Rio 2016: Monica Puig nella storia! Kerber cede alla distanza

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Rio 2016: Monica Puig nella storia! Kerber cede alla distanza

Ultima grande sorpresa nel singolare femminile delle olimpiadi di Rio de Janeiro. La medaglia d’oro va a Monica Piuig, che firma una storica giornata per Porto Rico. Travolta Angelique Kerber nel terzo set, qualche brivido solo nel game finale

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Leggi il profilo di Monica Puig del nostro direttore Ubaldo Scanagatta

[2] A. Kerber vs M. Puig b [2] A. Kerber 6-4 4-6 6-1 (dal nostro inviato a Rio de Janeiro)

Kerber Puig

 

Non era facile trovare una “favola” più bella di quella di del Potro. Ma il tennis femminile ci è riuscito.
Sarà Monica Puig a potersi fregiare del titolo di campionessa olimpica per i prossimi 4 anni, portando nella sua Patria di Portorico (che tecnicamente non è nemmeno un Paese) la prima medaglia d’oro della storia.

La ragazza che si era ripromessa di ripassare le parole dell’inno nazionale prima della finale perché non era sicura di ricordarsele tutte è ora entrata nella storia dello sport portoricano, e siamo sicuri darà una ventata di freschezza al circuito femminile nelle settimane e nei mesi a venire.

All’inizio il tema tattico della partita è abbastanza scontato: la bella Monica ad aggredire appena può, e l’altrettanto graziosa Angelique a far leva sulle sue grandi doti di contrattaccante per far ritorcere i colpi contro la portoricana. La Kerber sembra la più nervosa delle due, d’altronde è lei la grande favorita di questo match, la n.2 del mondo e campionessa in carica degli Australian Open. E la Puig, con il suo tipo di gioco, non può davvero permettersi di aver paura, per cui con il coraggio dell’incoscienza di chi non ha nulla da perdere, spara i suoi colpi e va diritta per la sua strada.

Dopo un’iniziale scambio reciproco di break il match segue la regola dei servizi senza troppi scossoni: è la Kerber quella che fa più fatica a comandare nel suo turno di battuta, ed è lei che deve annullare prima una palla break sul 2-3 e poi si inguaia andando 0-30 sul 4-5 per finire con il cedere servizio e set dopo 38 minuti.
La sua faccia è una maschera di tensione, chiede l’intervento del fisioterapista durante la pausa tra il primo ed il secondo set ed esce dal campo per farsi massaggiare la zona lombare. La tedesca rimane fuori dal campo per circa 5 minuti, e nonostante lo stretching ed alcuni servizi di prova, quegli attimi che la Puig ha passato a ragionare sul traguardo che stava facendosi più vicino, un traguardo che nessun atleta portoricano nella storia ha mai raggiunto, devono aver sicuramente contribuito ad aumentare il nervosismo. Tre gratuiti infatti regalano il break in apertura alla Kerber, che con grande esperienza scappa subito 2-0 grazie anche a due rapidi ace. Angie manca la palla del 3-0 pesante, che avrebbe quasi chiuso il set, ma la Puig non molla e grazie alle sue accelerazioni di rovescio rimane in scia dell’avversaria. La Kerber però è vispissima alla battuta, mette a segno due ace a game anche nei due seguenti turni di battuta, scegliendo con grande cura le traiettorie e cogliendo in contropiede la Puig, che dal canto suo continua a picchiare con il rovescio a più non posso.
Il “pocket rocket” di Portorico, come viene chiamata la Puig, ascolta i suoi concittadini che dalle tribune le urlano “Sì, se puede”, trasposizione ispano-tennistica dell’obamiano “Yes, we can”, e va alla caccia del controbreak, che arriva all’ottavo game, quando sul 15-40 la Kerber manca un diritto al volo conclusivo dopo uno scambio mozzafiato.
Sul 4-4 la Portoricana arriva a 5 punti dalla medaglia d’oro (40-30) e forse viene colta dalla sindrome di Icaro. Prima concede una palla break con una palla corta non troppo sensata, annullandola bene. Poi commette doppio fallo, ed infine subisce un grande rovescio incrociato della Kerber. La tedesca va a servire per il set, e si vede cancellare uno dopo l’altro quattro set point da grandi punti della Puig. Il quinto però è quello buono, e dopo 1 ora e 28 si va al terzo set.

Angie fa un’altra passeggiata negli spogliatoi, questa volta per una pausa fisiologica, ed al ritorno trova una Puig molto meno intimorita del set precedente: la portoricana tiene il servizio a zero e poi ottiene addirittura il break a suon di rovesci vincenti. Il suo ottimo schema a portare fuori dal campo la Kerber dalla parte sinistra per poi punire con un rovescio lungolinea paga dividendi, e con un altro turno di battuta molto autoritario la Puig va in vantaggio 3-0. La faccia della tedesca al cambio di campo è tutto un programma, e le sue reazioni diventano ancora meno teutoniche nel game seguente, quando cede la battuta da 40-15 e si trova invischiata in uno 0-4 che sa di condanna. A stento si trattiene dal fracassare la racchetta, mentre la sua avversaria continua a giocare, sempre più su una nuvola, e quando sul 40-30 anche il punto più rocambolesco del match prende la via di Portorico, sembra davvero che gli Dei abbiano scelto.

Un primo match point se ne va in corridoio sul 5-0, ma si pensa che sia solo questione di qualche minuto. Il game successivo però è uno di quelli che si ricordano: 0-40, tre palle break per un improbabile inizio di rimonta. Le prime due vengono annullate di rovescio dalla Puig, ma sulla terza Angelique mette in rete uno smash piuttosto semplice dal centro del campo. Ci sono altre tre palle break per Angie, nessuna delle quali frutta il game, ci sono altri due match point per la Puig, che se ne vanno uno dopo l’altro. Il game si conclude dopo 18 punti, quando un diritto anomalo finisce in corridoio e Portorico può finalmente festeggiare la sua prima medaglia d’oro nella storia delle Olimpiadi.

Questa 22enne, al suo esordio olimpico, che prima di questo torneo aveva battuto una sola volta una giocatrice classificata entro le prime 10 (la nostra Sara Errani a Wimbledon nel 2013), è arrivata alla medaglia d’oro sconfiggendo sulla sua strada tre campionesse di Slam ed aggiudicandosi quello che è solamente il suo secondo torneo della carriera. “In ogni incontro che ho giocato sono migliorata e migliorata, sono diventata più potente, più veloce, ho iniziato a credere di più in me stessa” ha detto Monica ai microfoni nel dopo partita. Se dovesse continuare così, la bellissima sorpresa potrebbe diventare qualcosa in più.

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L’Ucraina rimanda la decisione sul boicottaggio di Parigi 2024, mentre aumenta il pressing politico sul mondo dello sport

Venerdì prossimo i Ministri dello Sport europei si incontreranno a Londra per discutere la questione dell’ammissione di atleti russi e bielorussi sotto bandiere neutrali. Ma Kiev avverte: “Noi siamo fortemente contrari finché la guerra non cesserà”

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Thomas Bach, Presidente CIO (foto Twitter @iocmedia)

Il Comitato Olimpico Nazionale Ucraino (NOCU) ha rimandato la decisione su un eventuale boicottaggio delle prossime Olimpiadi di Parigi 2024, nel caso in cui venga confermata dal CIO la partecipazione degli atleti russi e bielorussi alla rassegna a cinque cerchi. Il rinvio di tale presa di posizione è stato conseguenza della mancata “ufficialità” dell’iniziale apertura proposta dal Comitato Olimpico Internazionale e risalente allo scorso 25 gennaio. Inoltre, da Kiev non si sono voluti esprimere compiutamente prima della riunione che si terrà venerdì prossimo – il 10 febbraioa Londra tra tutti i Ministri dello Sport dei Paesi europei. Il NOCU, dunque, per ora si è unicamente limitato ad approvare quei piani programmatici propedeutici ad infondere pressione sui vari dirigenti dei diversi comitati olimpici di tutto il mondo, per raggiungere il proprio obbiettivo: l’esclusione degli atleti di nazionalità russa e bielorussa dai Giochi Olimpici che andranno in scena nell’estate 2024.

Vadym Guttsait, Ministro dello Sport ucraino nonché Presidente del Comitato Olimpico Nazionale dell’Ucraina, ha spiegato che i membri dell’assemblea del NOCU hanno votato a favore di “consultazioni sulla prevenzione della partecipazione di atleti russi e bielorussi a tutte le competizioni internazionali e di un possibile boicottaggio dei prossimi Giochi Olimpici“. Il capo dello sport ucraino ha poi proseguito affermando: “L’idea del CIO sarebbe quella di permettere la partecipazione di sportivi russi e bielorussi a Parigi 2024 in quanto ‘atleti neutrali’, quindi privi di bandiere e inni nazionali. Noi siamo fortemente contrari a questa eventualità, finché la guerra non cesserà“.

Il NOCU si riaggiornerà per ridiscutere la questione, con un’assemblea straordinaria indetta ad hoc, tra due mesi.

 

IL VERTICE DI LONDRA

Ma come già preannunciato ad indirizzare la contesa in una direzione o nell’altra e quindi potenzialmente a far saltare definitivamente i cocci del vaso, potrebbe essere il vertice che andrà in scena tra meno di sette giorni nella capitale britannica. Il vertice di tutti i Ministri dello Sport delle nazioni del Vecchio Continente per cercare di dirimere una volta e per tutte l’annosa questione. A rivelare l’importanza di tale incontro, è lo stesso Guttsait nel corso della conferenza stampa a latere dell’assemblea del NOCU che ha rinviato ulteriormente la decisione sul boicottaggio: “La Gran Bretagna riunirà un vertice dei Ministri europei dello Sport per venerdì prossimo con l’obiettivo di discutere la questione dell’ammissione di russi e bielorussi. I capi dei Comitati olimpici nazionali di Lituania, Lettonia e Polonia sostengono l’Ucraina, questi tre Paesi hanno difatti già fatto una dichiarazione in tal senso“.

Dunque come si può facilmente dedurre, l’Ucraina è stata già supportata da altre tre nazioni europee nella richiesta al CIO di escludere russi e bielorussi da Parigi 2024. Il NOCU ha inoltre inviato al Presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach, ma anche alle Federazioni Internazionali delle varie discipline e ai vari Comitati Olimpici Nazionali, una serie di lettere formali volte a sollecitare il mantenimento in vigore delle sanzioni ai danni della Russia e della Bielorussia fin quando il conflitto non terminerà. Il Ministro dello Sport ucraino ha poi proseguito il suo intervento: “Tutto dipende da noi dirigenti sportivi – non solo dai membri del NOCU – e da come lavoreremo, perché non esiste una decisione ufficiale sulla partecipazione di sportivi russi e bielorussi a determinate condizioni. Dobbiamo intervenire tutti in questo processo, i comitati olimpici nazionali e i presidenti di tutte le federazioni. Dobbiamo lavorare su questo tema perché non dipenda solo dal CIO, ma anche dalle Federazioni internazionali di ogni sport. È molto importante che ogni membro della nostra famiglia olimpica lavori sulla propria posizione e metta in evidenza che non si possano vedere ed incontrare gli sportivi russi e bielorussi in competizioni internazionali“.

INTANTO BACH DICE NO ALL’INVITO DI ZELENSKY A BAKHMUT

Nel frattempo, le pressioni dell’Ucraina continuano su tutti i livelli. Per ora però con alterne fortune, infatti il Presidente del CIO Bach ha rifiutato l’invito del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a far visita alla località di Bakhmut, una delle città colpite più duramente dalla guerra. Ciò è stato reso noto dallo stesso CIO tramite comunicato stampa, secondo cui: “al momento non esiste in programma un ulteriore viaggio in Ucraina“.

Zelensky aveva invitato Bach per mostrargli: “con i propri occhi che la neutralità non esiste“. L’ultima visita del Presidente del CIO nel Paese dilaniato dal conflitto risale allo scorso luglio. Va comunque precisato, che lo stesso Bach aveva espresso senza dubbi che a livello generale, quindi politico ed economico ma non a carattere sportivo, “le sanzioni contro i governi russi e bielorussi non sono negoziabili. Perché sia chiara una cosa, non stiamo parlando di atleti russi e bielorussi ma di atleti neutrali che rispettano le rigide condizioni che abbiamo stabilito, inclusa l’assenza di identificazione con il loro Paese e il con il loro Comitato Olimpico Nazionale ma anche il pieno rispetto delle norme anti-doping“.

LA POSIZIONE DEI COMITATI OLIMPICI DI STATI UNITI E PAESI BALTICI

Nelle ore che hanno preceduto la riunione del NOCU si sono registrate anche le prese di posizione dei Comitati Olimpici di altre nazioni. In particolare gli Stati Uniti sostengono il ban degli sportivi russi e bielorussi dalle prossime Olimpiadi di Parigi 2024, a meno che non sia “assolutamente chiaro” che non rappresentino i loro Paesi di appartenenza. Lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca Katerine Jean-Pierre.

Sulla stessa linea, i Paesi Baltici con la Lettonia, la Lituania, l’Estonia e la Polonia forti e unite nel sostenere con decisione l’incessante richiesta dell’Ucraina di bandire – senza dunque alcun trattamento più morbido – i russi e i bielorussi dalle competizioni internazionali, compresa ovviamente la più importante di esse: i Giochi Olimpici. I Ministri dello Sport delle quattro nazioni sopra citate, in una nota congiunta si sono espressi contrariamente alle aperture del CIO perché consentono: “allo sport di essere utilizzato per legittimare le decisioni politiche distogliendo così l’attenzione dall’aggressione contro l’Ucraina“.

La pressione politica dell’Ucraina sulla questione è tuttavia attiva da diverse settimane, con svariati esponenti di spicco politici e atleti pronti a seguire la parola di Zelensky: “Non esiste neutralità quando è in corso una guerra come questa. E sappiamo quante volte le tirannie cercano di usare lo sport per i loro interessi ideologici“.

Questo invece l’intervento in merito alla vicenda della portavoce della Casa Bianca: “La sospensione degli organi di governo nazionale dello sport di Russia e Bielorussia dalle Federazioni sportive internazionali, la rimozione di individui strettamente allineati con gli stati di Russia e Bielorussia, inclusi funzionari governativi, ma anche coloro che godono di posizioni di influenza in federazioni sportive internazionali, come consigli di amministrazione e comitati organizzativi; sono interventi imprescindibili per rispondere compiutamente alle barbarie commesse dalla Russia. Inoltre in questi mesi si è reso anche necessario incoraggiare le organizzazioni sportive nazionali ed internazionali a sospendere le trasmissioni di competizioni sportive in Russia e Bielorussia. Quindi, se atleti russi e bielorussi dovessero partecipare alle Olimpiadi deve essere assolutamente chiaro che non rappresenteranno la Russia o la Bielorussia. Anche l’uso di bandiere, emblemi o inni deve essere vietato“.

Anche campioni dello sport continuano a far sentire la loro voce contraria alla partecipazione di russi e bielorussi a Parigi 2024, l’ultima in ordine di tempo è stata Elina Svitolina.

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Flash

Olimpiade Parigi 2024: la finale maschile si giocherà al meglio dei 5 set

A Parigi, nello stadio del Roland Garros, la medaglia d’oro maschile verrà assegnata come in una finale Slam

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Court Philippe-Chatrier - Roland Garros 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)

Le prossime Olimpiadi si terranno nel 2024 a Parigi e per i tennisti sarà un ritorno a casa. L’impianto scelto per ospitare i tornei di tennis è ovviamente lo stesso del Roland Garros. Si giocherà sulla terra rossa come non accade da Barcellona 1992, dove a ottenere la medaglia d’oro furono lo svizzero Marc Rosset e l’americana Jennifer Capriati.All’ultima Olimpiade di Tokyo 2020, la finale è stata vinta da Alexander Zverev su Karen Khachanov 6-3 6-1. Il tedesco, nel suo percorso, battè Djokovic togliendogli il sogno del Golden Slam.

L’Olimpiade all’ombra della Tour Eiffel porta con sé anche una novità: la finale maschile che assegnerà la medaglia d’oro si giocherà al meglio dei cinque set, come avviene durante la stagione solo nei tornei del Grande Slam. Ma parliamo solo della finale: il resto del torneo, compresa la “finalina” per assegnare la medaglia di bronzo, si giocherà al meglio dei tre set.

Il presidente del comitato olimpico spagnolo Alejandro Blanco si è già sbilanciato, inserendo tra i favoriti per la vittoria della medaglia d’oro 2024 Rafael Nadal, già vincitore dell’oro a Pechino 2008 in singolare, e in doppio a Rio 2016 con Marc Lopez: “Se ci andrà, vincerà sicuramente una medaglia”.

 

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Olimpiadi

Ubi Radio Olimpiadi – Dodicesima giornata di Tokyo 2020: la debacle delle squadre

Lo straordinario oro nell’inseguimento di ciclismo su pista rende meno amaro il peggior risultato negli sport di squadra da Monaco ’72

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Filippo Ganna e la squadra di inseguimento ha vinto una splendida medaglia d’oro nell ciclismo su pista, con una rimonta spettacolare nell’ultimo chilometro contro i campioni del mondo in carica della Danimarca.
Giornata da dimenticare per gli sport di squadra italiani: brutta sconfitta per la nazionale di pallavolo femminile, fermata 3-0 con la Serbia e autrice di una prova incerta e opaca. Sconfitto anche il settebello di pallanuoto, sempre dalla Serbia, non lasciando più nessuna squadra italiana in gara dopo i quarti di finale: non accadeva da Monaco ’72.
Le speranze sono ora concentrate sulla 10 chilometri di nuoto con Gregorio Paltrinieri, Elia Viviani nell’Omnium del ciclismo su pista e nella staffetta 4×100 metri di atletica nella quale corrono il neo campione Marcell Jacobs e la promessa Filippo Tortu.

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