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Statistiche

US Open, statistiche: il Nadal che non ti aspetti in finale

Rafa è stato perfetto a rete contro Anderson. Il sudafricano ha provato ad aggrapparsi al servizio, eppure...

Last updated: 14/09/2017 14:36
By Roberto Ferri Published 12/09/2017
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3 Min Read

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Resi audaci dall’avere appreso che Nadal legge le statistiche relative ai suoi match, introduciamo una piccola novità nello spazio dedicato all’analisi numerica delle finali dei grandi tornei: una tabella contenente alcuni dati statistici relativi ai due protagonisti alla vigilia del loro confronto.

Considerazioni:

  • Nadal quest’anno al servizio è più solido che mai e la percentuale di punti vinti con la seconda palla-la migliore in carriera- è la più alta del circuito (Federer lo segue con il 60%)
  • Anderson, come era prevedibile, ha nella battuta la sua arma migliore e in questo torneo si sta rivelando ancora più mortifera del solito; però, come ha evidenziato Luca Baldissera negli spunti tecnici, anche i suoi colpi di rimbalzo sono ottimi. Il 35% dei punti vinti con la risposta rappresenta un eccellente risultato per un atleta con le sue caratteristiche fisiche. Per fare un confronto ad “altissimo” livello, Isner e Karlovic ne vincono, rispettivamente, il 29 e il 26 per cento.
  • il sudafricano ha giocato molto meno in stagione. Potrà essere un fattore in finale?

La risposta al punto 3 è stata brutale: no. Il perché è semplice: Rafa Nadal è più forte di Kevin Anderson. Questa superiorità è ben sintetizzata dai numeri della finale:

Rispetto al suo standard stagionale Nadal ha avuto un rendimento sensibilmente superiore al servizio (+9% di punti vinti). Lo stratosferico 70% di punti ottenuti con la seconda battuta non costituiscono comunque un record per lui quest’anno. Nella finale del Roland Garros ne ha vinti il 74%! Parametri in media per quanto riguarda la risposta e sufficienti a consentirgli di togliere il servizio al sudafricano per 4 volte. Nelle sei partite che lo avevano condotto sin qui, Anderson ne aveva persi complessivamente 5.

Al contrario del maiorchino, Anderson è stato largamente al di sotto del suo standard in tutti i dati relativi alla battuta (-12% di punti complessivamente conquistati), a causa della qualità della risposta del maiorchino che lo ha costretto ad una vera e propria maratona di servizi. Il sudafricano ha, infatti, dovuto effettuare il movimento della battuta per ben 108 volte (non vorremmo essere nei panni della sua spalla destra in questo momento) contro le sole 72 del numero 1 del mondo. Pochi anche i suoi ace. Sei nel primo set e solo quattro nei restanti due, quando la fatica ha evidentemente preteso il suo pedaggio. Non gli è andata meglio alla risposta: il 14% in meno dei punti conquistati rispetto al suo standard (21 contro 35 per cento).

Dulcis in fundo (per Nadal) il tabellino segnala un 100% di punti conquistati a rete dal vincitore e 11 errori non forzati contro il 47% e 40 errori dello sconfitto. Tutto ciò detto, complimenti a Kevin Anderson per non essersi fatto travolgere e averci regalato una partita vera. Appuntamento a Shanghai.


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TAGGED:Kevin AndersonRafael NadalUS Open 2017
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