Sette titoli tra cui due Slam e la seconda posizione del tennis mondiale rapidamente riconquistata. In pochi, sedici mesi fa, avrebbero creduto a un suo ritorno sulle scene di queste proporzioni, ma Roger Federer ha stupito anche i milioni di adepti sparsi in tutto il mondo abituati a farsi guidare da una fede cieca quando si tratta di attendere l’ennesima impresa del Maestro. Incurante di età e acciacchi vari, come se nulla fosse, Roger è tornato a mietere titoli di una certa rilevanza, tanto in campo quanto fuori: da anni tra i dominatori delle classifiche relative ai guadagni, il fenomeno di Basilea da oggi può fregiarsi di un titolo finora assente in bacheca, quello di “dottore”.
Nell’ambito delle celebrazioni per il 557esimo dies academicus in programma oggi all’ateneo di Basilea, a Federer è stata conferita la laurea ad honorem in medicina. La leggenda di casa, che non ha potuto presenziare di persona alla cerimonia, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento “per la sua esemplare funzione sociale svolta esercitando la professione dell’atleta, che ha spinto molte persone in tutto il mondo a praticare sport e fornendo dunque un contributo importantissimo alla promozione di uno stile di vita salutare“.
Insieme al diciannove volte campione Slam sono stati insigniti della laurea honoris causa, tra gli altri, anche il cantautore per bambini elvetico Andrew Bond (teologia), il presidente della banca nazionale svizzera Thomas Jordan (economia), l’ambientalista Katharina Heyer e lo psicologo statunitense Brent Roberts, unico straniero tra i “laureandi” della particolare sessione odierna.
