Djokovic: “La separazione è stata consensuale”

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Djokovic: “La separazione è stata consensuale”

A Roma, in esclusiva per un sito serbo, Nole ha fornito qualche ulteriore spiegazione in merito alla decisione presa qualche giorno fa di separarsi dal suo team storico

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Prima del vittorioso esordio agli Internazionali d’Italia contro Bedene, Novak Djokovic ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva al sito serbo Bilic.rs, nelle quali ha fornito qualche ulteriore dettaglio sui motivi che hanno portato alla separazione dal suo storico team“Voglio spiegare bene quello che è successo qualche giorno fa. Quella che Vajda, Amanovic e Gritsch non siano più con me è stata una decisione condivisa. Non è stata presa all’improvviso, è il risultato di un qualcosa che ormai tutti noi percepivamo come eccessivo”.

Novak ha voluto poi aggiungere qualche parola sull’addio del coach Marjan Vajda, che lo seguiva dal 2006 e che da quest’anno era tornato al suo ruolo di capo allenatore, dopo l’addio di Boris Becker. “Non dimenticate che Vajda è da più di trent’anni nel Tour. Lui già in precedenza si era lamentato dell’eccessivo impegno, proprio per questo motivo nel dicembre 2013 Becker era entrato nel team. Mi ricordo del colloquio avuto con Vajda in quell’occasione. Mi disse che non poteva viaggiare sempre con me. Accettò che Becker assumesse il ruolo di capo allenatore e così andammo avanti. In questi mesi si è reso conto che non può più viaggiare continuamente e per questo dopo Montecarlo abbiamo interrotto la collaborazione” ha spiegato il n. 2 del mondo.

Una domanda che soprattutto in Serbia molti si sono posti è come mai anche il suo grande amico, il preparatore fisico Miljan Amanovic, non faccia più parte del team. “Lui è il mio testimone di nozze, è come un fratello per me, uno dei miei migliori amici. Miljan però ha una famiglia, tre figlie e tanti impegni personali. Questo non significa che abbiamo smesso di collaborare!” ha risposto il quasi trentenne (li compirà il prossimo 22 maggio) tennista belgradese. L’ultima frase chiaramente può sembrare in contrasto con la decisione appena presa, ma il campione in carica del Roland Garros ne ha chiarito il senso: voleva dire che per tre persone che hanno condiviso tanto con lui, la porta sarà sempre aperta“A nessuno di loro tre ho chiuso la porta, Non significa che non lavoreremo più insieme. Abbiamo solo deciso che era il momento di girare pagina e portare un po’ di aria fresca” ha aggiunto Djokovic, atteso a Roma dalla sfida contro il vincitore del match tra Roberto Bautista Agut e Pablo Carreno Busta.

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