ATP Ranking: e se le Olimpiadi avessero attribuito punti?

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ATP Ranking: e se le Olimpiadi avessero attribuito punti?

Sono state le Olimpiadi di Andy Murray e Juan Martin del Potro, ma i due finalisti avrebbero ottenuto ben altri riconoscimenti se i giochi di Rio fossero stati validi per le classifiche ATP. Qualcosa deve cambiare nel regolamento olimpico?

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La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata da un’anomalia rispetto alla solita routine dell’ATP World Tour: si è disputato un solo torneo del circuito principale, quasi del tutto ignorato dai più a causa del torneo olimpico. La vittoria del veterano Karlovic a Los Cabos è passata quasi inosservata, nonostante si sia giocata una delle finali più vecchie che la storia ricordi (circa 72 anni complessivi tra Karlovic e Feliciano Lopez) e nonostante la vittoria del gigante croato sia la seconda in poche settimane nella terza finale negli ultimi quattro tornei disputati. Grazie a questa vittoria, Karlovic risale quattro posizioni e rientra nella top-20 al numero 20. Come lui, anche Cuevas rientra tra i 20, salendo al 19 e guadagnando due posizioni. Escono dalla top-20 Tomic (ora 21) e Isner (22), mentre non si segnalano variazioni nella top-10, ad eccezione dell’avvicendamento al 9 tra Thiem e Tsonga, ora 10.

Poche variazioni di rilievo nella top-100, mossa anche dai punti acquisiti nei tonei ATP Challenger, tra cui spicca il balzo di Evans (+20, ora numero 60), che ha battuto il numero 423 Norrie nella finale ad Aptos. Per Evans, terzo trionfo nel circuito Challenger 2016 (Drummondville, Taipei, Aptos) al netto di cinque finali disputate (sconfitte a Dallas da Edmund ed a Busan da Kravchuk). Anche Florian Mayer, vincendo il challenger di Portoroz risale alla 73esima posizione (+20). Pesanti invece i cali di Chardy (-14, sceso al 53), Millman (-17, sceso al 91) e soprattutto di Gulbis (-39, precipitato al 100).Sempre soltanto tre gli italiani in top-100: Fognini risale due posizioni (38), Lorenzi una (40), Seppi ne perde tre (74). Fognini resta numero 1 italiano per soli 45 punti. Notevole il salto all’indietro di Vanni (-34, ora 170), importante il salto in avanti del diciannovenne Bahamonde (+27, ora 344, 5 posti dietro a Quinzi), sconfitto ai quarti di finale da Caruso a Fano.

Pochissime variazioni importanti nella Race to London: i primi 20 restano invariati, mentre Karlovic fa segnare un +7 e sale al 21esimo posto, ancora molto lontano dall’ottavo posto occupato da Monfils, che ha circa il doppio dei punti.

 

Dato che l’argomento è stato spesso dibattuto negli ultimi mesi, nei commenti ed anche negli articoli, abbiamo deciso di compilare una classifica parallela, considerando le Olimpiadi come fossero un torneo ufficiale ATP, con tanto di assegnazione punti validi per il ranking. Nonostante nel 2012 vennero assegnati 750 punti al vincitore, questa volta abbiamo deciso di considerare le Olimpiadi alla stregua di un Master 1000, con l’unica ovvia eccezione dei 480 punti “ad hoc” assegnati alla medaglia di bronzo.

Ranking_50

Come mostra la tabella, se le Olimpiadi avessero dato i punti che danno i Master 1000, ora avremmo Nadal al numero 4, Nishikori al 6, Monfils in top-10, Bautista Agut tra i 16 e così via. Ovviamente su tutti spicca l’incredibile balzo che avrebbe fatto Juan Martin Del Potro che sarebbe prepotentemente rientrato tra i primi 50 guadagnando quasi 100 posizioni e dunque non avrebbe avuto bisogno di una wild card per gli US Open. L’attuale numero 141 al mondo, finalmente vicino ai suoi migliori livelli, si sarebbe trovato al numero 45, con un saldo punto più che raddoppiato grazie ai 600 punti ottenuti giungendo in finale.

Race_50

Se è vero che per Murray la seconda vittoria olimpica avrebbe cambiato ben poco in termini di ranking attuale, molto diversa sarebbe stata la situazione nella race. Lo scozzese, che comunque sarà impegnato a Cincinnati e cercherà di accorciare su Djokovic che ha dato forfait, si troverebbe a soli 825 punti, situazione quasi identica a quella verificatasi dopo la vittoria a Wimbledon. Il forfait di Murray in Canada ha sicuramente pagato alle Olimpiadi, mentre la partecipazione di Djokovic ha consentito a quest’ultimo di portarsi a +1,815 punti: se Murray vorrà diventare numero 1 a fine anno, a Cincinnati dovrà sicuramente accorciare sensibilmente e se arrivasse in finale si riporterebbe a 1,215 punti, anche se i sogni di gloria dello scozzese nei confronti del numero 1 mondiale fanno rima con la vittoria a Cincinnati. Anche nella race, il balzo di Del Potro sarebbe stato veramente eccezionale, 76 posizioni, numero 33 e la concreta possibilità di giocare gli Australian Open 2017 da testa di serie.

Al di là di tutte le considerazioni fatte sull’opportunità di partecipare o meno alle Olimpiadi, con il senno di poi e queste classifiche parallele, siete ancora convinti che le Olimpiadi non debbano assegnare punti, restate invece dell’idea che si debbano assegnare punti o ancora avete cambiato opinione guardando le nuove classifiche?

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ATP Ranking: Djokovic torna sul trono. Sinner perde una posizione, Berrettini scivola al n.66

Arnaldi, gli ottavi valgono il best ranking al n. 47. Jannik è quarto nella Race, le ATP Finals si avvicinano. Il punto su Ranking e Race to Turin nel link all’interno dell’articolo

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Novak Djokovic - US Open 2023 (Twitter @atptour)
Novak Djokovic - US Open 2023 (Twitter @atptour)

La classifica ATP aggiornata e commentata, con le prime 20 posizioni, la situazione degli italiani e la Race to Torino, è disponibile sul sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.

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Non bisogna mai sottovalutare il cuore di un campione”

 

Facciamo nostra la frase che Rudy Tomjanovich pronunciò riferendosi di Akeem Holajuwon all’indomani della vittoria dei suoi Houston Rockets nel campionato NBA ’95; la usiamo a proposito del cuore di Daniil Medvedev che il 99% degli appassionati di tennis di tutto il mondo dava per sicuro perdente alla vigilia della semifinale contro l’ex numero 1 del mondo Carlos Alcaraz.

Daniil da campione li ha smentiti ponendo così momentaneamente fine al monopolio esercitato dalla premiata coppia Djokovic&Alcaraz nelle finali che contano nella seconda metà della stagione.

Il suo sogno di bissare il successo del 2021 si è infranto contro il cuore e la classe di un Campione ancora più grande di lui, Novak Djokovic, che ha così suggellato da par suo l’ennesima riconquista della prima posizione mondiale. Per lui anche la soddisfazione di avere eguagliato il record di Margaret Court Smith per numero di major vinti in singolare: 24.

Il preannunciato annunciato sorpasso al primo posto effettuato da Djokovic ai danni di Alcaraz è la principale ma non l’unica novità che troviamo ai vertici del ranking; le più significative sono rappresentate dal ritorno di Alexander Zverev tra le prime dieci posizioni dopo quasi un anno di assenza e il debutto di Ben Shelton, grande protagonista dello slam statunitense, tra i primi venti giocatori del mondo.

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WTA Ranking: Sabalenka è la ventinovesima n.1 della WTA. Gauff in terza posizione

La sconfitta agli ottavi a New York fa perdere il n.1 a Iga Swiantek, che cede lo scettro a Aryna Sabalenka. Coco Gauff si porta subito dietro alla bielorussa e alla polacca. Balzo in avanti di Lucia Bronzetti

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Aryna Sabalenka - US Open 2023 (Twitter @usopen
Aryna Sabalenka - US Open 2023 (Twitter @usopen)

Il seguito del video è presente sulla sezione dedicata allo US Open 2023 del sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.

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Dopo una rincorsa durata tutta la stagione, finalmente Aryna Sabalenka ce l’ha fatta e, nella classifica di oggi, supera Iga Swiatek. Sabalenka è la ventinovesima tennista a raggiungere questo risultato. La striscia di settimane al vertice di Swiatek si conclude, quindi, a 75, appena sopra Caroline Wozniacki (71) ma ancora lontana da Lindsay Davenport (98). Aryna non è riuscita a coronare questo traguardo con la conquista del suo secondo titolo slam. Tuttavia, con un Australian Open, una finale a New York e due semifinali nei restanti major, non può che essere lei la legittima regina del ranking. Recentemente, Sabalenka aveva affermato che ciò che davvero le importa non è solo diventare n.1 ma soprattutto riuscire a terminare la stagione al vertice. Considerando i punti in scadenza a lei e alla sua diretta inseguitrice, ha ottime possibilità di riuscirci. L’ultimo major dell’anno, quindi, ci regala una nuova campionessa Slam, Coco Gauff. La vittoria a Flushing Meadows (ma più in generale un’estate da sogno con le vittorie nel WTA 500 di Washington e nel WTA 1000 di Cincinnati e poi, appunto, a New York) la proietta alle spalle di Sabalenka e Swiatek. Sarebbe scontato affermare che Gauff possa ambire a vincere altri major e che, prima o poi, si prenderà il n.1. La storia della WTA è ricca di atlete che, dopo uno slam, non sono riuscite, per svariate ragioni, a tener fede alle aspettative (Raducanu, Stephens, Andreescu per esempio). Non sembra il caso di Coco, che sotto la sapiente guida di Brad Gilbert sembra aver raggiunto un livello di gioco mai visto prima. E le italiane? Cocciaretto e Paolini sono state eliminate al primo turno. Mentre Elisabetta retrocede ed esce dalla top30, Jasmine guadagna qualche posizione e stabilisce un nuovo best ranking. Il terzo turno a New York fa recuperare a Lucia Bronzetti 16 posti, ma resta lontana dal suo miglior piazzamento.

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US Open, caccia al numero uno: Djokovic vede da vicino la vetta, Sabalenka riuscirà a prendersi lo scettro?

Al serbo basta raggiungere il secondo turno allo US Open per tornare in cima senza guardare Alcaraz, mentre tra la bielorussa e Swiatek è sfida a chi arriva più avanti

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L’inizio dello US Open della è ormai alle porte – primi incontri del tabellone principale pronti a scattare lunedì 28 agosto – e freme l’attesa non solo per capire chi alzerà il trofeo quest’anno, ma anche per sapere chi sarà il numero della classifica mondiale dopo l’ultimo Slam della stagione. La lotta per la vetta del ranking sia tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz sia tra Iga Swiatek e Aryna Sabalenka tiene banco ormai da settimane. A Flushing Meadows potrebbero avvenire sostanziali cambiamenti.

A Novak Djokovic basterà, infatti, raggiungere il secondo turno dello Slam newyorkese per essere sicuro di tornare numero uno del mondo indipendentemente da ciò che farà Carlos Alcaraz. Com’è possibile? Presto detto. Djokovic l’anno scorso non ha partecipato allo US Open a causa delle note questioni legate al vaccino anti Covid-19 e, di conseguenza, non ha punti in uscita in questa edizione. Il distacco tra il serbo e Alcaraz è minimo – appena 20 lunghezze di vantaggio per lo spagnolo – e quest’ultimo deve invece difendere la vittoria dello scorso anno. Tradotto in altri termini: Alcaraz può perdere o confermare i 2000 punti del titolo 2022, mentre Djokovic guadagnerà solamente. I 45 punti ottenuti con un passaggio al secondo turno basterebbero al serbo per scavalcare il rivale e ritoccare così il suo record di settimane in vetta alla classifica: da 389 a 390. 

Storia un po’ più complicata per quanto riguarda la lotta in campo femminile tra Iga Swiatek e Aryna Sabalenka. Le due sono separate attualmente da 1.209 punti – 9.955 punti la polacca, 8.746 punti la bielorussa –, ma Iga deve difendere la vittoria a Flushing Meadows del 2022. Questo significa che, come per Alcaraz, ha in scadenza una cambiale da ben 2000 punti, mentre Sabalenka vedrà uscire “solo” i 780 della semifinale persa proprio contro la polacca. 

 

In virtù di questi numeri la distanza tra le due non è poi così ampia. Anzi dando uno sguardo alla classifica live – cioè quella che tiene presente in tempo reale tutti i movimenti di punti – notiamo che Sabalenka da lunedì 28 sarà in testa di 11 lunghezze. Margine ridottissimo che apre a tre scenari: Swiatek ancora numero a fine US Open se avrà passato un turno in più della bielorussa; Aryna numero uno se o le due contendenti dovessero uscire allo stesso punto del torneo o la polacca perdesse prima di lei. Un’altra ghiotta occasione per Sabalenka di arrivare alla tanto agognata vetta del ranking, uno dei suoi dichiarati obiettivi stagionali, magari proprio con un trionfo in finale su Swiatek.

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