Seppi e la pioggia gelano l’Italia. Stamane aggrappati a Fognini (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Tanti rimpianti e una bella dose di amarezza per le numerose occasioni sfumate. Inizia in salita per l’Italtennis il quarto di finale di Coppa Davis con l’Argentina, che chiude in vantaggio 1-0 la prima giornata, dimezzata nel programma per il maltempo che si abbatte sulla riviera adriatica. Possono scendere in campo al Tennis Club Baratoff con quasi tre ore di ritardo Andreas Seppi e Federico Delbonis ed è proprio il sudamericano ad alzare al cielo il pugno in segno di vittoria dopo tre ore e 42 minuti 7-6 (4) 3-6 6-3 7-6 (3) il punteggio in favore del 25enne di Azul, che perla prima volta batte l’altoatesino. Un incontro in cui il 32enne di Caldaro, n. 52 del ranking mondiale, non ha saputo gestire i momenti chiave. Nel primo set, dopo aver annullato anche 4 set point trascinando l’avversario al tie-break, sciupa un vantaggio di 3-1 e, complici due doppi falli e qualche errore gratuito, subisce un parziale di sei a uno che vale la prima frazione al sudamericano. E dopo aver vinto d’autorità il secondo set, nel terzo non riesce a convertire quattro palle break, ridando fiducia a un avversario che cominciava a perdere sicurezze. Situazione che si ripete nel secondo game della quarta frazione (tre chance di break al vento), poi al cambio campo, in vantaggio 3-2, Seppi chiede il medical time out per un risentimento alla schiena. Delbonis serve per il match sul 6-5, sbaglia l’ennesima palla-corta e sente il peso della pressione, però al tie-break è ancora lui a spuntarla «Se giochi male i punti che contano, il resto alla fine conta poco – riconosce Seppi con lucidità . E io ho giocato davvero male nei momenti importanti, sicuramente nei due tiebreak, specie il primo con due doppi falli che non ci stavano propria. Dopo il secondo set ho iniziato ad avvertire un fastidio alla schiena e questo mi ha portato ad avere troppa fretta. Ho fatto quasi sempre faticato alla risposta perché lui è mancino, la sua palla salta tanto e certe traiettorie mi davano fastidio, non sono mai riuscito a trovare il timing per metterlo sotto pressione». Delbonis ha ripagato invece la fiducia del capitano Daniel Orsanlc dopo le sconfitte dello scorso anno nella semifinale contro il Belgio che avevano tarpato le ali all’Albiceleste, che vanta quattro finali (1981, 2006, 2008e 2011) ma non è mai riuscita a sollevare l’agognata insalatiera d’argento. Una missione per la quale è tornato nel gruppo anche Juan Martin Del Potro, atteso protagonista oggi in doppio, dove potrà sfogare la rabbia per l’eliminazione patita dal suo Boca Juniors nella semifinale di Copa Libertadores per mano degli ecuadoriani dell’Independiente del Valle. Prima, però, con inizio alle 11 andrà in scena il secondo singolare, in cui Fabio Fognini è chiamato ad indossare i panni del gladiatore azzurro contro un osso duro come Juan Monaco, avanti 3-1 nel bilancio dei testa a testa. L’unico successo del ligure risale proprio alla sfida Davis di due anni fa a Mar del Plata, quando l’Italia piazzò il colpaccio in trasferta. Insomma, sarà un sabato da vivere intensamente.
L’autogol di Seppi (Elisabetta Ferri, Il Corriere dello Sport)
Si chiude dopo 3h38′ la prima maratona di questi quarti di finale di Coppa Davis. E si chiude con troppi rimpianti per Andreas Seppi, battuto in quattro set, di cui due finiti al tie-break (6-7 6-3 3-6 6-7). Delbonis è più cinico quando conta e ha più potenza nel gioco da fondocampo, mentre l’azzurro lo mette spesso in difficoltà quando lo invita sotto rete, ma troppo rare sono le occasioni. L’uragano che Seppi aveva invocato alla vigilia era puntualmente arrivato con tuoni, fulmini e più di 40 millimetri di pioggia caduti nella notte e sino al primo pomeriggio, tanto da far slittare il primo incontro, previsto dal programma alle 12.30, di quasi tre ore. Si comincia così alle 15,40 con 4.000 spettatori infreddoliti sulle tribune del c.t Baratoff ad assistere ad una sorta di choc iniziale per l’altoatesino: Delbonis è spietato, chiude il primo game lasciandolo a zero e sembra involarsi per un set sul velluto (3-0). Poi Andreas entra improvvisamente dentro la partita con un quarto gioco importante, chiuso fra l’altro con una volée ad effetto che lo carica. L’argentino però riprende in fretta le fila del gioco e sembra poter fare. un sol boccone dell’avversario portandosi sul 5-2 senza soffrire troppo. Ma quando l’inerzia sembra ormai saldamente nelle mani del gaucho, ecco le sorprese che solo questo sport sa regalare: Seppi annulla, stringendo i denti, due set-point nell’ottavo game e risorge, macinando finalmente il suo tennis, veloce e deciso, portandosi più volte coraggiosamente sotto rete. Delbonis è annichilito quando l’italiano lo riacciuffa sul 5-5 e poi si viaggia appaiati sino al tie-break Che l’alfiere azzurro inizia benissimo conducendo 3-1, poi un errore banale lo smonta e Delbonis va a chiudere 7-4. Andreas lancia una palla con rabbia oltre le tribune per sfogarsi. E quella rabbia, però, la incanala subito bene nel secondo set, che l’argentino affronta forse un po’ troppo rilassato e baldanzoso: subito in vantaggio per 3-0, l’azzurro concede pochissimo al rivale, piazza un favoloso ace per il 5-3 e chiude poi in soli 36 minuti. RIMPIANTI La battaglia svolta nel terzo set a favore di Delbonis, proprio quando sembrava che invece Seppi, molto più a suo agio, potesse prenderla in pugno: «Non posso negare che ho del rimpianti – ammette Andreas nel dopo gara – A cominciare dal primo set, quando l’ho riacciuffato risalendo dal 2-5 e se avessi vinto il tie-break sarebbe stata tutta un’altra partita. Quando è cominciato il secondo set sentivo di essere io il più forte, spingevo di più, eppure non sono riuscito a far valere questa superiorità, a meta del terzo set poi ho iniziato ad incriccarrni la schiena e mi dava fastidio la gamba. Sul 4-3 non riuscivo più a correre e ho sbagliato cose facili, ma purtroppo ero mezzo bloccato. Credo che tutto sia riconducibile al fatto che nei momenti importanti ho giocato male, cosa che di solito non mi capita». Lo raccontano bene anche gli 80 errori non forzati collezionati dal bolzanino al quale il passaggio dall’erba alla terra rossa probabilmente è stato fatale: «Delbonis è un terraiolo e faceva girare molto la palla, forse ho preso qualche rischio di troppo, sul dritto potevo fare di più, invece ho sbagliato tanto». C’è stata l’occasione, sul 4-3 per Seppi, di costringere Delbonis al quinto set, ma un po’ gli acciacchi accusati, un po’ alcuni errori evitabili hanno spianato al contrario la strada verso un altro tie-break, dominato dal rivale: «Nemmeno lui era fresco a quel punto e chissà come sarebbe finita, ma la realtà è che ho perso in quattro set, inutile star lì a rivangare – dice Seppi – Con chi me la sono presa alla fine? Nessuno in tribuna, come pareva a voi, solo con me stesso, perchè l’ho buttata via». INCOGNITA FOGNINI Si ricomincia stamane alle 11 con il secondo singolare slittato per via del meteo: Fognini sfiderà Monaco e l’incognita è se poi avrà le forze e le energie per essere schierato anche nel doppio che seguirà: «Una cosa alla volta, intanto ci dormiamo sopra -è l’invito di capitan Barazutti – non è la prima volta che in Davis si perde il primo punto, tutto è ancora in ballo. Giochiamo il secondo singolare con tutte le attenzioni possibili e poi ci attrezzeremo per il doppio». Nel quale Seppi è pronto a tornare in battaglia; «Non è nulla dl grave, ho il tempo per recuperare” assicura. Si deciderà in corsa, insomma, chi andrà a sfidare nel pomeriggio Del Potro e Pella.
Pioggia ed errori, Seppi affonda. L’Argentina va 1-0 (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Il sabato del coraggio. Ce ne vorrà, oggi, per l’Italia umida e bagnaticcia che è sotto 1-0 contro l’Argentina e con la prospettiva di due partite senza ritorno in un giorno solo, il singolare di Fognini e poi il doppio, si vedrà con chi. La pioggia di Pesaro, che per tre ore tiene tutti sospesi con il naso all’insù prima di concedere finalmente la tregua, permette un solo match di venerdì, e alla fine regala la passerella a Federico Delbonis, bisnonni di Rotondella, provincia di Matera e un’abitudine terricola alla fine più incisiva delle altalene di Coppa di Andreas Seppi, affondato due volte quando sembrava in controllo del match. ALTI E BASSI Siamo sotto 1-0 e con una notte da trascorrere tra speranze e strategie. La sfida solitaria della prima giornata è il solito condensato in salsa Davis, una partita che si incarognisce, quasi mai spettacolare, complicata, mutevole da un game all’altro e dunque alla fine emozionante come sanno esserlo le maratone dai destini così controversi. Seppi parte con il freno, va sotto 5-2 perché non trova mai la misura del dritto, mentre il gaucho fa male quando mantiene lo scambio entro i tre/quattro colpi e può ancorarsi al servizio. Ma quando deve chiudere il parziale, dona graziosamente il contro-break con due dritti fuori e un doppio fallo. Al tie break, Andreas restituisce il favore con tre gratuiti, ma metabolizzata la delusione si impone finalmente da padrone, allungando scambi e colpi, aggredendo con il dritto e il servizio. Ma nel terzo e quarto set, di sette palle break non ne sfrutterà alcuna: « vero, sentivo di essere il giocatore più forte in campo, mi rendevo conto di poter spingere e quindi di fargli male, ma mi è mancato qualcosa. Dovevo fargli pesare di più la pressione, specialmente con la risposta». Ci si mette anche la schiena di Andreas, che si incricca a metà del terzo set e poi richiede un intervento medico sul 3-2 del quarto: «Mi faceva male anche la gamba, infatti nel settimo game del quarto ho perso il servizio tirando in pratica due colpi da fermo». Sembra l’abisso, ma Delbonis non è certo un cuor di leone e quando si ritrova a servire per il match, sul 6-5, omaggia tremante con un paio di dritti sconclusionati, anche se il secondo tie break, con sei punti contro il servizio, gli consegnerà il successo per il tripudio della piccola torcida albiceleste che per tutta la partita avrà fatto un chiasso simpatico ma infernale. BRUTTA PRESTAZIONE Seppi ottiene gli stessi punti del rivale, 143, ma lo condannano 80 gratuiti a 61, troppi per non coltivare rimpianti: «Ho avuto buone occasioni, ma alla fine la mia è stata una brutta prestazione, ho giocato male. Di solito, nelle partite tre su cinque, nei momenti delicati riesco ad alzare il livello, stavolta non mi è riuscito. Forse se l’avessi portato al quinto, il match avrebbe avuto una svolta psicologica». Aggrappati a Fognini, sperando che il singolare di mattina non lo prosciughi troppo. E’ previsto sole, ma l’Italia ha già un po’ d’acqua alla gola
Djokovic e Nadal, gli assi della solidarietà (Cristian Sonzogni, La Gazzetta dello Sport)
Il sogno della vita, loro, se lo sono coltivato giorno per giorno fino a raggiungerlo. Adesso Novak Djokovic, Rafael Nadal, Fabio Fognini, Serena Williams e Flavia Pennetta, si mettono a disposizione per i sogni degli altri. Il palcoscenico sarà il Forum di Assago, le date sono quelle del 21 e 22 settembre: in scena, l’esibizione «DjokoviceFriends», il cui ricavato andrà a favore della Novak Djokovic Foundation, l’associazione che il numero 1 del mondo promuove dal 2012, e che si concentra principalmente sull’educazione primaria dei bambini dai tre ai sei anni. Quell’educazione che è la base fondamentale per crescere sportivi e uomini di valore. Quell’educazione che nell’incertezza di questo nostro tempo è pure la base per lottare contro le ingiustizie. RITORNO Proprio il serbo sa bene cosa vuol dire emergere da un’infanzia complicata, nel suo caso passata a cercare di fuggire da una guerra alle porte di casa. Insieme a lui, un altro che quanto a sensibilità ha mostrato di non essere da meno: Rafael Nadal. Capace, con il rivale, di dare vita a 49 sfide negli ultimi dieci anni: la partita più vista nel tennis dei pro, una rivalità tra le più intense viste nella storia di questo sport. Per Djokovic si tratta di un ritorno a Milano dopo la giornata coi bambini che lo vide coinvolto lo scorso anno alla vigilia di Expo. Mentre bisogna tornare al Trofeo Bonfiglio del 2003, gli Internazionali d’Italia under 18, per ricordarlo in un evento agonistico in terra meneghina. Con Rafa e Nole, scenderà in campo pure l’icona del tennis femminile, la più vincente di sempre (insieme a Steffi Graf) con i suoi 22 Slam: Serena Williams. Che proprio nell’ultimo Wimbledon ha messo in chiaro quanto forte sia ancora la sua voglia di primeggiare, malgrado i 34 anni e le sconfitte in finale, che qualche dubbio lo avevano instillato, nei primi due major. COPPIA D’ASSI In un’esibizione milanese, non poteva mancare una bella fetta d’Italia. In questo caso rappresentata dalla coppia più bella del tennis azzurro, quella più ricercata, quella che ha fatto felici i media finendo sulle copertine di tante riviste. Fabio Fognini e la moglie Flavia Pennetta, c’è da scommetterlo, avranno nuovamente addosso gli occhi di tutti gli appassionati che affolleranno il Forum. Nonostante lei si sia appena cancellata dal ranking Wta, nonostante Fabio sia lontano dal suo momento migliore, quando era a un passo dai top 10. Un ulteriore sogno che resta vivo, per il ligure. Un sogno che merita di vivere al pari di altri. Per esempio, quelli dei bambini che da questa due giorni riceveranno un regalo indimenticabile