La città di Taipei, metropoli da più di due milioni di abitanti situata a Taiwan ma direttamente controllata dalla Cina, non ha grande tradizione nel tennis. In questi anni si è distinta solo grazie a Yen-Hsun “Randy” Lu, 34enne veterano del circuito ATP che vanta nel suo palmares un titolo sul circuito maggiore, la bellezza di 29 challenger e un best ranking di n.33. Ma in questi Australian Open, Taipei ha incredibilmente piazzato due finalisti in entrambi i tabelloni di singolare junior.
Se nel maschile Chun Tseng è stato fermato ad un passo dalla gloria dal figlio d’arte Sebastian Korda, nel femminile En Shuo Liang invece è riuscita a conquistare il torneo. La 17enne cinese di Taipei, testa di serie n.2 del tabellone ha infatti superato la francese Clara Burel, più giovane di lei di un anno, con il punteggio di 6-3 6-4 in poco più di un’ora di gioco. E chissà se il suo successo non ha fatto venire qualche rimpianto all’azzurra Elisabetta Cocciaretto, la quale in semifinale ha avuto due match point contro la futura campionessa.
“È come un sogno. Non riesco a crederci”, ha dichiarato a fine match con il trofeo tra le braccia Liang, che ha rivelato come la scelta di cominciare giocare a tennis sia stata inizialmente forzata dalla madre “Ho iniziato a giocare a sei anni. Prima suonavo il piano. Mia mamma voleva che facessi esercizio fisico. Ma poi mi è piaciuto di più”. L’asiatica ha già iniziato a muovere i suoi primi passi tra le professioniste quest’anno con due tornei ITF in Tailandia. Partendo dalle qualificazioni, nel secondo ha raggiunto la finale. Forse sentiremo ancora parlare di lei.