[6] S. Stosur b. [7] D. Gavrilova 5-7 6-4 6-3
Il tennis australiano può continuare a sorridere. Di Nick Kyrgios si attende da un momento all’altro la consacrazione definitiva, ma alzino la mano quanti di voi ricordano due tenniste australiane approdate all’atto conclusivo di un torneo WTA dopo gli anni 80. Ci pensano dunque Samantha Stosur, over 30 di grande esperienza con alla spalle già un titolo Slam (US Open 2011) e Daria Gavrilova, simpaticissima 23enne oriunda russa con ai piedi degli immaginari winged boots che fanno di lei una allieva della brava Wendy “Rabbit” Turnbull, a riportare il tennis rosa Made In Oz agli onori delle cronache.
Partita snervante – tre ore abbondanti di gioco effettivo – e difficile quella che ha visto protagoniste le due, con Stosur che, come da pronostico, cerca di lavorare la palla e imprimere quante più variazioni possibili per non dare punti di riferimento, e soprattutto, ritmo, alla sua ben più giovane e pugnace avversaria. Dal canto suo, Gavrilova risponde mettendo in mostra quanto di buono ha già fatto vedere negli appena conclusi Internazionali d’Italia, mostrando notevoli miglioramenti al servizio (5 ace in totale) e rispondendo con dritti e rovesci “lobbati”, che impensieriscono la sua avversaria in ben più di una circostanza. Altalenante e giocato sui nervi il primo set, con molti errori sia da una parte che dall’altra. Basti pensare che, quando l’orologio del campo centrale dello Strasbourg Tennis Club indica che si è entrati nel ventunesimo minuto di gioco, sono stati disputati appena 3 game, e nessuna delle due tenniste ha ancora tenuto un turno di battuta.
Una prima, parziale svolta si ha nel quarto gioco, quando Gavrilova riesce finalmente a tenere il proprio turno di battuta e a confermare il break appena ottenuto, portandosi sul 3-1. Stosur non sembra disporre, almeno in questo primo scorcio di set, né delle energie né tanto meno dell’autorità necessaria per impensierire la piccola e sempre sorridente tennista nativa di Mosca. Dal settimo gioco Sam comincia allora a rischiare di più, e la sua tattica si fa più offensiva. I ruoli si invertono temporaneamente, ed è Gavrilova ad andare in difficoltà: si presenta al turno di battuta più remissiva e gioca molto più corto che in precedenza. Stosur non fa troppi complimenti e incamera il controbreak, portandosi sul 4-4. La più esperta delle due sembra recuperare gradualmente terreno, carattere e colpi vincenti: ricomincia a martellare con il dritto, che con l’intenficarsi degli scambi si fa via via più preciso e penetrante. Sul 5 pari tuttavia vanifica nuovamente quanto di buono fatto fino a quel momento, con due pesanti errori da fondo campo che consegnano nelle mani di Gavrilova un nuovo break, e il primo parziale con il punteggio di 7-5.
Nel secondo set, Stosur sembra trarre giovamento dai consigli che le vengono dati dal suo nuovo coach, Josh Eagle. Tiene senza troppi patemi il proprio turno di battuta e mette in mostra ancora una volta quella notevole manualità sotto rete, che negli anni passati ne ha fatto una delle giocatrici più complete e difficili da battere dell’intero circuito. Non si hanno scossoni particolari per tutta la durata del secondo parziale e anzi le cose sembrano mettersi bene per Gavrilova, quando mette a segno il quinto ace del suo match. Dasha rovina però tutto sul 30-30, 4-5 e servizio, commettendo due sanguinosi doppi falli consecutivi. 6-4 in favore della tennista di Gold Coast, la finale tutta aussie avrà bisogno del set decisivo. Che si apre in modo brutto, con break e contro-break figli di grossolani errori di misura per Stosur e di disattenzioni in fase difensiva della sua avversaria. Fino al momento in cui quest’ultima sul 2-3 ha un nuovo crollo, che questa volta si rivela definitivo: già sotto 30-40, manda in rete la seconda di servizio e concede un nuovo break. Stosur incassa il game, quello successivo senza storia e nel turno di battuta per il titolo opta per lavorare ai fianchi la propria avversaria, anziché aggredirla frontalmente, fino a portarla allo sfinimento.
Appagata (ma mai troppo) da una carriera appena arricchitasi di un nuovo successo, l’ex numero 4 del mondo Stosur può guardare con maggiore serenità al Roland Garros edizione 2017, dove difende i punti della semifinale. E chissà mai che il vuoto di potere nel circuito femminile non possa in qualche modo giocare a suo favore… Per Daria Gavrilova, invece, un’altra bella prova a cui è purtroppo mancato l’acuto definitivo. L’assalto al primo titolo WTA e al primato nel ranking nazionale (che Stosur detiene dall’ottobre 2008) sono falliti, ma se riuscirà a continuare su questi livelli potrebbe, in tempi nemmeno troppo lunghi, regalarsi entrambi e anche di più.
Niccolò Ludovici