WTA Madrid: Kiki non fa sconti all'amica, sarà finale con Halep

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WTA Madrid: Kiki non fa sconti all’amica, sarà finale con Halep

MADRID – Sevastova non può togliere la finale ad Halep, campionessa uscente (la terza a Madrid in 4 anni). Troverà la più in forma del momento: Mladenovic

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dal nostro inviato a Madrid

[3] S. Halep b. A. Sevastova 6-2 6-3

Due set ha lasciato per strada Simona Halep lungo il suo percorso per giungere in semifinale (nel secondo turno contro Vinci e ieri con Stosur), mentre Sevastova, alla sua prima apparizione nel torneo madrileno, ha vinto finora tutti i match in due set, unica tra le quattro semifinaliste a riuscirci. Inoltre Anastasija è anche quella con il ranking più basso, n. 22, e con questo risultato da lunedì entrerà per la prima volta nella top 20. Il conteggio degli scontri diretti fra le due tenniste è sul 3-3, ma gli ultimi due match, giocati sulla terra dopo il ritorno della lettone nel circuito, sono stati vinti entrambi da Simona. Il più recente risale a due settimane fa a Stoccarda, e oggi le cose non sono andate molto diversamente. Il feeling della romena su questi campi – che data l’altura possiamo considerare veloci – la si evince anche dal fatto che è l’unica tennista nella storia del torneo a giungere tre volte in finale e al momento vanta un record di 21 vittorie sulla terra negli ultimi 24 match. Si gioca con il tetto chiuso in via precauzionale.

Nei primi game oggi ci sono stati parecchi scambi sulla diagonale di rovescio e i vincenti, da entrambe le parti, arrivano solo con questo colpo. Con il primo winner di dritto nel terzo game, uno schiaffo lungolinea, Sevastova si toglie dai guai dopo aver salvato anche una palla break, ma il suo dritto oggi non è ben calibrato e con due gratuiti di fila, finiti in corridoio, concede un break e Halep sale 3-2. Tra le due quella che mostra maggior varietà di gioco è indubbiamente Anastasija che con il rovescio non disdegna il back e le palle corte, tuttavia sono gli errori da fondo a pesare: nel settimo game, senza troppa fatica, la romena raddoppia il vantaggio portandosi sul 5-2, e poi va a chiudere il set in 34 minuti. Nel secondo parziale la lettone, oltre a continuare a far uso della smorzata, aumenta anche la potenza dei suoi colpi tenendo sempre sulla difensiva la sua avversaria, la quale con un doppio fallo concede la sua prima palla break, alla quale segue un dritto in rete. La testa di serie numero 3 si è abituata a soffrire in questa edizione del torneo e quindi quei segni di nervosismo mostrati dopo lo svantaggio, si tramutano presto in segni di incitamento che, da sotto 0-3, le permettono di infilare 6 giochi consecutivi. Nella parte centrale del set le due tenniste iniziano a frequentarsi anche a rete – spesso è Sevastova che chiama Halep con qualche drop-shot – e questa trova qui il modo di liberarsi di tutta la rabbia passandola alla sua avversaria. Sevastova, dopo aver mandato largo un dritto che le costa un altro break, schiaccia la racchetta a terra e si capisce subito che non c’è più nulla da fare. Il secondo set si chiude dunque 6-3, un punteggio un po’ troppo netto rispetto a quanto visto in campo e alla fine Simona dirà: “ero troppo irascibile, non riuscivo a controllare le emozioni in campo,” ma domani dovrà trovare un modo per farlo se vorrà bissare il successo dello scorso anno.

[12] K. Mladenovic b. [8] S. Kuznetsova 6-4 7-6(4)

Spesso quando scende in campo Mladenovic si tende a sottolineare i rapporti non idilliaci che ci sono tra lei e chi si trova dall’altra parte della rete, oggi invece è tutto l’opposto. La francese, nella sua seconda semifinale stagionale di un Premier Mandatory, ha trovato la sua nuova compagna di doppio Kuznetsova. Tra le due, come ci fa sapere la francese in conferenza stampa, si sta instaurando un’amicizia che va oltre i match di specialità. “Lei è una persona fantastica e passiamo insieme tanto tempo in maniera divertente. Ha tante storie ed esperienze da raccontarmi e non mancano mai argomenti per conversare. Inoltre amo il suo gioco pieno di variazioni e sono orgogliosa di starle a fianco durante i match di doppio“. Per Svetlana invece, dall’altro della sua esperienza, questo match non portava con sé delle insidie extra: “ci siamo congratulate dopo i nostri match come facciamo sempre, ma non ho affrontato questo match in maniera diversa rispetto al solito“.

La testa di serie numero 8 raggiunse qui la finale due anni fa (dove perse da Kvitova) ma oggi non è riuscita a ripetersi e la partenza del suo match non poteva essere peggio di così: con due doppi falli e un errore di dritto perde la battuta. Tuttavia Mladenovic cerca di imitarla, partendo anche lei con due doppi falli che le costano lo stesso dazio. Finalmente quando entrambe iniziano a metterla dentro si vedono bei punti, con Kristina che tatticamente si rivela superiore alla sua avversaria. La ventitreenne gioca con più frequenza la smorzata e spesso coglie Svetlana in contropiede, soprattutto sul lato del rovescio. Nel nono game si ripresentano altre palle break, in favore di Mladenovic, e la russa per salvarsi aumenta la velocità – e i decibel – dei suoi colpi, ma un dritto a sventaglio le scappa largo. Servendo per il set la testa di serie numero 12 è solida quanto basta per riuscire a chiudere, con una prima vincente, alla terza bola de set 6-4 in 45 minuti. Il secondo set, forse per il poco entusiasmo del pubblico o per la pioggerella che inizia a cadere, va ad un ritmo blando e ogni game, fatta eccezione per il terzo dove Kiki non concretizza due palle break, sono tutt’altro che tirati. Mentre il grosso tetto di metallo inizia a chiudersi lentamente, quasi per non farsi notare, la cosa che sorprende è la solidità mentale di Mladenovic che servendo per seconda, è costantemente sotto pressione per non perdere il set. Lei gestisce bene la cosa e negli ultimi game prima del tie-break piazza una serie incredibile di “servizio e dritto” in stile Kramer, e anche nel tredicesimo gioco continua con questo ritmo martellante. La russa fa di tutto per evitare il lato destro della francese, ma quando quest’ultima riesce a colpire con il dritto fa partire solo mine, e quando Svetlana sbaglia un clamoroso smash la tortilla è fatta. Al secondo match point Mladenovic chiude con un rovescio imprendibile in uscita dal servizio, dopo un’ora e 43 minuti, e il suo sguardo gelido va dritto verso il suo box. Dopo un caloroso abbraccio con la sua partner di doppio, Kristina risponde a qualche domanda a bordo campo, e lo fa con uno spagnolo più che fluente e uno smagliante sorriso sulle labbra. Come il suo stato di forma: seconda finale consecutiva dopo Stoccarda, Halep avrà una grossa gatta da pelare per confermarsi campionessa.

Risultati:

[3] S. Halep b. A. Sevastova 6-2 6-3
[12] K. Mladenovic b. [8] S. Kuznetsova 6-4 7-6(4)

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