L’immagine conta tantissimo per le grandi aziende. Legare il proprio brand ad uno sportivo di successo può rivelarsi una strategia vincente per (ri)lanciarsi nel mercato. Ma quando lo sportivo, per qualche ragione, diventa meno efficace come testimonial rimanere con lui può diventare rischioso e quindi è meglio rompere il contratto.
È un film già visto recentemente nel tennis nel caso di Maria Sharapova, abbandonata da diversi sponsor dopo la reo-confessa positività ad un test anti-doping. Ora si ripropone con Nick Kyrgios, che è stato scaricato dalla Malaysia Airlines, compagnia aerea di bandiera del paese asiatico. La causa della decisione è probabilmente l’atteggiamento antisportivo del bad boy australiano nel match di primo turno contro il tedesco Mischa Zverev e la conseguente multa e sospensione da parte della ATP anche se nello stringato comunicato ufficiale non se ne fa menzione.
La Malaysia Airlines aveva scelto di sponsorizzare Kyrgios, la cui madre Norlalia è malese, per rilanciare il proprio brand dopo due terribili incidenti occorsi ai propri voli nel 2014: in quell’anno infatti il MH370 da Kuala Lumpur a Pechino del 8 marzo precipitò in volo mentre il MH 17 da Amsterdam a Kuala Lumpur fu colpito da un missile nell’est dell’ucraina, probabilmente lanciato dai separatisti. Ma ora ha deciso di separare la sua strada (con ben poca pazienza) dal giovane tennista di Canberra.
