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Reading: Federer: “Invecchiare non mi preoccupa” (Repubblica)
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Interviste

Federer: “Invecchiare non mi preoccupa” (Repubblica)

Federer, la vita è bella ma il tennis anche di più. "Il mio ultimo urrà potrebbe durare anni". Il testo integrale dell'intervista rilasciata da Roger Federer a Renè Stauffer, pubblicata oggi su Repubblica

Last updated: 24/10/2016 19:40
By Redazione Published 24/10/2016
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7 Min Read


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Roger Federer: “Se giocherò nel 2018? Manca ancora un anno…”

Federer sulla via del recupero: “Mi sto allenando bene ma muoviamo un passo alla volta”

Renè Stauffer – corrispondente di tennis per “Tagesanzeiger” (quotidiano di Zurigo) e autore del libro “Il genio del tennis, la storia di Roger Federer” – ha incontrato Federer a Maiorca in occasione della presentazione della Rafa Nadal Academy. Ne avevamo già dato risalto nei giorni scorsi attraverso una serie di flash, ma ad uso e consumo di chi se la fosse persa, ecco qui l’intervista integrale rilasciata dal campione svizzero al suo biografo ufficiale, pubblicata oggi da Repubblica.

L’occasione è l’inaugurazione della Rafael Nadal Academy a Maiorca. Un’occasione per fare qualche domanda a Roger Federer, assente praticamente da dopo Wimbledon.

Roger, si è mai chiesto: “Quanto mi manca il tennis? La vita è bella comunque, ne ho davvero bisogno?”. 
Ho sempre saputo che la vita è bella anche senza tennis… (ride), ma sento assolutamente che qualcosa mi ci tiene ancora legato.

Non ha mai avuto momenti di depressione?
La fase difficile è stata quella tra Roma e Wimbledon, qualcosa non andava con il ginocchio. Non mi sono preparato bene per Wimbledon. Quando ho deciso di prendermi una pausa, tutto è stato molto semplice. Mi sono detto: “Voglio godermi questo tempo”. Mi è piaciuto anche fare il programma: “Come mi alleno? Dove? Con chi?” Ho dovuto organizzare tante cose. Per me era una novità, ma non l’ho trovato difficile.

Qualcuno pensa che il 2017 sarà il suo ultimo urrà.
Bisogna vedere: il mio ultimo urrà potrebbe durare anni. Si, spero che ci sia ancora qualche bell’urrà. Ma mi aspetto che sia molto più della vittoria in qualche torneo o in qualche match. Altrimenti non mi sarei preso una pausa così lunga.

Cosa le è mancato del tennis nelle ultime settimane?
In definitiva i match, è logico. Ogni tanto mi mancavano i tour, volevo rivedere gli altri giocatori, Stan (Wawrinka) o Rafa (Nadal). Ma non era poi una nostalgia insopportabile.

Dopo la sua pausa non si è fatto più insicuro? Il ritorno non le fa paura? Non la preoccupa?
Me lo sono chiesto nelle ultime settimane. Paura? Quello che mi fa paura e mi preoccupa è un nuovo infortunio. Giocare male non mi creerebbe problemi. Devo darmi del tempo. Ma se riuscirò ad allenarmi come spero, credo che ristabilirò molto presto la connessione.

È già pronto il programma dei suoi tornei?
Prima devo vedere come va. Ma credo che la Hopman Cup, l’Australian Open, Dubai e Indian Wells siano appuntamenti fissi. Per il momento non mi sono iscritto ad altri tornei.

Riesce a prefigurarsi il 2018?
Il 2018? È l’anno dopo il prossimo…

Cosa le ha fatto più male: la rinuncia a Rio o gli US Open?
Quando sono stato costretto a rinunciare alle Olimpiadi, ho detto: “No, no, no, non può essere”. Volevo giocare a tutti i costi a Rio de Janeiro e agli US Open. Era già stato abbastanza duro dare disdetta al French Open. Ma per accettare di non partecipare a Rio de Janeiro mi ci sono voluti tre giorni. Ma – quali che fossero i dannati motivi – i medici e il mio team non mi hanno dato semaforo verde: “Nelle ultime settimane il ginocchio ne ha avuto abbastanza”.

Avrebbe dovuto abbandonare anche Wimbledon?
No, no. Ero andato avanti (semifinale)… È stato giusto giocare, anche se poi non è andata bene. Mi sono comunque sorpreso di essere riuscito ad andare tanto in là. Per questo è stato uno dei miei Wimbledon più memorabili.

Come sta andando la preparazione?
Sono già quasi al 100% sul tapis roulant o negli sprint. Ora giocherò sempre più a tennis.

Nel camminare il ginocchio ha tenuto…
Mio padre è sempre di buonumore. Mi ha detto: “Vieni, se prendiamo la funivia sull’Ebenalp e poi andiamo fino al rifugio non dobbiamo scarpinare molto”. E invece abbiamo camminato più di sei ore in una salita di montagna. Non è stato furbo ma è andata bene, il test definitivo per il ginocchio. Da allora ho la sensazione che le cose vadano meglio. Tutti erano distrutti e il giorno dopo avevano i muscoli indolenziti, mia moglie Mirka, le nostre figlie, i miei genitori… io, però, ero okay.

Cosa farà nelle prossime settimane?
Continuerò a lavorare con Pierre Paganini, il mio trainer, ma darò uno spazio sempre maggiore al tennis. La prossima settimana ci sarà anche Ivan (Ljubicic, il suo co-trainer ). Adesso viene la fase intensiva, dura fino alla fine dell’anno.

Quante volte ha giocato a tennis dopo Wimbledon?
Poche. Non volevo sovraccaricare il ginocchio.

Quanto segue da vicino il tennis?
Controllo ogni giorno i risultati, anche quelli di Marco (Chiudinelli ) nel Challenger Tour. Avevo pensato di sganciarmi per sei mesi, ma non è stato così, il tennis mi interessa troppo.

Come accetterebbe l’idea del ritiro?
Sarebbe una situazione completamente diversa. Sarebbe qualcosa di definitivo, qualcosa di poco allegro… Spero che la decisione dipenda da me.

In questo periodo è diventato più consapevole del fatto di dover invecchiare?
Anche. Ma non dò la colpa di tutto all’età. Naturale, ci sono segni di logoramento, ho già giocato più di 1.000 partite. Normale che succeda.

Ma in generale ci pensa?
No, non è una cosa che mi preoccupa più di tanto. E poi, l’età può anche essere un fattore positivo. Ho sempre puntato a un mix di esperienza e di giovinezza mentale, il rimanere aperto alle idee nuove, il reinventarsi. Questo rende la vita meno difficile.

Quindi si sente molto lontano dalla crisi di mezz’età.
Mi pare proprio di sì. La rapidità e la facilità con cui mi sono ristabilito dall’operazione è stata sorprendente.

Conferma che il ginocchio è di nuovo a posto?
Le prossime sei-otto settimane lo dimostreranno. Spero di essere di nuovo in campo a dicembre e dunque ho un mese per fare quello che voglio e desidero.

Renè Stauffer


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TAGGED:rassegna stampaRoger Federer
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