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ATP Challenger Milano: Cecchinato fuori, la finale è Delbonis-Pella

Il palermitano cede in tre set in semifinale a Federico Delbonis che racconta delle difficoltà di riprendere il ritmo dopo la vittoria in Coppa Davis. In finale sarà derby argentino con Guido Pella

Last updated: 02/07/2017 10:33
By Redazione Published 02/07/2017
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9 Min Read
Federico Delbonis - ATP Challenger Milano ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS 2017 (Credit Francesco Peluso / Paolo De Matteo - Makers)

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L’ha chiamata “locura”, ovvero follia. È quanto successo a Federico Delbonis dopo il fatidico 27 novembre 2016, quando ha regalato all’Argentina l’agognato punto che ha regalato al Paese la prima Coppa Davis della sua storia. Interviste, ricevimenti, persino attentati alla privacy. Per intenderci, è successo che una donna lo abbia svegliato mentre dormiva in aereo: voleva a tutti i costi fare una foto con lui. Si spiega così il difficile inizio di stagione di “Delbo”, da molti definito il “Burruchaga” del tennis argentino. Come Diego Armando Maradona lanciò Burruchaga verso il gol decisivo al Mondiale del 1986, Juan Martin Del Potro gli ha fornito l’assist per vincere la Coppa Davis. Federico è stato bravo a raccogliere l’occasione, ma ne ha pagato le conseguenze nel 2017, tra qualche sconfitta di troppo e un fastidioso infortunio. È anche uscito dai top-100 ATP, una “locura” (appunto) per uno come lui. La finale a Prostejov e la vittoria e Todi lo hanno riportato al numero 97 ATP, e adesso c’è la finale all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (43.000€ + H, terra battuta), dove cercherà di azzannare il secondo titolo: si è già imposto all’Harbour Club nel 2015. “Le reazioni dopo la vittoria in Coppa Davis sono state una follia – racconta Delbonis – non ci aspettavamo un clamore del genere. Abbiamo faticato ad assimilarlo: mentre gli altri giocatori stavano preparando la nuova stagione, noi eravamo ancora a festeggiare. Non abbiamo avuto molto tempo per allenarci e focalizzare la nostra mente sull’anno nuovo. Sia io che altri giocatori abbiamo impiegato più del normale a tornare in condizione e quest’anno ne stiamo pagando le conseguenze, con qualche infortunio o le difficoltà a riprendere il ritmo”. È il caso di Delbonis, bloccato da un infortunio alla gamba che lo ha costretto a perdere tutti i grandi eventi su terra battuta. È tornato in tempo per il Roland Garros, ma ha perso al primo turno. “Pensavo di aver recuperato, invece a Marrakech ha ripreso a darmi fastidio e allora sono tornato in Argentina per riprendere le cure. C’è voluto più del previsto per rimettermi in sesto”.

STESSO COACH DA 15 ANNI – Da allora, tuttavia, le cose vanno sempre meglio. Dopo il Roland Garros ha vinto 13 partite su 14, compreso il 6-1 4-6 6-0 su Marco Cecchinato nella semifinale dell’Harbour Club. In avvio, l’argentino si è aggiudicato tutti i punti importanti e ha chiuso il primo set senza patemi. Nel secondo, Cecchinato è entrato in partita. Il break decisivo è arrivato al quinto game, peraltro con un vincente di rovescio. Sembrava un colpo difensivo, ma ha colto in contropiede l’argentino e si è tramutato in un “winner”. Delbonis si innervosiva, gesticolava e mugugnava verso il suo angolo, concedendo qualche punto gratis al siciliano. Si andava dunque al terzo set, peraltro dopo una pausa per andare in bagno di Delbonis, forse un po’ troppo lunga. Nel terzo, Cecchinato incassava il break al secondo game dopo un game combattuto. Dopo la smorzata che gli è finita in rete, l’azzurro se l’è presa con la fascia tergisudore. Aveva sempre usato quella bianca, ma l’aveva cambiata per indossare quella blu. Subire il break lo ha un po’ innervosito “Merito di perdere 6-0” ha borbottato, in un eccesso di autocritica. Negli ultimi game, pur di nuovo con la fascia bianca, non aveva più energie e lasciava strada a Delbonis. “Credo che Marco sia un ottimo ragazzo, sia dentro che fuori dal campo – ha detto Delbonis – contro di lui è sempre difficile, anche perché il pubblico era a suo favore. L’importante era concentrarmi sul mio gioco e in alcuni momenti l’ho fatto bene. In linea generale, sto giocando un buon tennis”. L’argentino è poi tornato sul delirio-Davis dell’anno scorso. “È stata una delle migliori esperienze della mia vita, sul piano sportivo e anche globale per il tutto i paese. Resterà sempre nella mia mente, ma adesso lo devo mettere da parte. La mia carriera va avanti e devo cercare di scalare posizioni nel ranking ATP”. Per farlo, continua ad affidarsi al coach di una vita, Gustavo Tavernini, con il quale lavora da quando aveva 12 anni. “Mi conosce molto bene, è come un secondo padre. Dopo tanto tempo ci sono alcuni dettagli negativi, il rapporto si consuma un po’ e a volte perdiamo concentrazione e motivazione. Abbiamo lavorato per trovare nuovi stimoli e nuovi obiettivi che si possano trasformare in nuove opportunità”. Magari già a partire da un secondo titolo a Milano.

DERBY ARGENTINO CON GUIDO PELLA – In finale troverà proprio uno dei compagni di viaggio nella grande avventura dell’anno scorso: Guido Pella. Nella seconda semifinale, l’argentino si è imposto agevolmente su Tommy Robredo. È bastata poco più di un’ora per chiudere 6-3 6-4, ma il punteggio avrebbe potuto essere ancora più severo se non si fosse distratto sul 5-2 nel secondo, consentendo a Robredo di riavvicinarsi. Per lui è la 17esima vittoria nelle ultime 21 partite, segno che il rientro tra i top-100 è solo questione di tempo. Pella ha vinto perché la sua palla è molto più pesante di quella di Robredo, che ha bisogno di una condizione fisica ottimale per sorreggere un tennis intelligente ma leggero. Stavolta non era al 100%, allora ha provato ad accorciare gli scambi, a volte addirittura colpendo di controbalzo, ma non è il mai stato il suo gioco. Ed è molto, molto difficile cambiare stile a 35 anni. Un break all’ottavo gioco era sufficiente a Pella per conquistare il primo set, poi nel secondo un parziale di quattro game (da 1-2 a 5-2) metteva in ghiaccio la partita. Il derby argentino era tra le migliori opzioni possibili alla vigilia: non a caso, sia Pella che Delbonis erano presenti nel poster promozionale del torneo. Sarà il terzo scontro diretto: ad oggi, il bilancio dice 2-0 per Delbonis, ma sono state due sfide molto equilibrate, la prima a un Futures argentino nel 2009, la seconda al torneo ATP di Vina del Mar nel 2013. Al di là di questo, i due si conoscono benissimo, hanno la stessa età, un best ranking simile (33 Delbonis, 39 Pella) e l’anno scorso hanno condiviso, in egual misura, l’esperienza più importante della loro carriera. Milano non poteva chiedere di meglio. La finale si giocherà domenica alle ore 16 e sarà trasmessa in diretta TV su SuperTennis. Nel frattempo, si è chiuso anche il tabellone di doppio. La vittoria su Paolo Maldini al primo turno ha portato fortuna al polacco Tomasz Bednarek e all’olandese David Pel, i quali hanno finito col vincere il torneo. In finale hanno battuto l’altra coppia, tutta azzurra, composta da Filippo Baldi e Omar Giacalone.

Risultati:

Semifinali singolare

F. Delbonis b. M. Cecchinato 6-1 4-6 6-0
G. Pella b. T. Robredo 6-3 6-4

Finale Doppio

T. Bednarek/D. Pel b. F. Baldi/O. Giacalone 6-1 6-1


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