Un rapporto sconcertante: quello della Russia fu doping di Stato a Sochi 2014. In arrivo il ban per Rio?

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Un rapporto sconcertante: quello della Russia fu doping di Stato a Sochi 2014. In arrivo il ban per Rio?

Un’indagine commissionata dalla WADA ha scoperto un vero e proprio programma di doping russo con la supervisione del Ministero dello Sport e il servizio segreto FSB tra il 2011 e il 2015. Entro poche ore la decisione su un eventuale ban totale per le Olimpiadi di Rio che scattano il 5 Agosto

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Articolo originale di BBC Sport

La Russia avrebbe messo in piedi un programma di doping avallato dallo Stato per quattro anni nella maggior parte degli sport olimpici estivi ed invernali.  Sarebbe stato pianificato e poi messo in atto da fine 2011 ad Agosto 2015 in un arco temporale che ha compreso dunque le Olimpiadi estive di Londra 2012 e quelle invernali ospitate proprio dalla Russia a Sochi nel 2014.
Un’indagine commissionata dalla WADA (Agenzia mondiale Anti-Doping) ha concluso infatti che il Ministero dello Sport russo ha diretto, controllato e sovrinteso la manipolazione di campioni di urina forniti dai propri atleti.
L’indagine stabilisce inoltre che gli atleti russi hanno tratto beneficio da quello che il report chiama “Metodo di sparizione dei positivi”, attraverso cui i campioni dei test positivi risultavano poi scomparsi.

Il Presidente del CIO Thomas Bach ha descritto le scoperte della commissione come “scioccanti e un attacco senza precedenti all’integrità dello Sport e dei Giochi Olimpici” e ha garantito che saranno applicate “le sanzioni più pesanti a norma di regolamento contro coloro implicati in esso”.

Il CIO deciderà nelle prossime oremisure preventive e sanzioni” per le Olimpiadi di Rio 2016 che iniziano il prossimo 5 Agosto. La commissione, guidata dal canadese professore di diritto e avvocato dello Sport  Dr. Richard McLaren, è andata a verificare la confessione dall’ex capo del laboratorio nazionale anti-doping russo: Grigory Rodchenkov ha dichiarato di aver dopato dozzine di atleti prima delle Olimpiadi invernali di Sochi del 2014. Rodchenkov ha ammesso di essere stato aiutato dal Servizio Segreto, l’FSB.

Ha spiegato anche di aver trovato il modo di aprire e poi di rimettere il sigillo a contenitori di urina che avrebbero dovuto essere a prova di manomissione in modo da sostituire i campioni con urina “pulita”. Mclaren ha mandato un gruppo casuale di campioni di “atleti russi protetti” di Sochi 2014 a un laboratorio anti-doping di Londra per vedere se avessero segni di manomissione intorno al collo dei contenitori

McLaren ha confermato che “il 100% dei campioni presentavano segni di manomissione” ma ha aggiunto anche che “questo non sarebbe stato visibile ad un occhio inesperto“. Ha poi dichiarato “fiducia incrollabile nelle sue scoperte e nei suoi risultati”.
Il rapporto che condanna la Russia non contiene alcuna raccomandazione ma di certo alimenta la posizione di coloro che avevano già chiesto la completa esclusione della Russia dai Giochi Olimpici di Rio 2016 in programma tra poche settimane. La squadra russa di atletica leggera è già stata esclusa dai Giochi. Solo alcuni atleti che dimostreranno di essere puliti potranno partecipare sotto la bandiera del CIO.

I risultati dell’indagine:

  • La Russia decise di barare dopo il disastroso bottino e l’undicesimo posto nelle Olimpiadi invernali di Vancouver 2010 con 15 medaglie complessive (33 a Sochi 2014, primo posto nel medagliere)
  • Ha cominciato a far sparire test positivi dai suoi laboratori anti-doping a fine 2011
  • Prima delle Olimpiadi invernali di Sochi 2014, la Russia ha creato una banca di conservazione di urina congelata e “pulita”
  • Il servizio segreto russo FSB, lavorava in un edificio adiacente al laboratorio anti-doping di Sochi, scambiando campioni di urina positivi attraverso “una buca”, aggiungendovi del sale per farli pesare allo stesso modo
  • Un agente chiave della FSB aveva accesso al laboratorio anti-doping di Sochi travestito da impresario idraulico e fognario
  • Nello scambiare i campioni, gli agenti FSB hanno lasciato minuscoli segni sui contenitori come poi scoperto dal Dr. McLaren nella sua indagine
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Test “positivi scomparsi” di atleti russi, per sport

 

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