US Open, italiani: Lorenzi quasi eroico fa paura a Murray. Serve per il primo, vince il secondo e cede al quarto set (audio)

US Open

US Open, italiani: Lorenzi quasi eroico fa paura a Murray. Serve per il primo, vince il secondo e cede al quarto set (audio)

Il cuore di Paolo Lorenzi non basta per avere la meglio sul numero due del mondo Andy Murray. L’azzurro gioca un match sontuoso, serve per il set nel primo parziale poi perso al tiebreak, e costringe l’avversario al quarto prima di capitolare con onore. Murray troverà Dimitrov agli ottavi

Pubblicato

il

 

[2] A. Murray b. P. Lorenzi 7-6(4) 5-7 6-2 6-3 (dal nostro inviato a New York)

Stats Lorenzi-Murray

Un grande Paolo Lorenzi esce tra gli applausi dell’Arthur Ashe dopo aver perso una grande partita (probabilmente la migliore della sua carriera) contro Andy Murray. L’azzurro ha impressionato per aver non di rado accorciato gli scambi scendendo a rete, oltre a essere stato perfetto dal fondo, dove alla nota solidità ha associato una profondità che in pochi si apettavano. Lo stesso Murray ha sbagliato molto proprio perchè sorpreso dalla grande competitività del senese, al punto che ha preso il sopravvento solo nel terzo set, dopo che le prime due ore di partita si erano chiuse con un set per parte. Vale davvero la pena ascoltare l’audio dell’intervista che Luca Baldissera ha fatto all’uscita dal campo a coach Claudio Galoppini.

Lorenzi si toglie la soddisfazione di giocare per la prima volta in carriera sull’Arthur Ashe nel match a pronostico chiuso contro il n.2 del mondo Andy Murray. Si registrano due soli precedenti, la cui lontananza nel tempo è indicativa della diversità delle due carriere: nel 2006 al primo turno dell’ATP australiano sul cemento di Adelaide l’allora n.252 del mondo, proveniente dalle qualificazioni, riuscì a strappare il primo set all’emergente Murray, allora n.64 ATP (3-6 6-0 6-2). L’anno prima (2005) il diciottenne di Dunblane negò al ventitreenne azzurro l’accesso al tabellone principale, battendolo nelle qualificazioni in due set per 6-3 6-2. Paolo non avrebbe nulla da chiedere di più a questo torneo (e a questa annata, che è la migliore della sua carriera), inoltre nelle 11 sfide contro un top10 ha sempre perso. Il suo gioco da lottatore dal fondo non sembra avere nessuna caratteristica per contrastare la spaventosa solidità del vincitore di Wimbledon e Olimpiadi, ma nei cromosomi del tennista di Siena c’è la granitica convinzione che nessuna partita è persa fino a quando non si stringe la mano all’avversario. Ad ogni scambio, c’è da giurarlo, vedremo Paolino correre come un ossesso. L’unica incognita a questo proposito riguarda lo stato di forma dell’italiano, che ha chiuso il match di 4 ore e 54 minuti con Simon dopo ripetuti attacchi di crampi.

Sono le 15:23 quando lo speaker del campo principale di Flushing Meadows annuncia: “Signore e signori, diamo il benvenuto a Paolo Lorenzi” e il pubblico risponde con calore a questo italiano che, un passo alla volta, si è guadagnato il pieno diritto a sfidare sull’Arthur Ashe Andy Murray, al quale è ovviamente tributato un boato. Dopo che Serena Williams ha schiantato in due set la giustiziera di Karin Knapp, Johanna Larsson, i tifosi presenti all’inizio di questa partita del fresco ma nuovolso sabato pomeriggio newyorkese non sono molti, ad occhio si stima all’inizio del match più di un terzo di posti vuoti.
Alla prima pausa sul 2-1 Murray, i maxi schermi dell’Ashe rivelano a tutti la presenza di Kevin Spacey: difficile che il grande attore sia qui per un anonimo terzo turno del campione di 3 Slam, per cui non può che essere l’altro il tennista ad aver attratto qui il due volte premio Oscar de “I soliti sospetti” e “American Beauty”… Battute a parte, assisterà a un grande match.
Nel frattempo il prossimo n.1 azzurro sta servendo molto bene, ma nel sesto gioco il servizio d’improvviso lo abbandona: è costretto ad annullare ben 4 palle break, la prima con un drop-shot da applausi, la seconda e la terza per due errori di Murray e la quarta addirittura con un coraggioso e pregevole serve&volley, uscendo indenne da un game durato 13 scambi.
Sul 4 pari, si eleva un grido solitario, “Forza Paolo!”, che si rivela premonitore: nel nono game il primo break del match è di Lorenzi, che sale 30-40 e continuando a colpire con profondità dal fono costringe all’errore Andy. Dopo 39 minuti l’italiano serve per il primo set. Lì Murray si fa più aggressivo in risposta, sale 15-30 e Lorenzi fallisce due dritti consecutivi: il primo a chiudere è appena largo e il secondo si spegne in rete. Immediato contro break e tutto da rifare per l’azzurro. Due game più tardi si arriva così al tie-break.
La tensione, per motivi opposti, attanaglia entrambi e i primi 4 punti sono vinti dal giocatore in risposta, poi una risposta fulminante di Murray e un dritto dell’inglese chiamato erroneamente “out” da Lorenzi concedono al campione di Wimbledon 3 set-point (6-3): la seconda è quella buona. Il primo set è durato un’ora netta, Lorenzi ha giocato alla pari ma Murray, pur al di sotto dei suoi standard, ha avuto il merito di giocare meglio i punti più importanti: è questa la caratteristica che Rino Tommasi chiama classe.

In avvio di secondo set, sul 30 pari, un lob di Murray finisce piuttosto fortunosamente all’incrocio delle righe, Lorenzi può solo buttare la palla dall’altra parte della rete, drop-shot dello scozzese e il recupero di Paolo è lungo. Subito break Murray, anche fortunato: ci sarebbe di che scoraggiarsi, ma il guerriero di Siena indovina il pefect game. Viene due volte a rete e per due scambi sembra Pat Rafter con un vincente in contro balzo da metà campo e un bel serve&volley, poi una palla in rete di un sorpreso Andy è il preludio a una cannonata dalla riga di fondo del nativo di Roma che il campione di Dunblane non controlla. Un gioco pari, con Lorenzi che allunga a 8 la striscia di punti consecutivi tenendo a zero il servizio del terzo game.
Si sono giocati un’ora e 13 minuti di partita e lo stadio si alza in piedi quando viene inquadrata la leggenda vivente Billie Jean King, che qui ha vinto 13 volte e infatti l’impianto porta il suo nome. Sul 3-2 e servizio Murray, il nostro tennista rimonta da 30-0 grazie a un gioco dal fondo perfetto: risponde colpo su colpo con la necessaria profondità e lo scozzese è sempre il primo a sbagliare, visibilmente sorpreso della competitività dell’avversario, al punto che cede il servizio con un doppio fallo. 4-2 e servizio Lorenzi, che conferma il break e sale 5-2 quando scocca l’ora e mezza di partita. 5 minuti dopo, sul 5-3 Lorenzi serve anche per il secondo set. Lì sul 15-30 assistiamo a uno scambio infinito, ma il braccio di ferro viene infine vinto da Murray, con un gran vincente di dritto. Il legionario ha combattuto come un centurione, ma è sfinito e il rovescio in rete con cui restituisce il break ne è la naturale conseguenza, ma nessuno dica che ha avuto il braccino, per favore! Semmai, il braccino lo ha avuto quando ha servito per il primo set, giocando davvero troppo morbido. Memore di questo, al momento di servire per il secondo ha fatto l’errore opposto: ha tirato a tutto braccio, ma il britannico ha spesso sbagliato (alla fine dei primi due set si conteranno 47 errori gratuiti) quando gli arrivavano colpi leggeri, con poco peso. Lo 0-30 iniziale è stato frutto di questo errore tattico dell’azzurro, per quanto comprensibilissimo.
Il match prosegue e quando, sul 5-4 Lorenzi, servizio Murray e 40-30, Paolo costringe Andy ai vantaggi, il pubblico gli tributa un grande applauso: impossibile non simpatizzare per uno come Paolo Lorenzi, che sul 5 pari 30-15 ringrazia gli appassionati con un rovescio vincente lungo linea al bacio.
Il n.1 italiano, dopo 1 ora e 55 minuti, ha due set-point (6-5 servizio Murray, 15-40), frutto di due errori dell’avversario e di un punto, sullo 0-15, che fa alzare in piedi l’Arthur Ashe e ci ricorderemo a lungo: palla corta sublime di Lorenzi su passante di rovescio del bicampione olimpico, recupero Murray, voleè alta dell’italiano che scavalca l’avversario e recupero di Murray che si spegne in rete. Lo scozzese manda lungo un dritto e Dopo 1 ora e 57 minuti siamo 1 set pari, impensabile all’inizio del match!

In apertura di terzo set l’italiano è visibilmente provato: a quasi 35 primavere (è nato il 15 Dicembre 1981) ha corso come un indiavolato per due ore, dopo averlo fatto due giorni fa per quasi 5 contro il n.30 ATP Gilles Simon. Cede la battuta alla seconda palla break, poi sul 2-0 evita il secondo break consecutivo annullando due break-point all’avversario sul 15-40.
Da segnalare che fino a questo momento il n.40 ATP ha il 100% di palle break vinte: 4 su 4
, a dimostrazione che in questa partita la classe non manca dalle parti di Siena. Dall’altra parte della rete, il n.2 del mondo ha portato a casa 4 palle break su 11, il 36,4%. Da lì in poi però il campione di Dunblane prende il largo: strappa la battuta all’avversario anche nel quinto game e vola 5-1, prima di chiudere 6-2.
Nel terzo parziale, il computo dei vincenti è 17-0 per Murray

Il quarto parziale vede il tennista nato a Roma salire 40-15, ma un doppio fallo dà il via alla rimonta del ventinovenne scozzese, che con quattro punti consecutivi si prende il break. Lo conferma nel gioco successivo, annullando con un ace la prima palla break che l’indomito Lorenzi fallisce in questo match (ora il bilancio è 4 su 5). I posti in tribuna stampa che Chris Widmaier, capo ufficio stampa dello US Open, ha riservato ai giornalisti italiani per il match del nostro connazionale sono davvero vicino al campo. Seduto in decima fila o poco più, in corrispondenza dell’angolo del campo a destra del giudice di sedia Pascal Maria, non ho difficoltà a osservare gli occhi spiritati dalla fatica e dalla ferocia che pervadono Paolo Lorenzi. Sembra di rivedere gli stessi occhi coi quali Totò Schillaci ci fece sognare nelle notti magiche dei Mondiali d’Italia ‘90. Dal 2-0 Murray il set segue i servizi, non basta all’azzurro la sesta palla break sul 30-40 del sesto game. Sul 5-3 e servizio per l’italiano, Murray chiude al secondo match-point una partita in cui uno ha giocato piuttosto peggio di quanto ci aspettavamo e l’altro molto meglio.

Murray ha vinto con un saldo attivo di 41 vincenti, a fronte di 21 errori gratuiti in più. A fine match lo scozzese dichiara ancora in campo: “Lorenzi è molto solido, non ti regala punti facili, come io forse mi aspettavo. Ho mandato le racchette ad accordare con una tensione più accentuata, visto che l’altra sera avevo giocato col tetto mentre oggi le condizioni erano diverse”.

Agli ottavi di finale il campione degli US Open 2012 affronterà Grigor Dimitrov, vincente sul portoghese Joao Sousa. I nove precedenti fra i due vedono avanti lo scozzese per 6 vittorie a 3. Tutte le sfide si sono giocate sul duro, a parte il quarto di finale di Wimbledon 2014 (quando vinse il bulgaro in tre set). Curioso che nell’unica sfida del 2016, lo scorso Marzo a Miami, abbia vinto Dimitrov.

In conferenza stampa, arriva un’esausto ma orgoglioso Paolo Lorenzi (sopra trovate l’audio integrale).

Sulla partita di stasera: Non ho rimpianti, avevo preparato bene la partita e le scelte che ho fatto erano giuste: purtroppo mi sono irrigidito nei momenti importanti del match. Su questi aspetti devo migliorare. Sono sceso in campo tranquillo e soprattutto nel secondo set ho giocato davvero bene. Sono dispiaciuto per la sconfitta, ma anche contento per aver fatto una bella prestazione e penso al secondo aspetto per cercare di trovare gli stimoli per fare sempre meglio.”

Sulla sua esplosione in età avanzata: “Non ho rimpianti per le mie scelte in carriera, magari se mi fossi allontanato prima da casa non avrei avuto la maturità necessaria e mi sarei perso.”

Su un confronto tra i Fab 4, tutti affrontati nel corso della carriera:”Con Diokovic ho avuto forse le maggiori difficoltà, magari anche perché quando c’ho giocato non ero a questo livello”

Sui sui obiettivi:”Credo di poter migliorare ancora, lavoro per giocare sempre più vicino alla linea di fondocampo e per avvicinarmi alla rete. Oggi l’ho fatto

Sui programmi per il resto della stagione: “Mi riposo una settimana in Italia, poi San Pietroburgo, tre tornei in Cina, infine la stagione indoor europea con Vienna e Bercy. Non credo di andare in Sudamerica a fine stagione per i challenger sulla terra, dove devo difendere due vittorie ed una finale.”

Grazie infinite, Paolino Lorenzi!

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement