Il tennis italiano annaspa, soffre, si divincola dalle critiche arraffando qualche risultato qua e là. A Quanzhou, Cina sudorientale, il tricolore ha finalmente lasciato il segno. Il challenger asiatico ($50000) ospiterà stanotte (ore 4:00) una finale tutta italiana tra Matteo Berrettini e Thomas Fabbiano. Matteo ha sconfitto in tre set il tedesco Marterer (n.143 del ranking) mentre Thomas ha beneficiato del ritiro di Ilya Ivashka (bielorusso, n.185) sul punteggio di 4-0 nel primo set. Il bielorusso aveva sconfitto al primo turno la testa di serie n.1 Sugita, recente vincitore del Challenger di Shenzhen. Per Fabbiano si tratta del secondo derby nel torneo: al primo turno aveva sconfitto il qualificato Sonego. Sarà una finale interessante. Fabbiano parte favorito per il fattore esperienza, ma il giovanissimo Berrettini (classe ’96) dopo aver superato le qualificazioni ha sconfitto ben tre teste di serie, la più pesante Duck Hee Lee (n.2 del seeding). Quarta finale nel circuito per Fabbiano, la seconda nel 2017, coglierebbe il terzo titolo. Finale numero 2 invece per Berrettini, sconfitto appena quattro mesi in un altro derby da Luca Vanni.
Una finale tutta azzurra può essere considerata un evento abbastanza frequente entro i nostri confini, molto meno fuori dall’Italia. Nel 2016 in tre occasioni l’atto finale di un Challenger italiano si è disputato tra due tennisti di casa: oltre alla sopracitata finale di Andria, quelle di Caltanissetta (Lorenzi-Donati) e Ortisei (Napolitano-Giannessi) . Per ritrovare una finale tricolore in un Challenger non italiano bisogna ritornare alla vittoria di Cecchinato contro Volandri a San Marino 2013, mentre l’ultima finale azzurra fuori dai confini della penisola risale addirittura a Mumbai 2001. Sul cemento indiano il compianto Federico Luzzi si impose su Stefano Galvani in tre set.
