ATP Bercy: Djokovic out! Cilic spiana la strada a Murray [AUDIO]
dal nostro inviato a Parigi
[2] A. Murray b. [7] T. Berdych 7-6(9) 7-5
Una corsa sulle montagne russe a Disneyland avrebbe sicuramente offerto meno scossoni e meno emozioni rispetto all’assistere a Murray-Berdych. I precedenti sono equilibratissimi: 9 vittorie a 6 per lo scozzese che anche oggi ha trionfato, ma con quanta fatica.
Il match è giocato quasi esclusivamente sulla linea di fondo da entrambi i contendenti e il primo set, dopo dodici game durante i quali solo 6 punti sono stati vinti dal giocatore in risposta, esplode nell”inevitabile tredicesimo game. Berdych spinge sull’acceleratore giocando la prima metà del tiebreak in maniera straordinaria e Andy non riesce a stargli dietro. Una serie incredibile di vincenti con entrambi i fondamentali gli fruttano 5 set point consecutivi, i quali però non saranno sufficienti. Da lì in poi il ceco inizia una fase altalenante e ne viene fuori uno scenario imprevedibile. Lo scozzese inizialmente salva il salvabile con il servizio, ma poi concede altre chance al suo avversario commettendo un doppio fallo. Tomas lo ripaga con la stessa moneta e dopo 16 minuti al cardiopalma e 7 set point non concretizzati dalla testa di serie numero 7, Murray chiude il primo set in un’ora e 8 minuti.
Berdych è frastornato e visibilmente scoraggiato dopo quanto accaduto e parte a rilento nel secondo set. Con un parziale di 12 punti a 4 perde la battuta in apertura e Andy da fondo appare impenetrabile. Tomas dal canto suo torna a servire come nel set precedente e la fase finale dell’incontro non poteva che seguire un andamento tutt’altro che scontato. Lo scozzese, trovandosi a servire per il match sul 5-4, subisce il break a 15. Neanche a dirlo Berdych sciupa tutto sparando largo uno smash e si scava la fossa con due doppi falli (saranno 6 in totale). Per Murray si ripresenta l’opportunità di chiudere la pratica, e anche questa volta con un po’ di drama, riesce a farcela giusto un minuto prima dello scoccare delle due ore di partita. Domani, con il vincete tra Raonic-Tsonga, si gioca la prima posizione mondiale, ma dovesse scendere in campo con l’incostanza odierna è difficile fare un pronostico.
[4] M. Raonic b. [11] J.W. Tsonga 6-2 7-6(4)
Dopo due match nel “claustrofobico” campo numero 1, Raonic fa il suo esordio sul campo Centrale di Bercy e dall’altra parte della rete trova Tsonga. Lo stadio, già ben gremito per l’incontro precedente, si riempie per l’ultimo francese rimasto in gara e tra il pubblico si scorge anche l’ex c.t. della nazionale di calcio Raymond Domenech. Ancora una volta però ai parigini qui presenti gli tocca assistere ad un primo set di Wilfred giocato ampiamente sotto le sue potenzialità. Rapidamente si ritrova sotto di due break e il gioco messo in mostra è un granché. Un po’ di spettacolo comunque lo fa il canadese che tra un ace e l’altro piazza anche qualche pregevole volée. Il pubblico fa il possibile, tra cori, inni e squilli di trombe per svegliare Tsonga e la chance per risalire ci sarebbe anche perché quando Raonic va a servire per il set non trova mai la prima, ma il francese prosegue con il suo momento no e in 29 minuti perde il primo set.
Nel secondo parziale i servizi la fanno da padrona e un piccolo momento di ilarità lo causa un piccione che inizia a sorvolare sul campo. Dagli spalti arriva un invito rivolto ai due tennisti: “sparategli” grida qualcuno, e viste le velocità con le quali viaggiano le prime di battuta di questi due non è neanche una cattiva idea. La testa di serie numero 11 tiene i suoi turni di battuta in scioltezza e spesso il suo dritto mette in difficoltà l’avversario, tanto da costringerlo ai vantaggi in un paio di occasioni. Milos in questo secondo set non mette tante prime in campo, tuttavia anche con la seconda, precisa e carica di effetto, porta a casa tanti punti. Si giunge al tiebreak e il pubblico è così indisciplinato che l’arbitro Lahyani le prova tutte per calmarlo, si arrischia persino a pronunciare “por favor” al posto di “s’il vous plait“, comunque Raonic non si deconcentra e resta glaciale. L’equilibrio dura fino al 4 pari, quindi il numero 5 del mondo prima induce Tsonga all’errore in uscita dal servizio e infine lo affonda con due prime vincenti. Ora sta a lui il compito di sbarrare la strada a Murray verso il trono dell’ATP.