Nel 1975 Martina Navratilova, 19 anni appena, decide di chiedere asilo politico agli Stati Uniti d’America; una scelta difficile ma che doveva essere fatta per poter inseguire le sue ambizioni e i suoi sogni all’epoca frenati dalle politiche del regime comunista che governava nel suo paese d’origine: la Cecoslovacchia.
Così, dopo oltre 10 anni da cittadina americana (anche se in realtà la cittadinanza la ottenne soltanto nel 1981), il 27 luglio 1986 tornò a Praga per disputare la finale di Federation Cup in veste di numero 1 della formazione statunitense. Nessuno sapeva come sarebbe stata accolta dal pubblico dello Stvanice National Tennis Stadium, tantomeno Martina, che nella cerimonia di chiusura dopo la straripante vittoria della sua squadra, si lasciò andare alla commozione.
Chris Evert, che aprì la serie vincendo 7-5 7-6 contro Helena Suková, disse dopo il trionfo statunitense (il dodicesimo della storia del team USA): “Lo abbiamo fatto per Martina. Dedichiamo questa vittoria a lei”. La stessa Martina contribuì attivamente al successo battendo Hana MandlĂková nel secondo singolare e poi conquistando il punto decisivo in doppio, in coppia con Pam Shriver, contro Suková/MandlĂková.
Qualche tempo dopo la 56 volte campionessa riguardo al pubblico che le aveva offerto un’accoglienza abbastanza calorosa, disse: “Avrei voluto dire loro quanto fu speciale per me essere lì in quel momento. Tutto andò ben oltre le mie piĂą rosee aspettative”.