Niente testa di serie a Parigi per Serena. Giusto così?

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Niente testa di serie a Parigi per Serena. Giusto così?

La chiacchierata vicenda si risolve con un nulla di fatto. Nonostante il supporto delle colleghe e qualche sterile polemica femminista, la decisione è la migliore possibile

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Serena Williams non sarà testa di serie al Roland Garros. Più volte nelle ultime settimane era stata paventata da appassionati, giocatrici e addetti ai lavori la possibilità di includere Serena nell’elenco delle 32 teste coronate, a prescindere dal ranking che al momento la vede al 453esimo posto. Gli organizzatori dello Slam parigino invece hanno risposto picche, annunciando che non ci saranno eccezioni al consueto modus operandi. “Anche quest’anno gli ufficiali del torneo compileranno il seeding basandosi sul ranking WTA“, sancisce una nota ufficiale del torneo. “Di conseguenza, le teste di serie rifletteranno l’attuale classifica mondiale“.

Serena entrerà dunque in tabellone a Parigi grazie al sistema del ranking protetto, ma la sua classifica al momento dello stop (era numero 1) non le garantisce alcun privilegio. Secondo l’attuale regolamento WTA infatti, la maternità è considerata alla stregua di un infortunio. Su questo punto si sta valutando un eventuale cambio nelle regole, ma in ogni caso esso non potrebbe entrare in vigore prima del 2019. Sì al posto nel main draw dunque, ma niente “numerino” accanto al nome, come da prassi per i rientri dopo un lungo stop. “Storicamente la WTA non è mai stata troppo favorevole all’utilizzo del ranking protetto al fine di ottenere una testa di serie“, ha dichiarato la stessa associazione delle giocatrici in un comunicato rivolto ad Associated Press. “La regola è al momento sotto revisione come parte del processo di regolamentazione per il 2019. Rimaniamo comunque disponibili ad evolverci con i bisogni delle giocatrici e garantiamo il nostro supporto a quelle tenniste che ritornano sul tour dopo la maternità“.

Il rischio per la giocatrice statunitense è quello di dover affrontare una delle giocatrici più forti sin dal primo turno. La stessa cosa, ovviamente, vale anche al contrario, perché sicuramente nessuna delle teste di serie alte sarebbe felice di giocare contro Serena, seppur non al meglio, nei primissimi turni della competizione. Forse anche questo timore, unito (non lo escludiamo) a una sana solidarietà femminile, ha spinto molte top players a esprimersi in favore di un trattamento d’eccezione per la rientrante rivale. Molte (alcune sorprendenti) voci si sono levate per invocare il conferimento di una testa di serie a Serena Williams.

Mi piacerebbe vedere cambiare la regola“, ha affermato Maria Sharapova, sua rivale di sempre, durante gli Internazionali d’Italia. “Il tennis è uno sport egoista, ma quando c’è un figlio nella tua vita perdi un po’ questa sensazione, perché capisci che c’è qualcosa di più importante. Per questo penso che sarebbe sicuramente un giusto cambiamento“. “È normale avere un bambino. È normale avere il ranking protetto. È qualcosa che esula dal tennis“, fa eco l’attuale numero uno, Simona Halep. “Per me è importante proteggere la classifica quando qualcuna dà alla luce un figlio“. Anche Elina Svitolina, fresca di riconferma a Roma, ha speso parole di supporto per Serena. “Se ti fermi perché stai per avere un bambino e sei in top-8, penso che dovresti avere questo genere di trattamento, una sorta di testa di serie protetta. Lei era numero 1 quindi se lo merita.

L’ultimo riferimento di Svitolina al precedente ranking di Serena lascia spazio ad una domanda: se anche gli organizzatori avessero accettato di darle una testa di serie, quale sarebbe stata? Basandosi sulla classifica pre-maternità, la campionessa statunitense avrebbe dovuto ricevere la prima testa di serie e questo è chiaramente fuori luogo. Le prime performance di Serena hanno infatti testimoniato che al momento non è lei la miglior giocatrice del mondo, ma è normale che sia così dopo uno stop tanto lungo e stressante sia fisicamente che mentalmente. In generale qualunque scelta apparirebbe non pienamente soddisfacente, perché dare un posto nel seeding a Serena comporterebbe l’esclusione una giocatrice che negli ultimi dodici mesi si è guadagnata sul campo questo privilegio.

Tutto sommato quindi la scelta degli organizzatori del French Open appare giusta e giustificata. E poco importa se Nancy Armour, columnist sportiva di USA Today, ha dichiarato con un eccesso di verve femminista che si tratta di una punizione per la decisione di avere un figlio. Infatti sebbene considerare la maternità un infortunio sia decisamente barbaro, è innegabile che essa comporti un grande dispendio fisico e, soprattutto, mentale, che unito al lungo periodo di lontananza dalle competizioni può inizialmente influenzare negativamente le prestazioni. Questo non vuol dire che nel lungo periodo non possa tornare ai massimi livelli (dopotutto Kim Clijsters ha vinto tre Slam dopo essere diventata mamma, il primo un anno e mezzo dopo il parto), ma che ora come ora non è tra le favorite.

Poi magari vincerà, zittirà ancora tutti e le polemiche sulla mancata testa di serie riesploderanno o si dissolveranno in un “non ne ha avuto bisogno”. Il suo coach, Patrick Mouratoglou ha affermato che Serena andrà a Parigi per vincere e che può riuscirci, perché negli anni ha dimostrato di poter fare qualunque cosa. Indubbiamente è vero, come è vero che ogni sorpresa che arriva da lei non è neanche più una sorpresa, ma solo un altro barlume della sua grandezza. Se ce la farà anche stavolta lo scopriremo solo vivendo. Magari non sarà a Parigi o a Londra, ma basta avere pazienza

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