Auguri ad Adriano Panatta. 40 anni fa il suo compleanno più bello

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Auguri ad Adriano Panatta. 40 anni fa il suo compleanno più bello

Adriano Panatta compie quest’oggi 66 anni. 40 anni fa il campione romano vive la stagione più luminosa della carriera, entrando nel gotha del tennis azzurro

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DA LONDRA – Torneo di Wimbledon. In semifinale Roger Federer sfida Milos Raonic. Lo svizzero manca la grande occasione di giocarsi la finale e di aggiungere così il 18° sigillo slam alla sua preziosa bacheca. Chissà che ne pensa Adriano Panatta? Ora, spesso un po’ indifferente e blasé quando parla di tennis, Adriano non ha mai nascosto la sua predilezione per il fuoriclasse svizzero. Ovviamente. Roger è amato da tutti sempre e comunque. Ma poi, in fondo, la grazia del gesto di Roger può ricordare il tennis pulito e raffinatissimo di Adriano, che ammette: “Federer è il più elegante in assoluto quando gioca. Lui è il tennis“. Già. Ma Adriano non era da meno, con quel dritto potente e, soprattutto, quell’eclettico, fantasioso e raffinato gioco di volo. Certo, i due campioni sono molto diversi tra loro, i loro exploit non sono paragonabili così come non lo sono le due epoche in cui hanno espresso il loro gioco. Tuttavia, sono accomunati da uno spiccato carisma, da un talento inesauribile, l’estetica dei gesti e dall’amore incondizionato da parte dei loro fans.

Federer è amato in modo esclusivo e viscerale in tutto il mondo; anche Panatta ha suscitato passioni sfrenate, regalando all’Italia lustro e tanti record, tant’è che il suo genio tennistico ha destato profonda ammirazione e rispetto anche all’estero. Sì, il genio di Panatta. Il tennista romano, che oggi spegne 66 candeline, è stato il più grande campione italiano nell’era Open (Nicola Pietrangeli è il più vincente in assoluto ma in condizioni diverse e prima che le competizioni diventassero Open).

Carriera memorabile quella di Adriano, che annovera ben 10 titoli vinti (Senigallia, Bournemouth, Firenze, Kitzbuhel, Stoccolma, Roma, Roland Garros, Houston, Tokyo e Firenze). Ma il momento più ispirato resta quell’indimenticabile 1976, anno in cui l’Italia del tennis brilla più che mai sulla scena mondiale grazie alla splendida mano e ai tuffi del tennista romano. Innanzitutto con il successo al Foro Italico. Un’impresa “epica”, poiché l’azzurro annulla al primo turno ben 11 matchpoint all’australiano Warwick, di cui 10 sul servizio dell’avversario. Una vittoria già scritta perché poi trionferà in finale su Guillermo Vilas. Non solo. È destinato anche a trionfare sull’ocra parigina poiché salva un matchpoint con una volé in tuffo al primo turno contro Pavel Hutka. In finale, contro Solomon, è lui a conquistare la tanto ambita Coupe des Mousquetaires. Panatta è inoltre l’unico tennista ad aver sconfitto Bjorn Borg a Porte d’Auteuil, nel 1973 e nel 1976. Adriano si issa al n. 4 del ranking mondiale e i suoi record restano ancora imbattuti nel tennis maschile in Italia.

E non finisce qui. Il tennis di Panatta è più lumonoso che mai in quel fatidico 1976. Il team azzurro, capitanato da Nicola Pietrangeli e composto da Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli, trionfa nella finale di Coppa Davis in Cile, regalando al Belpaese il primo e unico, finora, successo in Davis.

Quest’anno, a 40 anni di distanza da quelle imprese, la Francia ha voluto rendere omaggio al campione romano, invitandolo a Roland Garros per consegnare il trofeo al vincitore del torneo maschile. Anche il tennis italiano, in extremis, ha voluto celebrare gli exploit azzurri, premiando i quattro moschettieri insieme a Pietrangeli sul Centrale del Foro Italico nel corso del torneo. Però, ammettiamolo, si è trattata di una celebrazione un po’ sottotono e, forse, non sufficientemente all’altezza delle grandi imprese che ci ha regalato il team azzurro di allora e in particolare Adriano. Ma, lo sappiamo, alcuni dissapori tra l’ex tennista e la Federazione non si sono ancora appianati e, se il Presidente del Coni Malagò non lo avesse  fortemente voluto, la cerimonia forse non ci sarebbe mai stata. Comunque, Adriano non è stato solo un grande giocatore, ma anche uno stimatissimo capitano di Coppa Davis, dal 1983 al 1997. Nel 1996 portò la squadra azzurra in semifinale, poi persa contro la Francia.

Oggi lo possiamo ascoltare nelle telecronache di Eurosport durante l’Australian Open e il Roland Garros. Ma il suo ruolo più bello resta pur sempre quello della stella del campo da tennis, in quegli indimenticabili anni ’70, impressi per sempre nel cuore dei tifosi azzurri. Auguri Adriano!

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