[4] R. Nadal b. [16] N. Kyrgios 6-3 6-1 (da Madrid, Ferruccio Roberti)
Nadal conferma di essere il giocatore attualmente più affidabile sulla terra, mentre Kyrgios è ancora acerbo ad alto livello sulla terra rossa: questi i verdetti dell’ultimo ottavo del singolare maschile del Mutua Madrid Open, un match durato ufficialmente 72 minuti, ma che è stato effettivamente tale solo nei primi venti minuti di gioco. Nadal ha ribadito per l’ennesima volta di essere un campionissimo, mettendo alle spalle la mediocre prova col dritto e il servizio di ieri e rispolverando, nonostante la fatica accumulata con Fognini, il rendimento messo in mostra in questo 2017, nel quale è il giocatore ad avere vinto sin qui più incontri. L’australiano, invece, a prescindere dalla nettissima sconfitta con la quale è uscito dal campo, ha deluso per l’incapacità di lottare in una serata di scarsa vena, specie col fondamentale del servizio, col quale ha totalizzato 3 ace e 4 doppi falli, oltre che un imbarazzante 32% di punti vinti con la seconda palla. I tanti fischi, misti a qualche applauso, con i quali il pubblico spagnolo ha accompagnato la sua uscita dal campo, sono probabilmente meritati. Un vero peccato, per chi è neutrale, che non vi sia stato spettacolo: era attesissimo il match tra Nadal e Kyrgios, sia per il grandissimo valore dei due giocatori in campo, rispettivamente quinto e ventesimo giocatore del mondo, sia per l’equilibrio che si attendeva dal loro terzo confronto. Il primo, vinto dall’ australiano negli ottavi di Wimbledon 2014, aveva visto il lancio ufficiale di Kyrgios come futura stella del tennis mondiale ed era significativo, ma il secondo, poichè giocato sulla terra rossa e più recente, lo era maggiormente: risaliva ad appena un anno fa a Roma, sempre agli ottavi, dove vinse Nadal, ma solo 6-4 al terzo E se lo spagnolo giungeva alla sfida stanco dopo una partita di quasi tre ore, nella quale aveva mostrato di non essere al meglio contro Fognini nella sfida di ieri, il cammino di Kyrgios, al primo torneo sulla terra rossa nel 2017, era stato decisamente più convincente e facile: Nick non aveva concesso nemmeno un set a Marcos Baghdatis e Ryan Harrison.
Vi è una bellissima atmosfera a fare da contorno all’incontro, rendendolo emozionante già dai palleggi di riscaldamento. Il pubblico spagnolo, che per la prima volta quest’anno riempie in quasi ogni suo ordine di posto il Manolo Santana, sembra percepire il potenziale grande pericolo che corre il suo idolo: Rafa inaugura l’incontro con un ace e subito si scatena un boato del pubblico, che fa capire a Kyrgios che per lui, stasera, non sarà assolutamente facile. Già il quarto gioco mostra che Nick è in serata di scarsa vena: prima sbaglia un paio di dritti, poi, sul 15-30, l’aussie pensa male di tirar fuori una palla corta che si rivela troppo lunga: Rafa lo infila. Nel punto successivo, Kyrgios è sfortunato: sulla risposta Nadal colpisce il nastro, che si rivela davvero spagnolo, facendo morire la pallina giusto dopo la rete, nella metà campo dell’australiano. Nel quinto game, vi è l’unico moto d’orgoglio in tutto il match del nativo di Canberra, che con uno splendido rovescio lungolinea, che strappa l’applauso sincero di tutto lo stadio, controbreakka il maiorchino. La partita finisce qui, non vi sarà più storia, come testimomia il filotto di nove giochi a due che condurrà alla fine della partita dopo 1 ora e 12 minuti totali: Rafael , da questo momento, sino alla fine della partita, nei suoi successivi cinque turni di battuta perderà appena 2 punti. Il nove volte campione del Roland Garros è in gran vena e gasato dall’inerzia positiva che ha preso il match: ne approfitta per fare colpi vincenti con entrambi i fondamentali da fondocampo, colpi che infiammano il pubblico, che lo osanna con un meritato boato al termine dell’incontro. Ora sarà David Goffin il prossimo avversario di Rafa, una sfida che ha solo un precedente, quello di Montecarlo di appena un mese fa, stravinto dal maiorchino, ma condizionato almeno in piccola parte dall’episodio della clamorosa chiamata errata di Cedric Mourier: sarà interessantissimo domani assistere alla rivincita.
[2] N. Djokovic b. F. Lopez 6-4 7-5 (da Madrid, Ferruccio Roberti)
Un buon Nole Djokovic, giustamente sorridente a fine partita, conquista senza troppo patire i quarti di finale a Madrid dove difende il titolo conquistato l’anno scorso in finale su Andy Murray. In sede di pronostico, la sua vittoria su Feliciano Lopez, 38 ATP, in stagioni come il 2011, 2014 o 2016 avrebbe suscitato decisamente minori dubbi di quelli che oggi hanno accompagnato il suo ingresso in campo nel secondo incontro in programma sul Manolo Santana. Ieri, nella sua stentata vittoria contro Almagro, il numero 2 del mondo, alla sua quarta consecutiva partita stagionale sulla terra terminata al terzo set (considerando anche Montecarlo), aveva mostrato di continuare a vivere pericolosi momenti di nervosismo e insicurezza nel corso dei suoi incontri e oggi doveva evitarli contro il secondo tennista spagnolo che incontrava nel suo cammino in questa edizione del Mutua Madrid Open. Feliciano Lopez era alla 16° partecipazione consecutiva (record per il torneo) nel Masters 1000 madrileno, nel quale quattro volte era giunto ai quarti, di cui una sul rosso, nel 2014 (nel 2009 il torneo è stato spostato nel calendario, da appuntamento sull’hard indoor ad ottobre a importantissimo evento sulla terra a maggio). I precedenti scoraggiavano le velleità dell’iberico, vincente in solo una (nel 2016 a Dubai, quando Nole, debilitato da è un problema all’occhio, si ritirò dopo aver perso il primo set) delle nove volte in cui aveva affrontato Nole. Feliciano, che ad aprile era sceso al 40 ATP, la sua posizione più bassa dal giugno 2013, quest’anno aveva raggiunto solo un quarto di finale ad Houston e qui era arrivato agli ottavi dopo aver sconfitto al primo turno il giovane Yankee Ernesto Escobedo, e Gilles Simon, al tie-break del terzo. Nella fase del riscaldamento, una pioggia improvvisa ha costretto gli organizzatori a rimandare l’inizio dell’incontro e far chiudere il tetto del Manolo Santana, facendo cosi disputare in inaspettate condizioni indoor il match.
Il primo set scorre via molto veloce: Nole sulla sua battuta concede appena 5 punti a Lopez. Feliciano sui suoi turni di servizio è bravo ad uscire dallo scambio con attacchi in controtempo, palle corte e colpi anticipati, che strappano più volte gli applausi all’infreddolito (15° oggi a Madrid, 10 in meno dei giorni dei giorni precedenti) pubblico, che sostiene, come accaduto ieri con Almagro, nella sua totalità il giocatore di casa, come se il numero 2 del mondo e 2 volte vincitore qui fosse uno sconosciuto. La prima palla break dell’incontro la deve salvare Feliciano nel sesto gioco, con Nole che prima se la guadagna con una profonda risposta di rovescio e poi la spreca con un back affondato in rete. Lo spagnolo concede qualcosa di più al servizio e così nel decimo gioco, quando serve per rimanere nel set, si trova nuovamente in difficoltà: una palla corta sbagliata di Feliciano, regala il primo set point a Nole, ma lo spagnolo si difende col servizio e dritto. Arriva una seconda palla set tuttavia, in una maniera che innervosisce Lopez e soprattutto il pubblico: Djokovic colpisce di dritto la palla e la manda nell’altra metà campo, ma, prima di farlo, sembra volersi fermare per far vedere al giudice di sedia il punto del rimbalzo della palla, che poi avrebbe colpito. Lopez si distrae in parte per l’atteggiamento dell’avversario, il pubblico fischia fortemente il serbo, ma è set-point, questa volta convertito, in conseguenza di un errore di dritto delllo spagnolo.
Lopez non demorde e nel primo gioco del secondo parziale chiama a rete Nole e lo beffa. La prima – e ultima – palla break del suo incontro pensa però bene di affossarla in rete con un rovescio in back in rete mal riuscito. Scorrono via velocemente i giochi, chi serve non deve mai ricorrere ai vantaggi per mantenere la battuta, sino al 5 pari. Nell’undicesimo gioco Nole si distrae e si trova sullo 0-30: sulla seconda dell’avversario, nel punto successivo, Lopez non è abbastanza aggressivo come avrebbe potuto e spreca l’occasione di arrivare a tre palle break. Nel calcio si dice “gol sbagliato, gol subito”, e alla Caja Magica accade una cosa molto simile: nel gioco successivo, con una serie di dritti sbagliati, Lopez, consegna, dopo 1 ora e 33 minuti la partita a Djokovic, che esulta e per la prima volta strappa applausi calorosi mandando baci al pubblico e, soprattutto, riconoscendo meriti all’avversario nell’intervista post partita con Alex Corretja, fatta in castigliano, cosa molto gradita dagli spettatori: “Le condizioni erano uguali per tutti, ma in questo tipo di situazione era avvantaggiato chi rispondeva, quindi sono contento di aver giocato indoor, contro un giocatore d’attacco come Feliciano”. Ora, per il serbo, l’appuntamento nei quarti è con Kei Nishikori, 8 ATP, sconfitto in undici delle tredici volte nelle quali si sono affrontati (4-0 sulla terra): particolare non secondario, ha una serie aperta con lui di dieci successi.
[6] K. Nishikori b. D. Ferrer 6-4 6-3 (da Madrid, Remo Borgatti)
Un po’ il set perso ieri dal giapponese contro Schwartzman, un po’ la rimonta di David sul Santana contro Kukushkin al primo turno, insomma la speranza che Ferrer potesse creare qualche grattacapo alla testa di serie n°6 del torneo non era del tutto assurda. I precedenti tra i due attenuavano le illusioni iberiche (8-4 Kei, 2-0 sul rosso sempre qui alla Caja ma una splendida semifinale nel 2014) e il break subìto in apertura dal valenciano raffreddava gli animi già provati dalla temperatura con cui si è svegliata stamane la capitale. Mentre il giapponese colpisce senza sforzo apparente, Ferrer tira ogni palla come fosse l’ultima della sua vita e il rantolo con cui accompagna i colpi allunga la sofferenza del nutrito popolo del Grand Stand, accorso numeroso a sostenere la causa iberica. Quando Nishikori sale 3-1, Ferrer ha già corso mezza maratona e l’altra mezza la corre nel punto che decreta il doppio break, con Kei che fa palla corta, lob e palla corta e chiude tra gli applausi. Quando il nipponico si concede una pausa, David è bravo ad approfittarne e farsi sotto con due giochi consecutivi in cui difesa e pressione gli regalano soddisfazioni (3-4) ma Nishikori non si scompone e chiude a zero l’ottavo game in cui il suo avversario rifiata. Ferrer prolunga l’agonia (4-5) e potrebbe riaprire la sfida sul 30-30 del decimo game ma lo scambio prolungato premia ancora una volta la lucidità di Nishikori che incamera il parziale 6-4.
Il cielo, che all’inizio ha offerto anche qualche sprazzo di azzurro, si fa improvvisamente plumbeo e, dopo un solo gioco nel secondo parziale, uno scrollo improvviso consiglia Lahyani a sospendere il match e chiedere la chiusura del tetto. In una decina di minuti siamo di nuovo in tribuna stampa, lasciata in fretta e furia a causa della pioggia, e al rientro Nishikori sembra accusare la pausa ma da 0-30 infila quattro punti e pareggia (1-1). Il quinto gioco è quello decisivo e Kei lo fa suo alzando due lob difensivi che smorzano la pressione di Ferrer prima di piazzare un dritto micidiale (0-30); un doppio fallo di Ferrer e un altro dritto vincente del samurai fanno il resto (3-2). Dopo il break a zero, la testa di serie n°6 mette a segno altri quattro punti e congela lo score (4-2). Dopo tre brutte risposte di dritto, Nishikori spegne sul nascere ogni tentativo di ardore da parte del pubblico spagnolo fermando la rincorsa di Ferrer nell’ottavo gioco con un paio di rovesci millimetrici. Sfiduciato, Ferrer non ci crede più e il break finale consegna a Nishikori il biglietto per i quarti mentre l’iberico viene salutato con un lungo applauso al momento di lasciare l’Arantxa Sanchez.
[9] D. Goffin b. [5] M. Raonic 6-4 6-2 (Tommaso Voto)
Un solido e convincente Goffin elimina in due set il n.5 del mondo Raonic, che è sembrato lento, impacciato ed ancora in fase di rodaggio. Il 2017 è per ora un anno negativo per il canadese, che, oltre ai quarti degli Australian Open e alle due finali perse (Delray beach e Istanbul) deve necessariamente ritrovare continuità e forma fisica se vuole tentare di difendere la finale di Wimbledon del 2016. Molto bene, invece, David perché è stato preciso ed attento a sfruttare i cali del suo avversario. Ai quarti sfiderà Nadal. Con lo spagnolo c’è un conto aperto da saldare dopo l’errore arbitrale di Montecarlo che ha condizionato il match. Goffin ha un gioco “antico”, in cui la tattica e la geometria prevalgono sulla mera forza e sull’atletismo. Il belga da fondo riesce a variare angoli e rotazioni con sorprendente continuità, anche se in alcuni momenti si fa frenare dalla tensione. Contro Raonic non è possibile avere cali,perché il canadese ha nel servizio un’arma praticamente infallibile. Certo Milos sulla terra battuta perde di penetrazione e gli spostamenti laterali sono più difficoltosi, ma quest’oggi Goffin ha meritato di vincere perché ha giocato complessivamente meglio in ogni settore del campo.
Dai blocchi parte forte Goffin, che trova immediatamente il break e fa corsa di testa. Il vantaggio aiuta il giocatore europeo a liberare tutta la sua classe, ma il ragazzo di Podgorica, con il passar dei minuti, sistema il mirino e opera il controbreak. Lo schema di Raonic è semplice, verticalizzare il gioco e cercare di chiudere il punto rapidamente, mentre Goffin è abile in difesa e costringe il pachidermico canadese ad estremizzare i propri colpi, che spesso escono in lunghezza o in larghezza. Due risposte fulminanti di David (una di rovescio e un’altra di diritto) spezzano l’equilibrio e mandano il n.9 del seeding sul 5-4. Stavolta la tensione non gioca brutti scherzi al tennista di Liegi che chiude sul definitivo 6-4. Il n.5 del mondo sembra vacillare, perché Goffin corre come un matto e lo costringe a volèe complicate e spesso non definitive. Quando può colpire da fermo Raonic è devastante, ma il belga è una dinamo sempre accesa e mette in campo una difesa impenetrabile. Raonic va in difficoltà anche nel secondo set, infatti subisce un break a zero (bellissimo il rovescio lungolinea giocato in scioltezza da Goffin sullo 0-40) e praticamente vede la sua partita concludersi lì. David non arretra e supera il turno con facilità ed il punteggio poteva essere anche più severo senza quel piccolo passaggio a vuoto nel primo parziale.
Risultati:
[6] K. Nishikori b. D. Ferrer 6-4 6-3
[2] N. Djokovic b. F. Lopez 6-4 7-5
[9] D. Goffin b. [5] M. Raonic 6-4 6-2
[LL] B. Coric b. [1] A. Murray 6-3 6-3
A. Zverev b. [11] T. Berdych 6-4 6-4
[8] D. Thiem b. [12] G. Dimitrov 4-6 6-4 7-6(9)
P. Cuevas b. B. Paire 7-5 0-6 6-1
[4] R. Nadal b. [16] N. Kyrgios 6-3 6-1
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