49 minuti totali) e quindi non posso aspettare troppo, se non voglio correre il rischio di perdermi del tutto la prima semifinale femminile che segue sullo stesso campo. Devo tornare indietro. Mi spiace abbandonare a metà la partita: sarei rimasto più che volentieri a seguirla tutta. Scoprirò il risultato finale dai monitor, con la vittoria in rimonta di Shapovalov in 117 minuti di gioco.

Ore 12.10, Campo 18: Anastasia Potapova (RUS) [4] def Kayla Day (USA) [5]
5-7, 6-2, 6-0
Anastasia Potapova è l’unica protagonista che ho già visto giocare, due volte: l’anno scorso al primo turno (sempre del torneo Wimbledon junior) e quest’anno nel primo set dei quarti di finale. Potapova è una piccola stella del tennis giovanile, visto che è precocissima. Nel 2015 aveva esordito a 14 anni e ancora oggi, malgrado abbia già una certa esperienza, rimane tra le più giovani.
A distanza di dodici mesi inevitabilmente la trovo molto più forte, sotto tutti gli aspetti. Più solida, più atletica, più aggressiva. Pratica un gioco di pressione da fondo e quello che preferisco del suo tennis è il dinamismo che trasmette quando colpisce, soprattutto di rovescio (bimane).

La sua avversaria invece la vedo per la prima volta; la prima cosa che penso è che con il cognome Day se per caso riuscisse a sfondare farebbe sbizzarrire i titolisti, che potrebbero inventarsi una infinità di giochi di parole. A parte la futilità di questa idea, ci sono aspetti più significativi da dire su di lei: mancina, con qualche chilo di troppo (ma non è un eufemismo, basterebbe realmente poco per apparire perfettamente in forma), pratica un tennis in cui ama governare il palleggio soprattutto con il dritto, che varia utilizzando parabole differenti, mentre è forse più prevedibile con il rovescio (bimane). Se dovessi trovare una giocatrice attuale del circuito WTA a cui paragonarla sceglierei forse Misaki Doi.
Nel primo set riesce a piazzare un ace a game, quasi tutti con traiettorie a uscire da sinistra, da classica mancina. Arriva a servire sul 5-4, ma si fa riprendere dopo un game chilometrico; poi però strappa di nuovo la battuta a Potapova e si aggiudica il parziale 7-5. Nel secondo set Potapova reagisce, strappa subito la battuta a Day e non si fa più riprendere.
Ma non posso seguire il match sino in fondo, devo tornare sul campo 12, dove nel frattempo hanno iniziato le altre ragazze. Qui finirà per vincere nettamente Potapova, in rimonta dopo 106 minuti di gioco.

Ore 13.10, Campo 12: Dayana Yastremska (UKR) [7] def Olesya Pervushina (RUS) [1] 7-6(4), 6-7(2), 6-2
La precedente semifinale maschile è durata quasi due ore, e quindi le ragazze cominciano praticamente in contemporanea con Federer e Raonic.
Sul campo adiacente al nostro (il Court 2) viene utilizzato lo schermo per consentire agli spettatori di seguire la partita del Centre Court. Il volume è altissimo, e sicuramente non agevola la situazione nei campi vicini; il pubblico è scarso, ma le due ragazze mostreranno di sapersi adattare a tutto. In fondo se sul Centrale gli uomini si stanno giocando l’accesso alla finale, anche loro stanno facendo lo stesso sul 12.
Il match sarà una lotta atletica e mentale, con in campo due giocatrici piuttosto simili nello stile di gioco, ma abbastanza differenti fisicamente, e soprattutto caratterialmente.

Alta e dal fisico imponente Pervushina (testa di serie numero uno e prima nel ranking junior), che per la sua statura non si muove male. Non sono riuscito a recuperare dati precisi, per cui per cercare di descriverla direi che nella struttura ricorda Garbiñe Muguruza. Forse non è rapidissima di piedi, ma pratica un gioco piuttosto solido con entrambi i colpi da fondo (rovescio bimane). Un po’ più bassa Yastremska, che è più reattiva e ama spingere di più con il dritto. Ma ciò che colpisce di più è la differenza di comportamento: Yastremska è la classica giocatrice con grunting piuttosto forte, che non risparmia i “C’mon” sui punti vinti. Vinti non importa come: nelle fasi decisive dei set grida “C’mon” su tutti i quindici a suo favore, nessuno escluso.

Quasi opposta Pervushina: molto più tranquilla (almeno esternamente), nessun grunting, nessuna esultanza o quasi. Non porta nemmeno l’asciugamano in consegna ai raccattapalle: al cambio campo ogni volta lo piega scrupolosamente in otto e lo lascia appoggiato con fare metodico sulla sua sedia, perfettamente al centro della seduta. Pervushina cambia atteggiamento quando Yastremska non rivolge più i “C’mon” verso il suo angolo ma direttamente a lei. Allora ogni tanto reagisce con qualche esultanza in russo, dando l’impressione di non aver gradito l’aggressività dell’avversaria.
Quello che mi sorprende tecnicamente è che, pur essendo più alta e “grossa”, Pervushina serve più piano di Yastremska: 110 miglia di velocità massima contro 112.

La partita dura 135 minuti, e alla fine la testa di serie numero 7 ribalta le gerarchie. L’ultima semifinale è terminata. Mi rendo conto che più che i singoli protagonisti riesco a valutare l’interesse e la qualità delle partite. Sotto questo aspetto secondo me ha spiccato il match tra Tsitsipas e Shapovalov. Non sono assolutamente un esperto di tennis giovanile, e non mi azzarderei mai a esprimere un pronostico sul futuro di questi ragazzi. Però una cosa mi sento di dirla: se fossero loro due ad affermarsi e a dare vita a una rivalità tra gli adulti, il futuro del tennis maschile non sarebbe affatto male.

Wimbledon, Singolare ragazzi: i semifinalisti
Alex De Minaur
è nato a Sydney il 17 febbraio 1999, ma risiede in Spagna. Attualmente è numero 6 del ranking junior ma è stato anche numero 2. Semifinalista agli US Open 2015 e agli Australian Open 2016. Nell’archivio di Wimbledon non viene indicata la statura, ma solo il peso: appena 64 kg.

Ulises Blanch è nato negli USA (non specificato dove), il 25 marzo 1998; risiede in Florida e attualmente è numero 2 del ranking junior (suo miglior piazzamento). Finalista al trofeo Bonfiglio 2016. E’ alto 187 per 77 Kg.

Denis Shapovalov è nato il 15 aprile 1999, canadese ma è nato a Tel Aviv. Risiede in Ontario. Mancino miglior ranking junior è quello attuale: numero 13.
Semifinalista nell’ultimo Roland Garros e vincitore del torneo di Roehampton la settimana scorsa. È alto 1,82 per 70 kg.

Stefanos Tsitsipas è nato il 12 agosto 1998 ad Atene, dove risiede. Attuale numero 1 junior. Finalista all’Orange Bowl 2015, vincitore del Bonfiglio 2016 (in finale su Blanch) e tanti ottimi risultati negli ultimi tornei. E’ alto 1,92 per 78 kg.

Wimbledon, Singolare ragazze: le semifinaliste
Anastasia Potapova è nata il 30 marzo 2001 a Saratov, Russia. Numero 4 delle classifiche Junior (suo massimo in carriera), semifinalista al trofeo Bonfiglio 2016 e al Roland Garros 2016. Vincitrice del torneo di Roehampton giocato la settimana scorsa.

Kayla Day è nata il 28 settembre 1999 a Santa Barbara, California. Mancina, numero 6 delle classifiche Junior (suo massimo in carriera), ha raccolto ottimi risultati nei tornei nordamericani di categoria.

Dayana Yastremska è nata il 15 maggio 2000 a Odessa, Ucraina. Numero 10 delle classifiche Junior (numero 9 massimo in carriera), è arrivata ai quarti di finale del Roland Garros 2016.

Olesya Pervushina è nata il 20 aprile 2000 a Khabarovsk, Russia. Numero 1 delle classifiche mondiali. Vincitrice del trofeo Bonfiglio 2016, semifinalista al Roland Garros 2016 e finalista a Roehampton la settimana scorsa.

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Varvara Gracheva cambia nazionalità: ora è ufficialmente una tennista francese

Dopo le indiscrezioni di un paio di mesi fa adesso è anche ufficiale: Varvara Gracheva abbandona i colori russi. Che il suo caso funga da apripista?

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Varvara Gracheva - WTA Austin 2023 (Twitter @AtxOpen)
Varvara Gracheva - WTA Austin 2023 (Twitter @AtxOpen)

La notizia, per quanto la si volesse far passare in sordina, era nell’aria da qualche tempo. Vi avevamo già parlato un paio di mesi fa della volontà di Varvara Gracheva di cambiare nazionalità, desiderio finalmente (quasi) esaudito. Tennisticamente cresciuta in Francia – dove peraltro risiede da cinque anni – la classe 2000 nata a Mosca si sta consacrando nel corso di questa stagione. Ha iniziato l’anno da n°100 del mondo e, pochi mesi più tardi, ha raggiunto il suo best ranking al n°41 WTA. Tra gli highlights del suo 2023 ci sono le vittorie su Daria Kasatkina al primo turno dell’Australian Open (dove ha raggiunto il terzo turno), gli ottavi ad Indian Wells e Miami e la finale ad Austin, dove si è arresa soltanto all’ucraina Marta Kostyuk scatenando diverse polemiche.

Polemiche che ancor di più oggi sono estremamente attuali, come testimoniato dal botta e risposta in conferenza stampa tra Elina Svitolina e Aryna Sabalenka, dopo che la bielorussa ha strappato il pass per le semifinali. Tornando alla questione Gracheva, è il quotidiano francese L’Équipe a dare la notizia del suo cambio di nazionalità. Lunedì 5 giugno, infatti, Varvara ha ricevuto la conferma di essere stata ufficialmente naturalizzata francese lo scorso 25 maggio, anche se tecnicamente non può ancora competere difendendo il tricolore transalpino.

Potrà farlo soltanto quando sarà in possesso del passaporto che, come riferito sempre da L’Équipe, potrebbe tardare ancora qualche settimana prima di arrivare. Solo allora potrà tornare ad avere una bandiera di fianco al suo nome nel tabellone di un torneo WTA, visto che come sappiamo i giocatori e le giocatrici russi e bielorussi gareggiano da diverso tempo senza bandiera.

 

Che quello di Gracheva funga da caso-apripista? Per quanto quest’anno i tennisti russi e bielorussi non abbiano più restrizioni per competere – come invece accaduto l’anno scorso in Regno Unito – i problemi non sembrano essere finiti. Qualche settimana fa, in una storia su Instagram, la stessa Sabalenka dichiarò di non aver ancora ricevuto il visto per entrare in Gran Bretagna. Anche l’astro nascente Mirra Andreeva, in una conferenza stampa di un paio di giorni fa, ha fatto sapere di essere ancora in attesa del visto per sapere se potrà o meno entrare sul suolo inglese per partecipare al torneo di Wimbledon.

Sicuramente rappresentare la Russia o la Bielorussia non è semplice per un atleta che, magari, è anche in forte opposizione rispetto alle idee politiche del proprio paese. E chissà che questa non possa essere l’occasione giusta per andare a rispolverare l’albero genealogico.

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ATP

Roland Garros: Djokovic diesel batte Khachanov alla distanza, è semifinale

Per la dodicesima volta in carriera, Novak Djokovic raggiunge almeno la semifinale a Parigi. Il russo vince il primo set ma cala d’intensità. Si attende Alcaraz-Tsitsipas

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Novak Djokovic – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

[3] N. Djokovic b. [11] K. Khachanov 4-6 7-6(0) 6-2 6-4

Novak Djokovic ha dovuto cedere un set prima di iniziare la sua partita e vincere, 4-6 7-6 6-2 6-4 contro Karen Khachanov, conquistando la semifinale del Roland Garros.

 

Kachanov conclude così uno dei periodi migliori della sua carriera. Anche oggi la partenza del russo è stata ottima, sicuro delle sue scelte e in netto comando con il dritto, accompagnato da un servizio nettamente superiore a quello di Djokovic che sembrava alla ricerche di iniziative ma senza trovarle. Troppo distante in risposta e fuori ritmo con il rovescio, il serbo che ha dovuto aspettare di concludere il secondo set per ritrovare la sicurezza nei colpi che ci ha abituati a vedere. L’equilibrio del secondo set infatti, poteva far pensare di arrivare anche fino al quinto set. Ma il russo ha iniziato a perdere la benzina (forse non ce n’era più abbastanza per un avversario come il serbo) proprio nel momento in cui Djokovic stava decidendo che avrebbe vinto la partita, come sempre, ad ogni costo. E con un tiebreak a senso unico, dove il serbo ha portato a casa tutti i punti, ha messo fine alla partita di Khachanov. Tanti applausi lo stesso per il russo che tornerà in top 10 (non succedeva dall’ottobre del 2019) dopo aver dimostrato che la stoffa per essere un giocatore da seconda settimana in uno Slam c’è e non si è trattato di un singolo episodio. Non possiamo dire che sia stata una partita eseguita alla perfezione quella di Djokovic, che però, può concedersi il lusso di non pensarci. Perché quel che conta davvero adesso è che Novak Djokovic giocherà la sua 45esima semifinale in un torneo del Grande Slam, nonché 12esima semifinale del Roland Garros dove aspetterà il vincente tra Alcaraz e Tsitsipas.

Primo set: un solido Khachanov si dimostra superiore al servizio e comanda il gioco su un falloso e poco fantasioso Djokovic

Già dai primi game entrambi si mostrano solidi al servizio: comandano gli scambi e lasciano poche chance all’avversario. Nel quinto game, però, ecco arrivare le prime difficoltà sul turno di battuta del serbo. Khachanov riesce a spingere molto con il dritto, costringendo Djokovic a giocare dietro la linea del campo. Grazie a questo, insieme anche a un doppio fallo di Nole, il russo conquista due palle break consecutive, che però il 22 volte campione Slam annulla con un dritto all’incrocio delle righe, venendo fuori da vincitore dopo uno scambio estenuante. Il numero 3 del mondo non sfrutta un’occasione per fare suo il game e, dopo altre due palle break annullate (di cui una non concretizzata da Khachanov che sbaglia uno smash sopra la rete), alla quinta occasione strappa il servizio all’avversario dopo uno sventaglio di dritto impressionante. Quest’ultimo conferma il break nel game successivo e si rende pericoloso anche nel settimo gioco, ma Djokovic è bravo a gestire la pressione e si porta sul 3-4. Il russo grazie al servizio allunga sul 5-3, e proprio nel nono gioco si guadagna 2 set point, che però Nole è bravo ad annullare grazie a un rovescio vincente e a un servizio sulla “t”. Nel game successivo non trema il braccio di Karen che, grazie a 3 errori del serbo e una buona prima di servizio, conquista il primo set per 6 giochi a 4.

Secondo set: equilibrio per tutto il set, ma il tie-break è un assolo di Djokovic

L’inizio del secondo parziale si mostra molto simile al primo: entrambi tengono il servizio piuttosto agevolmente, anche se Djokovic fatica a essere incisivo. Nel quarto gioco il russo è costretto ai vantaggi dopo un game in cui ha giocato poche prime; riesce comunque a riagganciare il serbo sul 2-2, giocando una smorzata che lascia fermo il numero 3 al mondo. Nel quinto gioco è Nole a dover faticare, ma con un vincente di dritto e un errore in risposta di Khachanov si porta avanti 3-2. I 4 giochi successivi vengono tenuti bene dai giocatori al servizio, che incrementano la percentuale di prime in campo e difficilmente fanno partire lo scambio. Nel decimo game il 27enne di Mosca, con freddezza, si porta a casa il gioco ai vantaggi senza aver bisogno di annullare set point. Djokovic vola facile sul 6-5, e di nuovo il numero 11 al mondo ha bisogno dei vantaggi per riuscire ad agganciare il serbo. È tie-break quindi sul Philippe-Chatrier. Nole parte fortissimo: strappa due servizi all’avversario con una palla corta sublime e un dritto vincente, tiene i suoi due turni di servizio e di nuovo guadagna un mini-break con un rovescio lungolinea. Sul 6-0 chiude in bellezza il set con palla corta e volee, lasciando a bocca asciutta il russo.

Terzo set: Khachanov diminuisce l’intensità, Djokovic gioca di esperienza

Carico del set appena conquistato, Djokovic parte subito forte nel terzo parziale. Costringe Khachanov ai vantaggi e, dopo due palle break (le prime conquistate dal serbo) annullate bene dal numero 11 al mondo, alla terza occasione strappa il servizio all’avversario grazie a una palla corta aiutata dal nastro. Il 36enne di Belgrado conferma con sicurezza il break, e nel terzo gioco impensierisce Khachanov costringendolo ai vantaggi. Il russo, però, grazie a un dritto in corsa lungolinea spaventoso e un nastro fortunato rimane ancora in corsa: 2-1 per Djokovic. Il 3-1 arriva in poco più di 2 minuti, e il quinto gioco racconta la stessa storia: Khachanov lo tiene a 0 con ben 2 ace consecutivi. Sul 4-2 il russo appare decisamente sottotono e Djokovic ne approfitta. Il numero 11 al mondo gioca ormai 2 metri dietro la linea del campo, e il serbo non si fa scappare l’occasione: guadagna 2 palle break consecutive e, alla prima, concretizza il break. Il game successivo è una pura formalità per il serbo, che con esperienza si porta a casa il secondo parziale per 6 giochi a 2.

Quarto set: Khachanov prova a tirare fuori le ultime cartucce ma ormai Djokovic è entrato in modalità vittoria

Già nel primo gioco Khachanov si trova in difficoltà: rimonta da 0-30 sul suo servizio e, grazie a due dritti fulminanti, parte in vantaggio nel quarto set. Djokovic, dopo aver tenuto facilmente il servizio, nel terzo game mette pressione in risposta e riesce a breakkare l’avversario. Il russo cerca la reazione e si carica spingendo bene con il dritto. Il serbo arriva ancora tardi di rovescio e commette un brutto errore che gli costa una palla break a favore del russo che non ne aveva più viste dai tempi del primo set. Djokovic cancella questo brutto momento tenendo e dominando perfettamente lo scambio con l’angolo stretto di dritto. Due doppi falli non consecutivi incatenano Djokovic ai vantaggi di questo quarto game, Khachanov non sfrutta questi momenti preziosi. Il serbo sbaglia ancora, questa volta una volée facile sotto rete, ma alla fine chiude il quarto game dopo aver cancellato due palle del contro-break e allunga la distanza 3 giochi a 1. Il russo dimostra di essere ancora dentro questa partita con tutto sé stesso. Lascia per strada un solo 15 per colpa di un doppio fallo ma chiude in maniera impeccabile un ottimo game: 3-2 Djokovic. Sui turni di servizio del serbo però, Khachanov non legge più le traiettorie, le sue risposte sono troppo deboli. Lo sconforto del sesto game che vede Djokovic avanti 4-2, fa iniziare male il russo che va subito sotto 0-30 sul suo turno di servizio. Un altro errore di dritto di Kachanov concede due palle break al serbo che potrebbe vedersi già negli spogliatoi. Ma il russo tira fuori il braccio di ferro e cancella tutto grazie al servizio perfetto che gli spiana la strada verso l’ultima speranza: 4-3. La tenacia precedente di Khachanov viene subito ripagata dal passaggio a vuoto di Djokovic (forse si era già visto sotto la doccia) e con un doppio fallo rimette il russo in parità: 4 giochi pari.  Ma l’amnesia del serbo dura poco; nel giro di un minuto Djokovic recupera il vantaggio lasciando il russo a 0 sul suo turno di servizio e si prepara a servire per il match avanti 5-4. Kachanov non ci crede più e lo sprint finale del serbo lo lascia ancora a 0. Djokovic vince 6-4 ed è in semifinale al Roland Garros per la 12esima volta.

Con la collaborazione di Andrea Binotto

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Roland Garros: Sabalenka troppo potente, Svitolina si arrende in due set [VIDEO]

Aryna Sabalenka raggiunge la sua prima semifinale al Roland Garros battendo Elina Svitolina con un doppio 6-4. Muchova rimane ora l’ultima avversaria da sconfiggere prima della finale

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Aryna Sabalenka - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
Aryna Sabalenka - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

[2] A. Sabalenka b. E. Svitolina 6-4 6-4

Aryna Sabalenka è la seconda semifinalista del Roland Garros 2023 ed è per lei il primo approdo tra le quattro migliori giocatrici dello Slam di Bois de Boulogne. Un successo piuttosto netto – almeno stando al punteggio, che recita 6-4 6-4 in un’ora e 38 minuti – quello maturato contro Elina Svitolina, di nuovo competitiva in un Major dopo la maternità (non raggiungeva un quarto di finale dallo Us Open 2021) ma incapace di difendersi troppo a lungo alle continue bordate da fondo della bielorussa (30 vincenti contro 7 complessivi), brava a disputare al meglio tutti i punti importanti.

Un incontro – al termine del quale, come da pronostico per ormai noti motivi extra-campo, le contendenti non si sono strette la mano prendendosi i fischi del pubblico – che ha mostrato una volta di più la crescita della n° 2 al mondo sul rosso, anche se a fine partita quest’ultima, intervistata da Alex Corretja, avrebbe comunque dichiarato di essersi allenata da più giovane sulla terra e quindi di non capire come mai sia spesso considerata una pura tennista da campi veloci. Fatto sta che la sua tattica, ovvero spingere su ogni palla alla prima occasione utile per sfiancare la continuità da dietro della rivale, si è rivelata proficua e non ha dato in effetti alcuna chance a Elina di avere margini di reazione o di controllo degli scambi. Per raggiungere la sua prima finale a Parigi, Sabalenka sarà ora opposta all’ostacolo Muchova. Svitolina tornerà invece tra le prime 100 e sarà n° 73 WTA lunedì prossimo.

 

Primo set: l’equilibrio fino al 4-4 si spezza in favore di Sabalenka, potente e implacabile alla conquista del parziale

Svitolina ha impostato la partita con un piano ben chiaro in testa. Contro una giocatrice così potente come Sabalenka, è necessario essere perfetti in difesa e, perlomeno sul proprio servizio, prendere l’iniziativa quando possibile. La condizione fisica invidiabile evidenziata nei primi giochi permette alla tennista ucraina di far funzionare la tattica preparata per contrastare l’esuberanza di Aryna, imperterrita nel mettere i piedi in campo alla prima chance utile e a martellare laddove trovi uno spiraglio. Due stili e due idee contrapposte che paiono inizialmente funzionare entrambe, senza che alcuna delle due riesca a racimolare una palla break.

Nemmeno il settimo gioco, quello classicamente mortifero per chi è alla battuta, è quello buono per la bielorussa per strappare il servizio ad Elina, salvatasi ai vantaggi con qualche clemente aiutino da fondo dell’avversaria. Si prosegue così sull’onda dell’equilibrio e della rapidità – soli 31 minuti per 8 game e pochissimi scambi prolungati – ma sul 4-4 il sottile filo si spezza. Era nell’aria il break in favore della n° 2 al mondo, che pian piano comincia a sfondare il muro avversario, e la sensazione è confermata nel nono gioco. Un turno in cui Svitolina abbassa leggermente l’intensità difensiva e al servizio e in cui l’aggressione immediata di Sabalenka paga, come sul punto del 30-40, con una risposta di rovescio vincente. Aryna non ha alcun patema a chiudere il set con un turno a -15 al cambio campo – a dimostrazione di una grande padronanza persino del suo fondamentale meno sicuro, ovvero la seconda solitamente ballerina, gestita invece con padronanza – e a sedersi a un solo parziale di distanza dalla semifinale.

Secondo set: più lotta ma stesso esito, sia nella tattica che nel punteggio

Ripresa la partita dopo una breve pausa, Sabalenka sembra poter subito prendere il largo con una palla break a disposizione, ma un attacco centrale di rovescio di Aryna punito da uno splendido passante incrociato di Svitolina sono i fattori che fermano lo slancio della bielorussa. Quest’ultima subisce addirittura il primo break della sua partita nel gioco successivo – anche in conseguenza di un doppio fallo sul 30-30 – ma rientra subito sul 2-1. Insomma, un inizio di secondo set decisamente più altalenante e meno decifrabile del primo.

L’impressione è però sempre la stessa: la difesa strenua e la regolarità di Svitolina poco possono, alla lunga, sulla potenza e la spinta costante di Sabalenka che, se limita gli errori, prende sempre il sopravvento. Presupposti tattici, questi, con i quali la bielorussa mette di nuovo il naso avanti. Break e 3-2 in suo favore, con l’attuale n° 192 WTA che si aggrappa ai suoi game di battuta ma che nulla può in risposta. Il gap costruito dalla testa di serie n° 2 viene abilmente condotto fino al traguardo, nonostante una leggera tremarella nel momento di servire per il match (0-30 iniziale). Ma i punti importanti sono stati tutti ben gestiti da Aryna, che approda dunque in semifinale con un doppio 6-4 alla seconda palla match utile.

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