La settimana degli italiani: Umago, il (quasi) feudo italiano

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La settimana degli italiani: Umago, il (quasi) feudo italiano

In Croazia la pattuglia italiana è stata folta come al solito. La vittoria è sfuggita, ma solo per merito di Rublev. Riposo quasi totale per le donne

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Il Plava Laguna Croatia Open che dal 1990 si disputa ad Umago, piccola cittadina balneare appartenente alla regione istriana è da diversi anni un torneo che porta fortuna ai colori azzurri: nelle ultime edizioni si è registrata non soltanto la vittoria di Fognini nel 2016, ma una lunga serie di positivi piazzamenti utili alla classifica dei tennisti italiani, che hanno fatto sì che questo torneo divenisse sede del “pellegrinaggio” dei nostri migliori atleti. Del resto Umago, assieme a Montecarlo, è la sede più vicina all’Italia ad ospitare tornei ATP ed ha sempre avuto una grossa percentuale di spettatori provenienti dalla nostra nazione, tanto da far diventare questo torneo, una sorta di secondo appuntamento per gli appassionati italiani dopo Roma e assieme, come detto, a quello di aprile nel Principato di Monaco.

Per far capire come stiano le cose, basta vedere la quantità di tennisti azzurri che hanno deciso di partecipare quest’anno: ben 8, tra tabellone principale ( Fognini, Lorenzi, Giannessi e Cecchinato) e cadetto ( Viola, Donati, Napolitano, Trusendi). Anche i risultati di questa edizione 2017 sono stati molto positivi per i colori azzurri, a partire dalla seconda finale nel 2017 in un torneo ATP per Paolo Lorenzi. Davvero non si hanno più parole per elogiare la carriera, ma soprattutto l’esempio positivo, in termini di passione, dedizione e comportamento professionale, di questo 35enne toscano che in meno di un anno solare è stato capace di toccare il suo miglior piazzamento in classifica, di vincere il suo primo torneo e di arrivare ad altre due finali.

Riuscirci quando la condizione fisica richiede ancora più attenzioni e sacrifici per rendere al meglio è solo un orgoglio in più per il toscano, ormai capace di ben figurare anche nei grandi tornei: gli resta solo da migliorare il suo record contro i top 10 (0-18) ,i top 20 (2-36) e top 30 (5-51), ma siamo certi che riuscirà anche in questo.

Il torneo di Umago consacra Alessandro Giannessi come eccellente agonista pronto a mettersi in mostra anche a livelli superiori a quelli dei Challenger: in Istria ha vinto tre partite al terzo, rimontando situazioni anche molto complesse (specie ai quarti contro Dutra Silva) e raggiungendo la prima semifinale in carriera a livello ATP, un risultato che gli consentirà di stabilizzarsi a livello dei primi 100 per un po’. Lo stesso Cecchinato può dirsi contento: se è vero che contro Dodig non è riuscito a convertire un match point che gli avrebbe aperto le porte dei primi quarti ATP in carriera, non va dimenticato che in Croazia ha ottenuto una vittoria prestigiosa, contro l’avversario meglio classificato sin qui della sua carriera (Simon, 36 ATP) migliorandosi rispetto al successo di due anni fa contro Baghdatis, allora 39 ATP, tra l’altro sulla terra rossa di Bucarest, superficie dove il cipriota non ha mai reso bene.

Solo Fognini delude un po’: il ligure non ce ne vorrà, ma pensiamo che il suo talento, il suo tennis e la sua esperienza ancora si possano far preferire al grandissimo talento del russo Rublev, senz’altro puro e in certi momenti dirompente, ma ancora acerbo, se è vero, come è vero, che il russo in Croazia aveva perso qualche giorno prima su quegli stessi campi da Balazs, 159 ATP.

Venendo all’analisi della settimana, partiamo da chi ha fatto meglio, ovvero Paolo Lorenzi, che tornava ad Umago per la sesta volta a giocare il Croatia Open, un torneo nel quale non aveva mai avuto fortuna, raccogliendo, nonostante si giochi sulla da lui amata terra rossa, un solo successo nelle cinque precedenti apparizioni. Questa volta, accreditato della quarta testa di serie, ha avuto un bye al primo turno ed ha esordito agli ottavi contro lo sloveno naturalizzato britannico Aljaz Bedene, 48 ATP, contro cui aveva perso l’unico precedente quattro mesi fa sul cemento del Challnger di Irving. Contro il tennista nato a Lubiana, reduce da nove successi consecutivi contro tennisti italiani, il toscano ha fatto valere la maggiore attitudine alla terra rossa, prima vincendo dopo 63 minuti di lotta un equilibratissimo primo set al fotofinish, poi mantenendo il sangue freddo dopo aver preso il largo col break del terzo gioco del secondo set e non aver sfruttato due match point nel nono game.

Paolo alla fine ha avuto la meglio, dopo due ore esatte di buon tennis, col punteggio di 7-5 6-3, accedendo ai quarti, dove ha incontrato una sua bestia nera, il 24enne mancino ceco Jiri Vesely, 57 ATP, tennista che lo aveva sconfitto nei tre precedenti incontri, l’ultimo dei quali sulla terra di Marrachech lo scorso aprile. L’inizio “drammatico” di match per Lorenzi, che dopo poco più di mezzora si è trovato sotto di un set e di un break, sembrava confermare l’inerzia negativa contro il ceco, ma per fortuna Paolo ha saputo, come suo solito, resistere al momento burrascoso e insistere nel cercare il bandolo della matassa. Il 34 ATP ha così prima riagganciato il ceco, lo scorso venerdì non centrato col servizio (chiuderà col 47% di prime in campo), trascinando la partita al terzo set, dove è stato bravo a mantenere sino al termine il break conquistato nel sesto gioco, per poi chiudere col punteggio di 1-6 7-5 6-3 dopo 2 ore e 10 minuti di partita.

In semifinale ha trovato di fronte, in un derby azzurroAlessandro Giannessi, alla sua prima semifinale ATP, contro il quale si era già affrontato due volte a livello Challenger, vincendo in ambo le circostanze senza mai perdere un set. La prima parte della partita ha seguito proprio la falsariga dei precedenti: Lorenzi si è trovato avanti 6-2 4-2, prima che lo spezzino lasciasse andare il braccio -complice anche qualche problemino fisico di Paolo- infilando una sequenza di sei giochi a uno tale da portare la partita al terzo, dove si è trovato avanti anche di un break. A questo punto dell’incontro, la maggiore esperienza del toscano e, come hanno concordato entrambi i giocatori a fine match, una maggiore efficacia del servizio di Paolo ( 63% di punti vinti con la prima contro i 52% dello spezzino) hanno fatto la differenza, con Lorenzi vincitore con il punteggio di 6-2 4-6 6-3 dopo 2 ore e 36 minuti di battaglia tennistica non bella, ma agonisticamente appassionante.

In finale purtroppo non vi è stato nulla da fare per il nostro tennista contro Andrey Rublev, capace di vincere il torneo da lucky loser: aveva infatti perso nelle quali in due set dal 28 enne ungherese Attila Balazs, che poi avrebbe tolto un set a Goffin nel main draw, dove il 19 enne russo è entrato solo dopo il forfait per un dolore al collo, a tabellone già sorteggiato, di Borna Coric. L’atto conclusivo del torneo non ha visto tremare il russo, sin qui capace di arrivare solo una volta ai quarti nel circuito maggiore (ad Halle un mese fa): il tennista di Mosca ha sovrastato il nostro giocatore, che ha sofferto troppo quando non entrava la prima (37% punti con la seconda), vincendo facilmente 6-4 6-2 in 1 ora e 16 minuti di partita.

Alessandro Giannessi non dimenticherà facilmente la sua prima partecipazione in carriera a Umago: e dire che al primo turno ha subito dovuto sudare le tradizionali sette camicie contro la wild card Marc Polmans, ventenne australiano al 207°posto del ranking ATP. Lo spezzino già nell’esordio in terra croata ha subito mostrato le sue doti di grande lottatore, non cedendo dopo aver perso un lunghissimo primo set di 70 minuti e soprattutto, rimontando nel terzo set da 1-3 sotto, prima di chiudere dopo 2 ore e 58 minuti col punteggio di 6-7(3) 6-3 6-4. Al secondo turno Alessandro ha dovuto affrontare Kenny De Schepper, 148 ATP, 30enne tennista mancino francese che precedentemente aveva eliminato Benoit Paire, atleta tra l’altro vincitore dell’unico precedente disputato contro il nostro giocatore. In Istria, fortunatamente, Giannessi si è preso la rivincita, grazie anche alla scelta riuscita di giocare sempre con la prima (83%), ottenendo percentuali ragguardevoli anche con la seconda (ha vinto il 62% in quel tipo di situazione) a differenza del transalpino, che, quando si è giocato con la sua seconda, ha ottenuto solo il 39% di punti.

Alessandro, dopo l’ennesima lotta, ha così guadagnato i primi quarti in un evento ATP dopo quasi sei anni (sinora vi era riuscito solo a Bucarest nel 2011, dove poi perse da Andujar), archiviando il successo con lo score di 6-2 3-6 6-3 in 2 ore e 11 minuti di partita. Nell’incontro successivo il 27enne spezzino ha dato davvero il meglio di sè, rimettendo in piedi una partita che sembrava compromessa contro il 33enne brasilaino Rogerio Dutra Silva, che aveva sì battuto in due circostanze quest’anno, ma contro il quale in due precedenti datati aveva perso. Giannessi è stato bravissimo mentalmente, non solo dopo essersi trovato nella difficile situazione di aver perso al tie-break un lunghissimo primo set nel quale era stato avanti di un break nel punteggio, ma soprattutto per aver rimontato dal 2-5 nel terzo, infilando un filotto di 5 giochi consecutivi che gli ha consegnato la prima semifinale in carriera in un torneo ATP, grazie a un successo arrivato col punteggio di 6-7 (3) 6-2 7-5 in 2 ore e 51 minuti. Poi per Alessandro, come abbiamo raccontato precedentemente, è giunta un’altra grande battaglia (italianicida) di 3 set, la quarta consecutiva, questa volta terminata male per un soffio, ma che non scalfisce la gioia e la relativa iniezione di fiducia derivante da un grandissima settimana.

Fabio Fognini ha giocato per la nona volta a Umago, torneo dove non solo aveva vinto anno scorso, ma nel quale aveva anche raccolto una finale (2013) e tre semifinali (2008, 2011,2014). Accreditato della terza testa di serie, è stato esentato del primo turno, esordendo solo giovedì agli ottavi, dove ha trovato dall’altra parte della rete, in un incontro inedito, il 24enne argentino Nicolas Kicker, 95 ATP: Fabio dopo aver vinto il primo set sfruttando un break guadagnato in apertura, ha avuto un calo di energie nel secondo, perso malamente, prima di ritrovare la quadra, in un incontro vinto in 1 ora e 48 minuti con il punteggio di 6-4 1-6 6-2, nel quale curiosamente ha avuto una percentuale di punti vinti maggiore servendo con la seconda che con la prima (64 contro 57).

Nei quarti ha affrontato una delle promesse del tennis mondiale, il Next Gen Andrej Rublev, 74 ATP, che il ligure aveva sconfitto nei due precedenti incontri, datati 2015 (uno dei quali, sulla terra di Barcellona). Come nel primo turno, Fabio, dopo aver vinto in 48 minuti al tie-break un primo set dove era andato a servire per chiuderlo nel decimo gioco, è sceso di livello nel secondo, per poi riprendersi sino ad arrivare al 5 pari del terzo, dove ha concesso al 19enne russo la chance per andare a servire per il match. Occasione che Fabio è riuscito a sventare, portando al tie-break finale la partita: in tale situazione di punteggio, nel quale Fabio in carriera aveva un buon score di 26 vinte e 10 perse, non è riuscito a sfruttare la sua maggiore esperienza e, dopo aver fatto involare sul 5-0 Rublev, dopo pochissimo è arrivato il successo per il tennista di Mosca, che ha guadagnato l’accesso alle semifinali con il punteggio di 6-7(5) 6-2 7-6(2) dopo 2 ore e 16 minuti di battaglia. Una partita nella quale, oltre al coraggio, al talento e alla potenza del russo, hanno fatto la differenza le ottime percentuali al servizio di Rublev, che ha vinto percentualmente più punti dell’azzurro sia quando si giocava con la prima (70 vs 58) e con la seconda (61 vs 49).

Marco Cecchinato è tornato per la seconda volta a giocare a Umago dopo il 2014, edizione nella quale riuscì a qualificarsi per il tabellone principale per poi perdere al prim turno da Seppi. Il palermitano ha affrontato al primo turno un veterano del circuito, il 32enne Gilles Simon, 36 ATP e quinta testa di serie del tabellone croato. Il 105 ATP, in uno scontro inedito, e’ stato bravo a non avere timori reverenziali contro l’ex 6 del mondo e portarsi, dopo aver vinto facilmente il primo set 6-1 in 25 minuti, sul 3-2 e servizio nel secondo. A questo punto, l’orgoglio del francese e’ pero’ venuto fuori, portando la partita al terzo. Nel parziale decisivo, Marco non si è scomposto, tornando a comandare nel punteggio e finendo per chiudere con il punteggio di 6-1 3-6 6-1 dopo 1 ora e 38 minuti, una partita che gli ha regalato lo scalpo tennistico più importante della sua carriera (questa è stata la sua seconda vittoria contro un top 40 ATP).

Al secondo turno il siciliano ha affrontato un altro veterano del circuito, il 32enne tennista locale Ivan Dodig, sceso al 412°posto del ranking di singolare (e’ stato 29 meno di 4 anni fa) per dedicarsi al doppio, dove attualmente è n°7. Omaggiato della wild card degli organizzatori, Dodig ha cosi preso parte al secondo tabellone di singolare nel 2017 e, dopo aver sconfitto al primo turno Copil, ha giocato contro il siciliano. Marco ha avuto una grandissima chance di accedere per la prima volta in carriera ai quarti di un evento ATP: dopo aver vinto il primo set 6-3 in 38 minuti, nel secondo ha recuperato un break di svantaggio e trascinato il croato al tie-break, dove sul 6-5 si è issato al match point. Dodig non si è però scomposto e, una volta annullatolo, ha portato la partita al terzo, dove ha avuto vita facile, vincendo la partita 3-6 7-6(6) 6-2 in 2 ore e tornando ai quarti in un torneo ATP dopo più di un anno (Monaco di Baviera 2016).

In Croazia la pattuglia azzurra era davvero folta: vi erano altri 4 azzurri anche nelle quali, ma nessuno è purtroppo riuscito ad accedere al tabellone principale. Matteo Viola ha perso all’esordio contro De Schepper col punteggio di 6-2 7-5 in 1 ora e 27 minuti di partita e anche Walter Trusendi ha trovato subito disco rosso, avendo la peggio nel derby contro Matteo Donati, vincitore 4-6 6-4 6-3 in 2 ore e 20 minuti di match. Il piemontese si è poi dovuto arrendere, nell’ultimo turno di quali,al 27enne argentino Marco Trungelliti, 192 ATP, che ha guadagnato l’accesso al main draw col punteggio di 6-2 6-4 in 1 ora e 24 minuti. Vi era infine anche Stefano Napolitano, il quale, dopo aver sconfitto in 90 minuti 6-3 7-5 il 27enne bosniaco Tomislav Brkic, 332 ATP, si è poi arreso di fronte al 22enne serbo Milijan Zekic, 181 ATP, vincitore con lo score di 6-3 7-5 in 1 ora e 31 minuti di partita.

Nel nostro settore femminile, nessuna delle giocatrici azzurre nelle prime 100 del ranking WTA si e’ iscritta a uno dei due tornei in programma questa settimana, i piccoli International di Gstaad e Bucarest.

A Bucarest due tenniste italiane, Jasmine Paolini e Martina Di Giuseppe, hanno partecipato al tabellone delle qualificazioni. La 21enne toscana, giunta la scorsa settimana al suo best career ranking di 132 WTA, era prima testa di serie del tabellone cadetto, ma, dopo aver sconfitto la wc ungherese Csilla Argyelan in 48 minuti col punteggio di 6-0 6-1, è stata poi pero’ eliminata dalla 28enne tennista di casa, Alexandra Dulgheru, 294 WTA, con lo score di 6-3 4-6 6-4. Di Giuseppe, 26enne laziale al 315° posto del ranking, è stata invece subito fermata al primo turno da Anhelina Kalinina, 213, vincitrice col punteggio di 6-4 6-2 in 80 minuti di match.

Infine a Gstaad, lussuosa meta sciistica sulle Alpi svizzere, altre due tenniste azzurre si sono iscritte al tabellone delle quali, Camilla Rosatello e Martina Trevisan. La prima è stata fermata all’esordio dalla seconda testa di serie del tabellone cadetto, la 18enne russa Anna Kalinskaya, 150 WTA, vincitrice sulla 22enne cuneese,264 WTA, con lo score di 3-6 6-3 6-1 in 1 ora e 37 minuti. La Trevisan, 153 WTA, al primo turno ha invece avuto la meglio sulla 24enne lettone Diana Marcinkevica, 330 WTa, già sconfitta nell’unico precedente del 2016. In Svizzera Martina ha avuto bisogno di 2 ore e 38 minuti di match e di superare il baratro dell’ avversaria andata a servire per il match sul 6-5 del secondo, per passare al turno decisivo delle quali, grazie ad un successo archiviato col punteggio di 5-7 7-6(4) 6-4. L’ostacolo successivo è stata la 24enne ecuadoregna Andrea Gomiz,305 WTA, liquidata con un duplice 6-2 in 66 minuti di partita. L’esperienza nel primo tabellone principale di un evento WTA è stata purtroppo molto breve, anche a causa di un sorteggio molto arduo, che l’ha vista accoppiata ad uno dei talenti emergenti del circuito WTA, la 21enne Anett Kontaveit, 32 WTA, vincitrice sull’azzurra in 73 minuti col netto punteggio di 6-1 6-3, uno score testimoniante di una ottima forma che consentirà alla teen-ager estone di issarsi sino alla finale del torneo svizzero.

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