Rassegna a cura di Daniele Flavi
Melbourne il Tiebreak e l’invenzione Di Marchese
Gianni Clerici, la repubblica del 9.01.2018
Leggo, sui giornali australiani, la notizia che l’ultimo allenamento pubblico dei grandi campioni iscritti all’Open di Melbourne ormai prossimo si svolgerà sul campo dedicato alla indimenticabile Margaret Court venerdì 10 gennaio, a partire dalle sette del pomeriggio di fronte ad un pubblico che ha già quasi esaurito lo Stadio. Tutto bene per gli organizzatori, mi dico, mentre penso che Lleyton Hewitt è un po’ vecchiotto per approfondire la condizione del gomito di Novak Djokovic. Continuo nella lettura, e trovo un’affermazione tipica di chi pensa alla scoperta dell’acqua calda – il direttore dello Australian Open, Craig Tiley, e la direttrice del tie break a 10 punti, Felicity Barnard – che, nelle loro presentazioni, citano questa brevissima vicenda come fosse la quarta nella storia dopo quelle di Londra, Madrid e Vienna degli ultimi tre anni. Una affermazione simile è eguale a quella degli inglesi, che ritenevano di aver inventato il tennis nel 1874, in seguito al brevetto di un furbacchione, il maggiore Wingfield, venditore di racchette e reti brevettate. L’affermazione ha fatto sobbalzare nel suo letto di convalescente l’autentico inventore della Notte del tiebreak, ano Marchese, che al Forum di Milano, trentatrè anni or sono, organizzò per conto della società di cui era rappresentante in Italia, la Img ( International Management Group) il primo torneo del tiebreak. C’erano tutti i campioni di allora, John McEnroe, Andre Agassi, Ivan Lendl e, tra i grandi, mancava solo Boris Becker per la richiesta troppo esosa del suo manager, IonTiriac. Ritrovo un mio articolo nel quale mi entusiasmavo per la vittoria al primo turno di Paolino Canè contro Agassi, e un altro nel quale descrivevo il successo finale di Lendl contro Jonas Svensson. Aggiungo che lo sponsor era Muratti, e che la serata fu trasmessa in televisione da Telemontecarlo. Mi spiace di non esserci, a Melbourne, per far conoscere la verità sul supertiebreak, i cui protagonisti saranno Novak Djokovic e Lleyton Hewitt, Lucas Pouille e Rafa Nadal, Thomas Berdych e Nick Kyrgios, Stanislas Wawrinka e Dominic Thiem. Manca solo Federer, troppo occupato con la Pasta Barilla.
Murray operato all’anca destra «Torno per l’erba»
Federica Cocchi, la gazzetta dello sport del 9-01-18
Arrivato a Melbourne, tutti speravano che avrebbe tentato di giocare gli Australian Open. E invece Andy Murray in Australia è atterrato direttamente sul tavolo operatorio. L’anca destra continuava a non guarire e alla fine si è reso necessario l’intervento chirurgico per l’ex numero 1 al mondo. Quando tornerà la prossima estate, se tutto andrà come lui stesso ha previsto, sarà rimasto un anno fuori dal circuito. LONDRA Il due volte campione di Wimbledon ha dovuto abbandonare proprio ai quarti del «suo» torneo lo scorso anno, fermato dall’infiammazione all’anca che ormai gli impediva di spostarsi per il campo. Da allora niente più tennis per lui, apparso un paio di volte in altrettante esibizioni, l’ultima pochi giorni fa ad Abu Dhabi per appena un set. «Mi sono sottoposto a un intervento all’anca destra — ha annunciato ieri lo scozzese via Facebook —, e spero di guarire in tempo perla stagione su erba. Ma state tranquilli, tornerò. Non ho ancora finito di giocare a tennis e voglio risalire al più presto ad alto livello. Sono estremamente fiducioso e il chirurgo si è detto molto soddisfatto per l’esito dell’intervento». FORFEIT Appena giovedì scorso Andy aveva annunciato il forfeit all’Australian Open che parte la settimana prossima e, al momento, vede come unica grande certezza Roger Federer. Rafa Nadal ha appena iniziato gli allenamenti in Australia e come Djokovic aspetterà ancora qualche giorno prima di sciogliere le riserve. Già oggi l’esibizione del Kooyong Classic che li vedrà protagonisti potrebbe essere una prova generale. Per lo spagnolo sono le ginocchia a dare problemi, mentre Djokovic, fermo da luglio come Murray, ha rinunciato all’esibizione di Abu Dhabi dieci giorni fa per un riacutizzarsi del dolore al gomito destro. Ieri poi lo Slam australiano ha anche visto tra le donne la defezione di Azarenka per motivi famigliari. Murray non vuole affrettare i tempi, l’obiettivo è riprendere da dove aveva lasciato, ma senza rischiare salute e carriera: «Potenzialmente potrei anche iniziare prima della stagione su erba — ha detto alla Bbc — ma anche i medici non vogliono che io affretti le cose». f OUEC WIeri pomeriggio, poi, Andy ha postato su Instagram una foto dal letto di ospedale: «Ecco una foto post operazione — ha scritto —, sono ottimista e non vedo l’ora di iniziare la riabilitazione. Grazie davvero per i vostri pensieri gentili». Sascha Zverev ha subito risposto all’ «anziano» collega: «In bocca al lupo Andy, ci manchi sul circuito». Un pensiero affettuoso è arrivato anche da Juan Martin Del Potro, uno che negli ultimi anni ha visto più medici che tennisti: «Capisco bene cosa provi — ha scritto l’argentino —, ma molto presto tornerai dove meriti di essere». VEDI ROGER Chissà che tra un anno Murray non torni in forma smagliante come ha fatto Federer che nel 2016 ha chiuso anzitempo la stagione per curare la schiena ed è tornato in in tempo per vincere due Slam e risalire al numero due in classifica alla tenera età di 36 anni. «Non so bene cosa farò — ha detto Andy — ma sicuramente punterò ai tornei più importanti riducendo il calendario. Il ranking per un po’ non sarà la mia priorità». Roger insegna.
Murray operato all’anca, il futuro diventa incerto
Angelo Mancuso, il messaggero del 9.01.2018
Ci ha pensato e ripensato e alla fine è finito sotto i ferri: Andy Murray è stato operato all’anca destra al St Vincent Hospital di Melbourne dal dottor John O’Donnell. Una scelta obbligata arrivata dopo la deludente apparizione ad Abu Dhabi e i ritiri a Brisbane e agli Australian Open. Il trentenne scozzese è già rientrato a casa e comincerà la riabilitazione con l’obiettivo di riprendere ad allenarsi nel giro di 7-8 settimane e rientrare a Wimbledon, anche se a quel punto sarà scivolato fuori dai top 100. «Sono ottimista – ha detto – perché ho parlato con il chirurgo, un luminare del settore, ed era molto soddisfatto di come è andata. Lui ritiene che la mia anca starà molto meglio di un anno fa quando ero n.1. Il mio piano è quello di tornare per la stagione sull’erba. In ogni caso mi prenderò tutto il tempo necessario». Proprio a Wimbledon ha giocato l’ultimo torneo lo scorso luglio, sconfitto nei quarti da Querrey. I PRECEDENTI L’anca è un punto cruciale per un tennista: fra coloro che ne hanno sofferto e si sono sottoposti a intervento chirurgico solo Hewitt è riuscito a tornare ad alti livelli, ma non al top. La lista dei tennisti la cui carriera è terminata o è stata pesantemente condizionata è lunga: Kuerten, Magnus Norman, Nalbandian, Haas per citare solo i più noti. «L’intervento all’anca è la morte per un tennista – sottolinea Pier Francesco Parra, responsabile della staff medico delle nazionali azzurre di Davis e Fed Cup – e non sono così convinto che rivedremo il miglior Murray. Bisognerebbe fare maggior prevenzione a monte. Seppi, che soffre dello stesso problema, a 34 anni gioca ancora ad alti livelli. Facendo appunto la giusta prevenzione ha evitato l’operazione». IL DOMANI Murray ha detto di aver avvertito dolore all’anca destra per la prima volta al Roland Garros. Ha rivelato di essersi sottoposto a un piccolo intervento agli adduttori lo scorso 18 dicembre, in grado di alleviargli un po’ il dolore. Tutto inutile. Probabilmente ha forzato il fisico all’inverosimile per scavalcare a fine 2016 Djokovic: con il potenziale tecnico che si ritrova avrebbe potuto limitare le esasperate e usuranti rotazioni da fondo campo cercando qualche soluzione in più a rete. Federer docet. «Non giocherò più tanti tornei per inseguire il n.1 – ha spiegato il britannico – mi concentrerò sugli Slam e sui grandi appuntamenti. Vorrei continuare fin quando mia figlia Sophia potrà venire a guardarmi. Sarebbe speciale se lei potesse comprendere quella che è statala mia vita di atleta».