ATP Pechino: Kyrgios è centrato, sarà lui a sfidare Nadal

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ATP Pechino: Kyrgios è centrato, sarà lui a sfidare Nadal

Match impeccabile dell’australiano che manda in tilt Sascha Zverev. Un volitivo Dimitrov trascina Rafa al terzo. 60esima vittoria e nona finale dell’anno per Nadal (5 titoli)

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KYRGIOS SHOW – L’australiano, finalmente ispirato e concentrato, si aggiudica la seconda semifinale dell’ATP di Pechino e lo fa superando, in modo più netto di quello che il punteggio dica, il n.4 del mondo Zverev. Per l’australiano è la seconda finale stagionale (dopo quella persa a Cincinnati da Dimitrov) e troverà il n.1 del mondo Nadal, con cui è in perfetta parità in quattro precedenti. Il n.19 del mondo ha dominato, sia tecnicamente che psicologicamente, infatti il tedesco ha perso le staffe in più di una circostanza (sul break del secondo parziale ha anche sfasciato la racchetta). Una partita fenomenale, in cui ha praticamente annullato il tennis del suo avversario, che ricordiamo è l’attuale n.4 del mondo. E pensare che nell’anno della restaurazione dei giganti Federer e Nadal, il tedesco Zverev si è imposto come la novità, come il primo esponente della NextGen capace di vincere titoli “pesanti” (Roma e Montreal) e di qualificarsi, con discreto anticipo al Master di fine anno.  Certo il n.4 del mondo ha fallito nelle prove dello Slam, ma parliamo di un ventenne che può sicuramente imporsi in futuro. Discorso diverso per Kyrgios, perché l’australiano ha nel braccio (come le vittorie al primo incontro contro Federer, Nadal e Djokovic testimoniano) colpi da dominatore, ma manca di concentrazione e di continuità. Tra una dichiarazione di “odio” per il tennis e comportamenti, anche in campo, spesso poco signorili Nick sta ritardando la sua esplosione, ma sembra solo questione di tempo.

Quando si affrontano due ottimi servitori basta qualche errore per vedere compromesso il set, il tedesco manca la palla break, mentre Nick la trasforma, nell’ottavo gioco, con la complicità del suo avversario che commette un sanguinoso doppio fallo. Incamerato il primo parziale con il punteggio di 6-3, l’australiano entra in modalità “showman”, perché non solo prova una Sabr (con cui vince il punto) ma soprattutto costringe agli straordinari il teutonico, attento e bravo a salvarsi dal 15-40. Kyrgios esplode con il diritto colpi violenti e profondi, mentre Zverev è in confusione proprio perché non riesce a capire il piano di gioco dell’australiano, che è un tennista prettamente istintuale. Il secondo parziale ha un epilogo abbastanza simile, perché con un game “confuso”, subisce il break e si lascia andare ad un gesto di stizza. Tuttavia Kyrgios è stato praticamente perfetto, ma il tedesco ha giocato al di sotto delle aspettative. Per l’australiano è una finale importante, perché in caso di successo potrebbe rilanciarlo in chiave ATP Finals, ma dovrà fare bene nei due Masters 1000 che rimangono.

RAFA FA SESSANTA – Un Nadal a due facce si aggiudica la prima semifinale dell’ATP di Pechino dopo aver eliminato un coriaceo e volitivo Dimitrov. Dopo una prima parte perfetta, lo spagnolo ha avuto un calo evidente, soprattutto al servizio, e ha permesso al suo avversario di rimettere tutto in discussione. L’iberico ha poi ripreso vigore e ha piegato la resistenza del n.3 del seeding, apparso abbastanza provato dal punto di vista fisico. Per il n.1 del mondo è la nona finale stagionale (con un clamoroso 9 su 9 in semifinale) e la n.110 in carriera, nonché il 60esimo successo di questo straordinario 2017. Superato lo spavento Pouille, che ricorderà per molto tempo quel match point fallito in modo anche banale, il 31enne di Manacor ha iniziato a trovare ritmo, profondità e fiducia. Contro il francese la battuta aveva funzionato poco e male, invece contro Grigor è stata, per una buona parte del match, l’elemento chiave del suo sistema di gioco. Rafa è adesso tatticamente più maturo, perché quando è in crisi prova a modificare il suo tennis, lasciando il sentiero sicuro dei colpi da fondo cercando la rete e l’aggressività.

Nadal ha un avvio solido e aggressivo, riuscendo a balzare immediatamente avanti nel punteggio. Nei primi game è fenomenale, infatti lo spagnolo mantiene una velocità di crociera troppo elevata per il suo avversario, che tuttavia ha un sussulto nel settimo gioco, in cui va 15-40. Ed è proprio nel primo momento di difficoltà che emerge il talento e l’intelligenza tattica del dieci volte campione del Roland Garros. Rafael non solo neutralizza le chance di controbreak, ma chiude lo scambio con dei colpi incredibili. Dopo 30 minuti siamo un set a zero per Nadal, ma soprattutto è abbastanza chiaro come Dimitrov non abbia le armi per potersi risollevare senza un calo del suo avversario. Ormai il n.1 ha inserito il pilota automatico. Contro quello che per anni è stato definito, anche in senso dispregiativo “Baby Federer”, lo spagnolo utilizza il suo schema, ormai collaudato dagli innumerevoli “Fedal”, ovvero diritto in lift sul rovescio e affondo con diritto a sventaglio. Tattica perfetta e munifica, anche perché il bulgaro, un po’ appannato fisicamente, commette qualche errore di troppo da fondo campo. I problemi maggiori per Dimitrov sono in risposta, perché il n.1 del mondo utilizza, con saggezza, il servizio al corpo e cerca di variare gli angoli. Questo destabilizza, e non poco, il 26enne di Haskovo, il quale perde immediatamente campo. Contro Nadal è impossibile risalire nella dinamica dello scambio se dai primi colpi perdi metri. Questo Grigor lo sa, infatti cerca di svicolarsi dalla morsa del suo avversario, provando ad aumentare la gittata del diritto, ma è un tentativo vano, perché arriva puntualmente il gratuito.

Il secondo parziale si apre con il break dello spagnolo, che, se si esclude il doppio fallo, annienta il bulgaro con lob, passanti e vincenti di diritto. Il volto del n.8 del mondo racconta sfiducia e impotenza, niente a che vedere con la sfida di Melbourne di inizio anno, in cui c’era stato tanto equilibrio in campo.  Per fare un punto Dimitrov deve fare gli straordinari, ormai le gambe di Rafa vanno a mille e la palla schiocca con buona soluzione di continuità. Grisha prova a verticalizzare, ma contro un “passatore” come lo spagnolo la tattica è decisamente temeraria. Il n.3 del seeding si salva da un doppio break, e finalmente il suo tentativo di rimonta va a buon fine, perché Nadal, improvvisamente timido al servizio, cede la battuta e c’è il 3-3. Epilogo inaspettato, anche perché il calo dello spagnolo più che fisico sembra psicologico. La tensione aumenta, Grigor corre e sembra aver ritrovato energie inaspettate. Nadal si inceppa e il n.8 del mondo si prende il secondo parziale al secondo tentativo.

L’iberico torna a lottare, mette tutto se stesso in campo e alla quarta chance del game si prende il break in apertura di terzo set. Nadal lo fa con un diritto in cross che diventa imprendibile per il suo avversario, che con un allungo disperato crolla al suolo. Il sedici volte vincitore slam è ancora confuso, i suoi colpi fanno meno male e il bulgaro legge decisamente meglio la traiettoria al servizio. In difficoltà Rafa sceglie di verticalizzare il gioco, di chiudere a rete e di abbreviare lo scambio. Lo spettacolo è servito: vediamo volée, palle corte e recuperi in spaccata. Il doppio break di Nadal arriva dopo un game giocato in modo incredibile, in cui Dimitrov prova a contenere il suo avversario, ma è uno sforzo inutile. Il bulgaro si spegne, non prima di deliziare il pubblico con un passante di rovescio lungolinea colpito in caduta, poi un diritto che si affossa in rete regala la finale di Pechino allo spagnolo. Nadal attende il vincente del match che si giocherà non prima delle 15 italiane tra Zverev e Kyrgios, e porta il suo vantaggio su Federer ad oltre 2000 punti, un tesoretto importante da difendere per la corsa al numero 1 di fine stagione. 

Risultati:

[1] R. Nadal b. [3] G. Dimitrov 6-3 4-6 6-1
[8] N. Kyrgios b. [2] A. Zverev 6-3 7-5

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