Fabio Fognini, il Dr. Jekyll & Mr. Hyde

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Fabio Fognini, il Dr. Jekyll & Mr. Hyde

Ha deliziato e orripilato i 14.000 del centre court. Si sono presi cura di Fognini una psicologa e ora Flavia Pennetta. Ma…

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Fabio Fognini è il Dr. Jekyll and Mr. Hyde del tennis. Ieri ha tenuto con il fiato sospeso i 14.000 del Centre Court di Wimbledon, deliziando e orripilando con i suoi colpi e le sue mattane. Solo la fantasia dello scrittore Robert Louis Stevenson, scozzese come Andy Murray, può aiutare a capire “lo strano caso” del trentenne di Arma di Taggia, neo papà di Federico.

Fabio-Dr. Jekyll ha sciorinato due demi-volée una di dritto e una di rovescio e una stop-volley di rovescio su una fiondata di Murray che hanno fatto esplodere un lungo applauso di un pubblico che stravede per Andy ma sa apprezzare il buon tennis. Fognini-Mr. Hyde, però non ha esitato a scaraventare la racchetta davanti al Royal Box alle prime difficoltà, rimediando un warning e poi un penalty point per un gestaccio in un game piuttosto importante. L’umore altalenante del nostro ha consentito di portare a casa agevolmente il secondo set (6-4) per poi riprecipitare nel terzo con un 6-1 a favore del numero 1 del mondo, che ieri sembrava piuttosto malconcio per via del fastidio all’anca sinistra.

Tenere a bada il suo doppio o il diavoletto, se preferite, è sempre stato il principale problema di Fabio Fognini. Ci ha provato la moglie del suo ex coach Perlas, che è una psicologa; ci sta provando ora Flavia Pennetta che oltre a donargli uno splendido bambino ci ha regalato l’ultimo Grande Slam in una finale americana tutta italiana con Roberta Vinci. È difficile pensare cosa sia scivolato nella mente di Fabio in un quarto set in cui Dr Jekyll ha furoreggiato fino al 5-2, riducendo il detentore di Wimbledon 2016 a un comprimario vuoto, in balia delle palle corte e delle accelerazioni dell’avversario, per poi cedere il posto a Mr Hyde che non ha saputo concretizzare cinque set point, fermarsi dinanzi a un out mai chiamato e crollare dinanzi a un vero campione come Murray. Peccato. Fognini, per una ventina di minuti ha dato la sensazione di aver il biglietto vincente della lotteria in tasca senza alcuna consapevolezza. Tanto che un romano dalla curva Nord del Centre Court gli ha urlato: “Daje Fabio, Andy è cotto…”.

Un copione molto simile è stato già recitato da Fabio qui a Wimbledon contro Kevin Anderson e Feliciano Lopez (era stato avanti di almeno un set con entrambi) e contro lo stesso Murray alle Olimpiadi di Rio, un anno fa, quando si è fatto rimontare al terzo set.

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