Federer: "Conosco i miei limiti, ma ora sono in un equilibrio ideale"

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Federer: “Conosco i miei limiti, ma ora sono in un equilibrio ideale”

HALLE – Dopo la vittoria in semifinale contro Khachanov: “Voglio prolungare al massimo questa fase della mia carriera”

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dal nostro inviato a Halle, Andrea Franchino

6-4 7-6 in semifinale contro Karen Kachanov, l’ennesimo esponente NextGen rimandato. Nessun set perso finora, e Roger Federer conquista la sua undicesima finale ad Halle, dove ha vinto otto volte. Sopratutto, è la sua 140esima nei tornei ATP, a sei lunghezze da Lendl, dietro il solito Connors a 164 nella classifica dell’era Open.

La differenza di età con ormai molti dei suoi avversari può cominciare a farsi sentire, e la programmazione dei tornei riveste un ruolo sempre più importante per il tennis di Federer; lo si è visto recentemente, quando lo svizzero ha preferito non disputare il Roland Garros per prepararsi al meglio in vista dell’erba e di Wimbledon. L’unica possibilità che ho per continuare a praticare lo sport che amo a questi livelli è quella di essere realista ed obiettivo sulle mie reali condizioni fisiche. La strategia del mio team è quella di valutare attentamente quelle che possono essere le mie possibilità di competere ad alto livello sulle varie superfici e dopo questa analisi decidere la programmazione dell’attività”. Un’ulteriore spiegazione per la sua rinuncia alla stagione su terra, in previsione di un periodo di allenamento sull’erba che, per sua stessa ammissione nella conferenza stampa del 22 giugno dopo la vittoria su Misha Zverev, non è mai riuscito a fare a causa del tempo ridotto intercorrente tra il Roland Garros e Wimbledon: “Sulla terra rossa non sono mai stato particolarmente competitivo, è chiaro. Era meglio così”.

Roger sa benissimo che il suo fisico e la sua mente hanno dei limiti: “Voglio cercare di prolungare il più possibile questa parte della mia carriera, prestando una attenzione anche maniacale ai dettagli e cercando di non fare scelte sbagliate che possano rompere questo equilibrio ideale che si è creato. Mi consente di giocare in maniera rilassata, divertendomi e vincendo ancora a 35 anni suonati“. E l’età non è un fattore: “Incontri tra giocatori con differenza di età rilevante non sono una novità. Quando vinsi contro Sampras a Wimbledon, c’erano dieci anni di differenza tra me e lui, i ricambi generazionali fanno parte della storia del tennis e non ritengo di essere un’eccezione “.

In semifinale ha battuto il giovane russo Karen Kachanov, 21 anni il mese scorso, da molti etichettato come il nuovo Safin e futuro protagonista ad alti livelli. Con Marat, Federer si è reso protagonista di incontri memorabili, come quelli del 2005 in semifinale in Australia, che il russo vinse annullando matchpoint, e in finale proprio qui ad Halle (vittoria di Roger per 6-4 6-7 6-4): “Rispetto a Marat, Kachanov è un po’ più estroverso (ride) ed al momento non ha quella capacità di alzare il livello del gioco quando i punti diventano importanti. Safin alla sua età uno US Open…”. Qualcosa in comune però ce l’hanno davvero: “Hanno la stessa stazza, sono entrambi molto prestanti fisicamente. Ma questo non è un particolare importante, se non ci lavora”.

A proposito di NextGen, la finale sarà contro quel Sascha Zverev che il mese scorso ha vinto Roma, e proprio qui lo scorso anno superò Federer per la prima volta, in semifinale. L’unico altro precedente era stato appannaggio dello svizzero, agli Internazionali d’Italia poche settimane prima. Un futuro campione tra Federer e il non titolo a Halle.

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