ATP Ginevra: Wawrinka bis, rilancio per Parigi?

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ATP Ginevra: Wawrinka bis, rilancio per Parigi?

Il padrone di casa batte Mischa Zverev in rimonta dopo una bella finale. Sedicesimo titolo e miglior viatico possibile per il Roland Garros dove spera di essere grande protagonista

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[1/WC] S. Wawrinka b. [Q] M. Zverev 4-6 6-3 6-3

Sabato tennistico dedicato, tra l’altro, alla finale dell’edizione 2017 del Banque Eric Sturdza Geneva Open, torneo ATP 250 ospitato dal Tennis Club Ginevra. Tanto per cominciare, incantevole il contesto naturalistico. Con i suoi 90 ettari, il lago e i rododendri disseminati qua e là, è il Parc des Eaux-Vives, vero orgoglio cittadino, a fare da cornice ad una manifestazione rientrata nel circus ATP nel 2015 dopo più di un decennio di assenza e giunta alla quindicesima edizione.

Campione uscente e protagonista anche quest’anno dell’atto conclusivo è il padrone di casa Stan Wawrinka, prima testa di serie e in tabellone grazie ad una wild card, in cerca di conferme, e del primo titolo stagionale, in vista dell’imminente slam parigino dove farà il suo esordio con lo slovacco Kovalik. A caccia del primo hurrà della carriera, invece, è il tedesco di Mosca Mischa Zverev, 29 anni all’anagrafe e numero 33 delle recenti classifiche mondiali, bravo a regalarsi la finale odierna, la seconda da Pro, partendo dalle qualificazioni. Non si tratta di uno scontro inedito. Il computo recita infatti un bilancio di una vittoria per parte, con Wawrinka vittorioso su un giovane Zverev nel corso dell’edizione 2008 dei Championships e tedesco che impatta a Basilea sul finire della passata stagione. Percorso tutt’altro che convincente questa settimana per il primo favorito del seeding, due i set lasciati per strada prima con Querrey e poi con Kuznetsov. 11 parziali disputati in 4 incontri è invece il dato che meglio riassume l’arrampicata del redivivo Zverev, capace di estromettere dal torneo Isner, Johnson e Nishikori. Le peculiarità tecniche di due tennisti mai banali sono sulla carta garanzia di divertimento anche se, almeno stando ai bookmaker, il pronostico dalla parte di Stan appare piuttosto blindato.

Si comincia con Wawrinka al servizio, splendida giornata di sole e spalti per l’occasione gremiti. Un game interlocutorio e il match entra nel vivo. Wawrinka sciupa un vantaggio di 0-40 e nel gioco successivo il break è,come spesso accade, a favore dell’avversario. Al cambio di campo il tedesco si vede costretto a far ricorso ai servigi del fisioterapista, preludio al successivo contro-break svizzero. Le variazioni di Zverev, tuttavia,sembrano sortire gli effetti desiderati e, complice un avversario frettoloso nelle scelte e falloso nelle esecuzioni, si procura una palla, poi non sfruttata, per salire 5 a 2. Zverev, volleatore funambolico, si dimostra sovente anche un buon difensore, capace all’occorrenza di narcotizzare il ritmo dello scambio con la padronanza dello slice, vero tormento per lo svizzero in questo inizio di partita. Sotto per due quindici nel corso del decimo gioco, uno Zverev avanti tutta chiude con merito un parziale giocato senza sbavature. 6-4 lo score.

Wawrinka, che faticosamente prova ad entrare con decisione nella partita, mette quattro prime in fila nel momento del bisogno e, cancellate tre sanguinose palle break consecutive, si assicura la possibilità di far corsa di testa in avvio di secondo parziale. Un diritto inside-in, liberatorio e pesante come un macigno, sigilla l’allungo dell’elvetico nel turno di risposta successivo e, in un amen, si porta a condurre per tre giochi a zero. Rinfrancato nel punteggio e nello spirito, Wawrinka – comunque ancora lontano dalla miglior versione ‘The Man’ – con relativa tranquillità archivia il set rinviando il verdetto alla terza e decisiva partita. Fondamentale, a conti fatti, il game di apertura, riacciuffato da campione dal tre volte vincitore slam. Per il maggiore di casa Zverev il sospetto è che le fatiche della lunga settimana comincino a pesare sulle gambe.

Dopo un lungo pit-stop le ostilità riprendono con Zverev, e il suo tennis d’attacco, che con facilità incamera il turno di servizio. Wawrinka, dei due, è adesso quello che palesa un linguaggio del corpo più convincente e due passanti di pregevole fattura – diritto in lungolinea e cross di rovescio – girano l’inerzia del terzo gioco che sancisce l’allungo del pupillo di coach Norman. Mischa, benché a corto di energie, è però bravo ad approfittare di un inaspettato passaggio a vuoto del suo avversario col risultato che il set è di nuovo in equilibrio sul punteggio di 2 pari. Sarà però questo l’ultimo sussulto di una trasferta svizzera per lui ottima. Wawrinka, infatti, si riprende immediatamente il vantaggio e l’autoritaria conferma del break significa match in ghiaccio. La partita non ha più molto da raccontare e, dopo due turni di battuta di transizione, Stan con un passante di diritto in avanzamento sigilla il 6-3 che vale il trofeo.

Wawrinka, dunque, profeta in patria, bis a Ginevra e sedicesimo trofeo della carriera messo in bacheca, ma da rivedere in ottica Parigi. Se vorrà dire la sua in Bois de Boulogne, infatti, il livello di gioco esibito in questo scampolo di stagione sul rosso con ogni probabilità non gli sarà sufficiente per arrivare in fondo Per finire, complimenti vivissimi all’esausto Mischa Zverev, depositario di un tennis in via di estinzione e antidoto vivente contro una certa omologazione tennistica.

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