PARIGI – Comincia il… campionato del mondo sulla terra rossa. Altro non è, infatti, il Roland Garros. Anche i bambini sanno che Rafa Nadal è il grande favorito per la conquista di un decimo storico successo a Parigi, ma lo è un po’ meno dopo l’inattesa sconfitta patita al Foro Italico con l’austriaco Thiem, poi a sua volta dominato da Novak Djokovic che un anno fa trionfò per la prima volta qui a Porte de Auteuil nell’unico Slam che mancava alla sua collezione di 12 Major. Quindi, stante l’annata per ora deludente del n.1 Andy Murray e l’assenza di Roger Federer, anche se Stan Wawrinka vinse il Roland Garros nel 2015, i due più autorevoli pretendenti al successo di quest’edizione dei Campionati Internazionali di Francia non possono che essere Nadal e Djokovic i quali però non potranno duellare in finale, ma semmai in semifinale dal momento che il sorteggio li ha piazzati per l’ennesima volta nella stessa metà del tabellone.
I due paiono attrarsi come calamite. Quando non sono stati contemporaneamente n.1 e n.2 del mondo – e in tal caso ovviamente sistemati di diritto agli estremi opposti del tabellone – in 13 edizioni del RG ben 8 volte sono capitati dalla stessa parte. Ma tre volte su 5 i due erano n.1 e n.2. Quindi fatta eccezione per due volte su dieci sono sempre stati sorteggiati nella stessa metà, come ha osservato in un post un nostro lettore molto attento, puntuale e preciso (ma che fra oltre 1400 commenti all’articolo sul sorteggio di Alessandro Stella non riesco più a trovare: però lo ringrazio). Quasi incredibile.
È molto cambiata anche la composizione anagrafica dei partecipanti rispetto ad una volta, quando potevano vincere il Roland Garros diciassettenni come Wilander (1982) e Chang (1989) e i teenagers erano diversi (soprattutto fra le ragazze). 49 giocatori su 128 hanno più di 30 anni. Età media 28,1. (altro post apprezzabilissimo di altro lettore!). Non è un record: l’anno scorso gli over 30 furono 50. Ma che i primi 5 tennisti del mondo fossero tutti ultratrentenni, beh non ricordo che fosse mai successo prima. Non so se sia un buon segno o no, la mancanza di un più sollecito ricambio, però che i Fab Four e Wawrinka buon ultimo, siano stati campioni eccezionali in tutto e per tutto, anche in termini di continuità e longevità, non lo si può negare.
Chi vincerà? Secondo i bookmaker di Bet365 le quote di inizio torneo sono (fino a 24 ore fa… si sa che fluttuano a seconda di come si concentrano le scommesse) queste: Nadal viene pagato 1,83 la posta, Djokovic 4,50, Thiem 11, Murray 12, Wawrinka 13, Zverev 17. Gli altri sono pagati a più di 30. Oltre a poter approfittare del bonus di 100 euro per ogni nuovo cliente, delle chance di vedere tennis in live-streaming e del fatto che potreste sommare un più 70% alle vostre vincite, mi segnalano che Bet365 offre cash out su tutti i mercati del tennis… io non ho la minima idea di che cosa voglia dire ma deve essere essere una buona cosa se se ne vantano! Ci si registra tramite questo link purchè non siate minorenni perché in quel caso rinviate il vostro aiuto a quando sarete più grandicelli. E ovviamente questo non vuole essere un nuovo incentivo a chi non ha mai scommesso: è un appello rivolto soltanto a chi scommette di già e comunque.
Questo il possibile cammino di Nadal: Paire (temibile primo turno), Haase o de Minaur, Simon, Sock, Raonic, Djokovic o Thiem in semifinale, Murray o Zverev (che si possono trovare in ottavi) o Wawrinka nell’eventuale finale.
Gli italiani in calzoncini sono 5, con il gonnellino 3. In totale appena 8, già scesi a 7 per via della sconfitta di Roberta Vinci contro Monica Puig. Comunque in calo rispetto allo scorso anno quando avevamo 11 tennisti, 6 uomini e 5 donne. Nel 2015 erano in 12, 6 uomini e 6 donne, così come nel 2014, sempre 6 uomini e 6 donne. Ma al di là della quantità il problema è di qualità: tramontata l’epoca Schiavone, vittoria nel 2010 e finale nel 2011, e quella Errani, finale 2012, semifinale 2013, quarti nel 2014 e nel 2015 – ragazzi, tutti quelli che dicono cose molto poco simpatiche nei confronti di Sara dovrebbero riconoscere con molta più enfasi il fatto che ha infilato un percorso assolutamente straordinario qui a Parigi per 4 anni, complessivamente migliore di qualsiasi altra nostra tennista per continuità – ritiratasi mamma Flavia Pennetta, in calo vertiginoso Roberta Vinci, dal tennis femminile non possiamo più aspettarci niente per anni.
Salvo che da Camila Giorgi. Lei può battere chiunque e purtroppo anche perdere da chiunque. Già oggi con la francese Oceane (che nome ragazzi!) Dodin corre qualche rischio. Magari proprio il fatto di giocare contro una francese incoraggiata dal pubblico creerà un’atmosfera stimolante per Camila, che certe partite le sente e altre proprio no.
Mentre certo sarebbe una clamorosa sorpresa se Francesca Schiavone riuscisse a fare lo sgambetto alla campionessa in carica del Roland Garros Garbine Muguruza. La ispano-venezolana non ha più vinto granchè da un anno a questa parte, però a Roma si era mostrata in progresso, prima di infortunarsi in semifinale con Fortunellina Svitolina, capace di… gettare il malocchio anche su Simona Halep in finale.
Dei nostri cinque uomini Fognini è quello che apparentemente sta meglio, se la paternità non l’ha troppo distratto e confuso: l’americano Tiafoe, originario della Sierra Leone, sostiene che la terra rossa sia la sua migliore superficie. Vedremo, certo è che il diciannovenne ragazzone di colore – cresciuto a pane e tennis insieme al fratello gemello – chiuse il 2104 a 1136 ATP, il 2015 a 180 e oggi lo ritroviamo già a n.66… roba che il nostro eroico Paolo Lorenzi ci ha messo una decina di anni ad arrivarci. Se Seppi battesse Giraldo e Fognini Tiafoe avremmo un derby al secondo round e la certezza di un italiano al terzo: a questi chiari di luna sarebbe già tanto, anche se poi Wawrinka ci lascerebbe con un palmo di naso.
Lorenzi dovrebbe essere favorito con Berankis che, pur essendo il miglior tennista lituano dai tempi di Vitas Gerulaitis (il passaporto però era americano) non è mai stato più su di n.50. Mi sarebbe piaciuto vedere Napolitano – bravo a qualificarsi – contro un giocatore meno in forma di Mischa Zverev, anche se il grande dei due fratelli viene da una lunga settimana a Ginevra (sconfitto in finale) e potrebbe risentirne. E sono curioso di vedere come se la caverà Bolelli contro Mahut che ha i suoi annetti e sulla terra rossa vede spuntarsi un po’ l’efficacia del suo servizio. Molta curiosità c’è per il ritorno di Petra Kvitova. Se sta già bene…il Roland Garros sarà un bell’allenamento per vincere per la terza volta Wimbledon. Una particolare attenzione dovrà fare Venus Williams: la cinese Qiang Wang è allenata da Peter McNamara e l’australiano sa il fatto suo.