Rovescio slovacco, ora si rischia. 2 pesi e 2 misure per Giorgi e Vinci? - Pagina 2 di 3

Editoriali del Direttore

Rovescio slovacco, ora si rischia. 2 pesi e 2 misure per Giorgi e Vinci?

FED CUP Forlì – L’Italia perde un match che con la Vinci avrebbe probabilmente vinto. Vicende nazional-federali che si ripetono. Schiavone sprovveduta tatticamente. Sramkova futura top 20? Martedì ci toccherà…

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Non vi pare, insomma, che quanto è accaduto per il caso Giorgi-Convocazione di Fed Cup in Spagna – quando quasi sempre Barazzutti ha chiesto a giocatori e giocatrici se volessero o meno darsi disponibili a giocare in nazionale (ben sapendo che se uno viene di controvoglia, quali che siano le sue ragioni, rischia di perdere un match in 45 minuti) ma lì invece ha voluto “obbligare” su diktat federale la Giorgi a presenziare –  davvero quanto è successo un anno fa e non è successo mille altre volte – sia la manifestazione di una volontà federale incomprensibilmente guerrafondaia, masochisticamente conflittuale?

Io – è chiaro – lo penso nonostante quelle premesse di cui poco sopra credo di aver descritto. Alcuni di voi non saranno d’accordo con me. E mi spieghino dov’è che sbaglio, però. E mi chiedo allora: ma a che pro? Quale vantaggio aveva la FIT di incaponirsi ad arrivare allo scontro frontale con la Giorgi con nessun risultato pratico? Una affermazione di principio fine a se stessa? Boh… Ribadisco: neppure Roberta Vinci versa in una forma straordinaria, ma a Forlì meglio della Errani e della Schiavone che abbiamo visto, onestamente si sarebbe quasi certamente espressa.

La vicenda dell’accanimento verso una convocazione obbligata della Giorgi un anno fa, e dell’invece massima comprensione nei confronti della Vinci quest’anno, mi ricorda da vicino quell’altra vicenda risalente al 2008: cioè quella riguardante Simone Bolelli e la sua decisione di non giocare a Montecatini contro la Lettonia in Coppa Davis. Anche quella era – come quella in Spagna di un anno fa con l’assenza “mai perdonata” di Camila e diversamente da altre convocazioni cui si è rinunciato preventivamente – una partita nella quale Simone non era assolutamente indispensabile perché l’Italia aveva tutti gli altri giocatori e la Lettonia poteva contare sul solo Gulbis, con gli altri giocatori oggettivamente impossibilitati a conquistare un terzo punto. Anche quella vicenda nacque e si sviluppò con contorni, dichiarazioni, prese di posizione, provvedimenti conseguenti soprattutto perché a Angelo Binaghi – il capo FIT che dal 2000 praticamente governa da solo, essendo manifestatisi tutti gli altri dirigenti sempre allineati e soprattutto coperti ieri come oggi – non “digeriva” il coach di Bolelli, Claudio Pistolesi.

Così come oggi lo stesso presidente appena confermato fino a tutto il 2020 e – stante la nuova legge in corso di approvazione parlamentare – quasi certo di restare sulla stessa poltrona fino al 2028 (è un fatto, non una supposizione), non “digerisce” Sergio Giorgi, il padre allenatore di Camila. Le analogie fra le due situazioni, le due vicende Bolelli 2008, Giorgi 2016,  dovrebbero apparire evidenti a qualunque persona provvista di onestà intellettuale.

Il risultato finale di questo weekend, risultato che a mio avviso – ribadisco per i duri di comprendonio – avrebbe potuto essere evitato se Roberta fosse stata convocata e presente, comporta il grosso rischio che adesso l’Italia possa finire in serie C, dopo tanti anni di serie A. Soprattutto se non “richiameranno alle armi” la stessa Roberta.

Segue a pagina 3: le prospettive per evitare la Serie C e Rebecca Sramkova. È nata una stella?

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