ATP Challenger San Benedetto del Tronto: Gaio super accede alle semifinali

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ATP Challenger San Benedetto del Tronto: Gaio super accede alle semifinali

Federico Gaio affronterà oggi in semifinale il belga De Greef, che ha sconfitto Stefano Napolitano. Fuori anche Gianluigi Quinzi battuto in due set dal francese Lestienne

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dal nostro inviato a San Benedetto del Tronto

Prestazione davvero ottima di Federico Gaio nell’incontro di quarti di finale dell’ATP Challenger di San Benedetto del Tronto, dotato di 50mila dollari di montepremi, in cui il faentino era opposto a Gianluca Mager, giovane azzurro dotato di un gran talento. Il match per maltempo si è disputato indoor, in un campo in terra dell’impianto del TC Maggioni, quindi su una superficie più veloce di quella classica outdoor del torneo rivierasco, su cui si dovrebbe rigiocare domani una volta tornato finalmente il sole. C’è da dire che entrambi i giocatori si adattano bene alle superfici più rapide per cui nessuno dei due era inizialmente svantaggiato. Gaio però fin da subito è sembrato più in palla, del resto sta giocando bene in queste ultime settimane, il suo livello sta salendo e probabilmente sta prendendo più consapevolezza del suo reale valore e riesce ad essere più performante. Primo set praticamente quasi perfetto sul proprio turno di servizio per Gaio che alla propria battuta ha avuto un parziale di 20 punti ad 1! Difficile perdere un set con questo score, ed infatti dopo 3 palle break sprecate nel terzo gioco, arrivava il break decisivo al settimo gioco, complice anche un doppio fallo di un Mager apparso ovviamente un po’ frustrato dalla vena al servizio del suo avversario. Nel secondo set un piccolo passaggio a vuoto nel quarto gioco del faentino sembrava poter far cambiare l’inerzia del match, ma il ragazzo seguito nel circuito e allenato da coach Daniele Silvestre ricominciava subito a sparare vincenti con entrambi i fondamentali in risposta e poi al servizio non aveva più complicazioni. Finiva 6-4 6-3 per il 24enne faentino, ma poteva essere un risultato anche più pesante, che ora con questa semifinale si guadagna come minimo la 265esima posizione del ranking e la possibilità di incontrare il belga De Greef , avversario difficile ma alla portata del talentuoso campioncino emiliano.

Veloce riflessione su Federico Gaio: da junior era considerato un fenomeno, è stato tra i primi 20 giocatori del mondo Juniores, è dal 2011 che vince ogni anno almeno un torneo Futures, ma non è mai riuscito a sbocciare definitivamente: ora ci sta finalmente avvicinandosi grazie al buon feeling con un coach motivato e dinamico e già fornito di esperienze importanti a Tirrenia soprattutto con Camila Giorgi, che proprio facile da gestire non è per vari motivi, che risponde al nome di Daniele Silvestre. Cosa serve per aumentare il proprio livello di gioco? Quattro sono i campi base su cui lavorare, oltre i numerosi dettagli che ne derivano. Il primo è il livello tecnico, e bisogna dire che Federico è piuttosto ben messo da questo punto di vista, è completo in tutti i fondamentali, serve bene, bisogna ammettere che il lavoro fatto dai maestri di quando era un ragazzino è stato buono e ha posto basi solide: quindi qui si tratta per coach Silvestre di andare a migliorare qualche particolare in modo magari di possedere qualche arma in più nei frangenti di gioco più disparati. Il secondo aspetto è quello tattico, e decisamente qui i passi avanti sono sempre più evidenti, lo studio dei match e degli avversari è costante e Gaio, coi preziosi consigli di coach Silvestre, riesce sempre più ad impostare un gioco positivo in relazione anche al rapporto tra i suoi punti di forza e i limiti dei suoi avversari. Il terzo aspetto è quello atletico, e un’ottima scelta è stata quella di avere una attenzione all’alimentazione grazie al supporto di un nutrizionista: Federico ha perso 3 chili, senza però perdere in massa magra e tono muscolare e questo lo ha reso più resistente, oltre al gran lavoro fisico che gli suggerisce il coach e che lui esegue visto che è un professionista esemplare. Il quarto aspetto è forse quello più delicato, quello mentale, e c’è da far notare che Gaio tende ad essere un perfezionista, il che di per sé è anche un pregio, per una moltitudine di attività, e volendo anche per quella del tennista professionista. Ma è un pregio fuori dal campo, ove impegnarsi al massimo e tendere al top è senz’altro positivo, lo è meno dentro al campo, ove è piuttosto improbabile fare la partita perfetta, e quindi la propria percezione di sé deve fare i conti con errori, mancanze, scelte errate e via discorrendo. E il “bomber” come affettuosamente viene chiamato Federico tende a “ripensare” all’errore appena fatto o alla propria non perfezione anche durante la performance invece di “cancellarlo” come sarebbe giusto fare. Ovvio che le nostre sono considerazioni fatte su una tastiera perché quando si scende in campo è un filo più complicato avere un atteggiamento perfetto, però è importante che Gaio ci stia lavorando anche su questi pseudo-limiti, e soprattutto che il suo coach stia facendo di tutto per entrare nell’anima del suo pupillo, di comprenderne le motivazioni, la sua storia di ragazzo ora uomo, le difficoltà emotive qualora ce ne siano, insomma di “viverci” realmente insieme come bisogna fare per poter diventare un team vincente. Le prospettive sono quindi davvero invitanti, e se Federico riuscirà a mantenere questa motivazione molto forte siamo certi che anche i risultati in termini di classifica non tarderanno ad arrivare. Ricordiamoci anche che Gaio ha solo 24 anni, non è ancora nel pieno della maturità sportiva, ha margini di miglioramento giganteschi, e il fatto che qualche luce si sia spenta sopra di lui dopo che da ragazzino si era anche forse esagerato con le aspettative non può che fargli bene. Diceva un nostro vecchio maestro di cultura orientale che prima di apprezzare veramente il riso bisogna mangiare un po’ di polvere e forse adesso per Gaio, la cui posizione in classifica onestamente non corrisponde al suo valore, è giunto il momento di cominciare ad assaggiare qualcosa di più gustoso, e con l’aiuto di un coach illuminato come Daniele Silvestre questo è possibile.

Gianluca Mager è un ragazzo che si è affacciato da poco nel circuito internazionale facendo notevoli passi avanti sotto tutti i punti di vista, senza alle spalle una storia da Junior significativa: ora deve provare a implementare le sue skills, ad esempio la risposta al servizio, in particolare di diritto, migliorare la sua fase difensiva, insomma anche per il simpaticissimo tennista ligure si tratta di lavorare sodo, anche sull’aspetto fisico e di scelte di gioco. Anche per lui i quarti in un challenger sono un risultato non disprezzabile e se saprà mettere a frutto queste sconfitte con avversari comunque più avanti di lui sia per età sia per esperienza potrà ancora migliorare quel che serve per regalarsi ulteriori soddisfazioni.

Non ce l’ha fatta invece Stefano Napolitano, che dopo un primo set molto buono vinto con il belga De Greef, ha ceduto alla distanza perdendo i due set successivi: nel primo parziale livello molto alto da parte di entrambi i contendenti, con Napolitano che manteneva il pallino del gioco, dominava gli scambi e De Greef che si difendeva assai bene, grazie ad una buona attitudine agli spostamenti laterali. Fino a quando Napolitano ha mantenuto l’iniziativa tutto è andato bene, poi mano a mano il Biellese ha cominciato a spegnersi, e non c’è da preoccuparsi visto che le energie nervose non sono infinite e lui veniva da finale a Todi giocata domenica, quarti di finale qui a San Benedetto con oltretutto la finale del doppio appena conquistata in coppia con Gaio. È veramente difficile mantenere la concentrazione al top per questi livelli altissimi, dove basta davvero scendere un filo di intensità agonistica per ritrovarsi fagocitati dall’avversario di turno. In realtà così è andata oggi, con il belga che alla fine ha vinto 5-7 6-2 6-1. Per Napolitano comunque sicuro best ranking al numero 260 ATP e appuntamento da lunedì al challenger di Recanati.

Disco rosso anche per l’idolo marchigiano Gianluigi Quinzi, che ha ceduto in due set molto combattuti al francese Lestienne, che meglio si è adattato alle mutate condizioni del terreno di gioco e che ha giocato meglio i punti importanti del match, che comunque Gianluigi ha ben interpretato nel complesso. Addirittura nel primo set, perso al tie break quando era avanti 4-2, Gianluigi ha messo a segno 3 punti in più del suo avversario. Nel secondo parziale il marchigiano, che può essere contento del proprio torneo, ha subito il break al settimo gioco, senza occasioni per lui di strappare il servizio al francese. Lestienne è apparso un giocatore completo senza però grandi acuti, con questa semifinale raggiungerà la posizione numero 185 ATP come minimo e domani affronterà la grande sorpresa di questo torneo, il qualificato tedesco Kewin Krawietz che sta trovando la settimana della sua vita e oggi ha vinto 7-6 al terzo con un piccolo fenomeno come Laslo Djere.

A fine programma buone notizie per la coppia Gaio/Napolitano che ha superato la forte coppia sudamericana Galdos/Arguello, testa di serie numero 1 che in semi avevano eliminato i nostri Motti/Ghedin. Impressionanti i due azzurri Stefano Napolitano e Federico Gaio che dopo una giornata pesantissima hanno trovato le motivazioni giuste e in tutto il match hanno lasciato due sole palle break ai loro avversari, annullate per altro molto bene. Il doppio non solo è allenante per diversi fondamentali ma regala pure soddisfazioni e autostima oltre che un piccolo ma importante sostegno economico, che con le spese allucinanti che devono sostenere questi ragazzi non è irrilevante.

Risultati:

F. Gaio b. [WC] G. Mager 6-4 6-3
[5] A. De Greef b. [SE] S. Napolitano 5-7 6-2 6-1
[Q] K. Krawietz b. [Q] L. Djere 2-6 6-3 7-6(7)
C. Lestienne b. [WC] G. Quinzi 7-6(4) 6-4

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