L’off season è il terreno del chiacchiericcio. I rimbalzi sul campo vengono a mancare e un po’ di noia si intreccia all’attesa per la nuova stagione. Chi sicuramente non sta preparando il 2017 con la consueta serenità è Novak Djokovic, dominatore spodestato dal trono che sembra dividersi tra dubbi di natura tennistica e dubbi di carattere “strategico”. Il serbo secondo alcune malelingue avrebbe assunto un guru spirituale – l’ormai famoso Pepe Imaz – per lenire i suoi mali, anche se la secca smentita di Bercy con tanto di accuse ai media per la mistificazione dei fatti sembrava aver posto una pietra tombale sulla questione. Pepe collabora con Nole da anni, fa parte del suo staff, la storia del guru è stata creata ad arte. Ma qualcuno molto vicino al n.2 del mondo potrebbe non pensarla così.
Si tratterebbe di Boris Becker, che secondo rumors di matrice teutonica avrebbe rivolto al suo allievo una sorta di ultimatum a proposito della presenza di Pepe Imaz nello staff tecnico. “O lui o io” il nocciolo della sua presa di posizione, a quanto pare inequivocabile. I media tedeschi si sono divertiti a diffondere questo aut aut sull’asse Leimen-Belgrado, e a ruota tutto il pianeta dell’informazione sportiva. Vero o falso che sia, i fatti dicono che l’attuale accordo tra i due si ferma al 2016. Nella conferenza stampa indetta a Belgrado Nole aveva confermato l’intenzione di ridiscutere con Boris i termini della collaborazione; un primo contatto è facile ci sia stato ma nulla di ufficiale è stato formalizzato per la stagione 2017. Anzi, a Londra Nole ha redarguito un giornalista a caccia di notizie con un severo “no, adesso non è il momento” riferendosi al colloquio con il suo coach. Che a questo punto, ogni indizio porta in questa direzione, potrebbe non essersi ancora svolto.
Nel frattempo l’ex enfant prodige della racchetta – era il 1985, i Duran Duran avvicendavano The Wild Boys con A View to a Kill e lui vinceva Wimbledon a soli 17 anni – cerca forse di ricordare a tutti che in amore vince chi fugge ed effettivamente fugge. O comunque si dedica ad altro. Ritorna a Londra e questa volta in un altro importante palcoscenico della capitale britannica, la Royal Albert Hall. Un nome che fa pensare alla storia, alla musica, alla storia della musica. Ma c’è di mezzo anche il tennis perché proprio in questi giorni vi si disputa la tappa finale dell’ATP Champions Tour, il circuito dei vecchietti, per intenderci quello in cui McEnroe non smette di essere una meravigliosa parodia di sé stesso. Boris non è tra i contendenti ma approfittando del rettangolo di gioco già bell’e sistemato s’è improvvisato “guru” della racchetta davanti alle telecamere della BBC, rispondendo alle domande degli appassionati e dando consigli diretti a un fortunato amatore presente sul campo, tale Jude che di professione fa l’allenatore di tennis. Boris Becker Tennis Masterclass, secondo i titolisti dell’emittente britannica.
Nessun accenno a Djokovic. Anzi no, un paio di parole di circostanza in risposta a una domanda sui suoi metodi d’allenamento. Quindi una lodevole dedizione nel seguire i movimenti del suo nuovo allievo – chissà se Nole ha seguito la diretta su Facebook della “sessione d’allenamento” – che nel frattempo serve, scaglia diritti e riceve approvazioni (tante) e qualche pronta correzione. La cera è quella di chi, almeno oggi, vuole sfuggire alla polemica e cerca di mascherare un piccolo contenzioso con la bilancia. Ma in fondo il 1985 è lontano è quello che deve correre ancora è Djokovic. Con chi a spronarlo dal box ancora non è dato saperlo, per quanto Vajda non sembra e non pare potrà mai essere in discussione essendo in pratica il suo padre putativo. Eppure secondo gli stessi rumors tedeschi di cui sopra il coach storico del serbo si sarebbe schierato a favore di Boris: obiettivo comune ridimensionare il ruolo di Pepe Imaz nello staff.
Insomma, è tempo di scelte per il campione di Belgrado. Al carniere si aggiunge quella dello sponsor tecnico poiché il contratto con Uniqlo è vicino alla scadenza. In Francia si parla dell’interesse di Lacoste, da altre latitudini rimbalza l’ingombrante nome della Nike. Allo stato attuale delle cose il 2017 di Novak Djokovic potrebbe proporre delle novità sostanziali, magari utili a combattere un trend negativo che l’ha visto scivolare alle spalle di Andy Murray proprio nelle ultime settimane. Lo scozzese non sembra volersi fermare e il sodalizio con Lendl è addirittura più efficace del precedente, altro che inappetibilità delle minestre riscaldate. Nole invece cosa mangerà il prossimo anno? Ancora bretzel (senza glutine)?