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Interviste

Nadal: “Se gioca bene, del Potro è quasi inarrestabile”

US Open, Rafa dopo la vittoria contro Rublev: "Sono migliorato nel corso del torneo. Ora mi godrò le poche ore di riposo, ma mi sveglierò sapendo di dover fare qualcosa in più"

Last updated: 07/09/2017 22:21
By Lorenzo Colle Published 07/09/2017
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5 Min Read
Rafa Nadal - US Open 2017 (@RDOPhoto)

Nadal, che lezione a Rublev! 26esima semi Slam

Dopo alcune difficoltà nei primi turni hai dominato le ultime due partite. Che sia con Federer o con del Potro (sarò delPo, ndt), si prospetta un match difficile. Quanto è importante per te aver avuto due partite relativamente facili prima della semifinale?
L’unica cosa importante è che sono in semifinale. Quando giochi un torneo non vuoi mai perdere nei primi turni, perché poi torni a casa con la sensazione di non essere competitivo. Ora la sensazione è completamente diversa: sono in semifinale, ho già vinto cinque partite ed è ora di dare il massimo. Penso di essere migliorato durante tutto il torneo e di aver fatto passi avanti match dopo match. Perciò fino a domani mattina mi godrò le poche ore di riposo e il fatto che sono in semifinale. Ma domani mi sveglierò sapendo di dover fare qualcosa in più e di dover lavorare duro in questa direzione. Mentalmente so cosa devo fare e cercherò di farlo.

La gente è ovviamente affascinata dalla tua rivalità con Federer. Cosa ammiri di più di lui sia in campo che fuori, come persona?
Non voglio sembrare il suo fidanzato (ride). Non vogliamo parlare di queste cose prima di un match importante. Abbiamo un sacco di rispetto l’uno per l’altro, abbiamo giocato contro molte volte e fatto cose importanti per questo sport. Abbiamo sempre avuto buoni rapporti e spesso abbiamo giocato per aiutare le nostre fondazioni. Penso che sia sempre stato un ottimo ambasciatore per il tennis e che rappresenti un grande esempio per i bambini. Dopo tutti questi anni e dopo aver vinto tutto quello che ha vinto, ha ancora la passione per continuare a giocare e per farlo incredibilmente bene. Sul campo ammiro le stesse cose che ammirate voi. Tutti sanno quanto sia completo come giocatore e che è in grado di produrre qualunque colpo.

Potresti dirci cosa pensi di Rublev e che futuro prevedi per lui?
A 19 anni è difficile fare quello che ha fatto lui. Ha battuto grandi giocatori ed è migliorato un sacco negli ultimi sei mesi. Se continua a migliorare così potrà combattere per i titoli più importanti. Penso che abbia le giuste persone intorno, sta lavorando bene ed è umile. Questo è molto importante perché se pensi di sapere già tutto è molto difficile svegliarsi la mattina e andare in campo, pensando a cosa si deve migliorare. Certo, il talento è importante, ma è più importante avere la passione per lavorare e migliorarsi ogni giorno e non pensare che sia solo una questione di tempo perché si è giovani.

Quale pensi che possa essere la chiave contro del Potro?
Juan Martin è un top player. Quando gioca bene, è molto difficile fermarlo. Il suo dritto è probabilmente il più veloce del circuito. Se serve bene e colpisce bene col dritto, ha la possibilità di vincere contro chiunque. Se giocherò contro di lui dovrò mettere in campo il mio miglior tennis. Ovviamente dovrò essere molto concentrato sul mio servizio e giocare aggressivo, perché se gli consenti di colpire il dritto da una buona posizione, sei morto. Da quella posizione è inarrestabile, quindi dovrò cercare molto il suo rovescio, mantenendo il palleggio profondo e aprendo il campo.

Durante la tua carriera hai avuto la possibilità di affrontare Davydenko e Safin, due ragazzi della scuola russa. Quest’anno hai incontrato Khachanov a Wimbledon e oggi Rublev. Quali sono secondo te le differenze tra la vecchia scuola russa e la nuova generazione?
Non so molto sulla scuola russa perché Safin si allenava in Spagna, così come Rublev e Khachanov. Hanno un gioco molto aggressivo. Essendo russi, immagino che abbiano giocato molto indoor da ragazzi, quindi certamente colpiscono più piatto e più veloce. Ma allo stesso tempo è importante giocare sulla terra quando si è ragazzi. Non perché sia una superficie predominante, nel circuito la maggior parte dei tornei sono su cemento, ma perché ti aiuta a capire meglio il nostro sport. Molti ottimi specialisti del duro hanno giocato molto su terra quando erano piccoli e questo li ha aiutati. Lo stesso vale per Karen e Andrey in Spagna. Stanno lavorando bene e hanno il potenziale per diventare dei top player.


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TAGGED:Rafael NadalUS Open 2017
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