Wimbledon per terraiole? - Pagina 2 di 2

Wimbledon

Wimbledon per terraiole?

Quattro delle otto giocatrici rimaste in corsa hanno nella terra battuta la loro superficie migliore. Come è potuto accadere?

Pubblicato

il

 

La descrizione dei campi di Wimbledon data da Bertens e i successi a sorpresa di due “terraiole” (Bertens e Goerges) tornano utili per aggiungere elementi che possano spiegare le vittorie di Kasatkina e Ostapenko. Lo sottolineo perché anche loro hanno nella terra la superficie con i numeri migliori in carriera. Probabilmente per loro vale il ragionamento fatto per Goerges: avevano di fronte tenniste di ranking inferiore e dopo avere faticato all’inizio hanno finito per vincere per distacco.

Kasatkina mi ha impressionato perché ha saputo non abbattersi dopo avere perso un set in volata, in cui aveva anche avuto un set point. A lungo andare la sua tattica di far eseguire spesso a Van Uytvanck il rovescio (meglio ancora se in corsa) ha funzionato, e ha provocato ben 46 errori complessivi al colpo meno forte di Alison (16 non forzati e 30 forzati). Valori che indicano che Daria aveva deciso una impostazione tattica molto precisa, e che si è rivelata efficace (6-7, 6-3, 6-2). Una cosa che ad esempio non era riuscita a Muguruza, che era stata sconfitta da Van Uytvanck anche perché incerta sull’atteggiamento strategico da tenere in campo.

Bertens, Goerges, Kasatkina. La quarta terraiola è la campionessa del Roland Garros 2017, Ostapenko. Contro Sasnovich Jelena ha addirittura iniziato perdendo due volte il servizio: 0-3, e poi si è ritrovata sotto 2-5. Ma poi ha registrato i colpi, ha cominciato a regalare meno e ha finito per perdere un solo game degli 11 successivi. A dimostrazione che se non le si tiene testa sul piano dell’aggressività diventa dura arginarla solo con la difesa. Anche se si è dotate nel gioco di contenimento come Sasnovich, semplicemente in certi frangenti Ostapenko diventa una “macchina da vincenti” impressionante (7-6, 6-0).

Nei quarti Ostapenko troverà una giocatrice come Dominika Cibulkova che sicuramente non avrà intenzione di lasciarle sempre l’iniziativa. Probabilmente avrà la meglio chi riuscirà a imporre il proprio gioco più spesso. Dominika continua la sua parabola di prima delle non teste di serie, togliendosi una soddisfazione dopo l’altra. Nel match contro Hsieh il primo set è stato completamente fuori dagli schemi per essere su erba: 9 break su 10 game, poi nel secondo set Cibulkova ha vinto per distacco (6-4, 6-1). Rispetto a Simona Halep (battuta nel turno precedente da Hsieh) Dominika è riuscita a essere più incisiva, trovando gli spazi e i tempi per essere definitiva con le accelerazioni.

La partita ha anche vissuto un momento polemico quando la giudice di sedia Juan Zhang (cinese, ma non di Taiwan) ha compiuto un mezzo pasticcio. Prima assegnando a Cibulkova un quindici che andava chiaramente rigiocato (Hsieh aveva tenuto la palla in campo su una overrule); poi dopo l’arrivo della Supervisor prendendo la decisione giusta (replay the point); giusta per quanto era accaduto in campo, ma forse non seguendo la procedura corretta. Si è rimasti a discutere su quella palla (sul 4-5, 0-30 servizio Hsieh) per più di 5 minuti, con il pubblico che durante la discussione ha incominciato a intonare il coro “Replay the point!, Replay the point!”. Mi rimane abbastanza incomprensibile perché per arbitrare una giocatrice di Taiwan abbiano scelto una giudice arbitro cinese. Cibulkova non ha gradito che a un certo punto si siano messe a discutere in cinese. Sia chiaro: Hsieh aveva senza dubbio ragione (le immagini sono inequivocabili) e la prima decisione era sbagliata, ma forse si potevano evitare situazioni inusuali con un arbitro di nazionalità diversa.

Ultimo ottavo quello tra Kerber e Bencic, con Belinda che ancora una volta ha dimostrato di essere una giocatrice capace di mettere in difficoltà Angelique. Kerber si era portata avanti per un set e un break, ma Bencic ha recuperato arrivando fino ad avere 4 set point. Uno l’ha mancato con un dritto in avanzamento in rete (sembrava punto quasi fatto), un altro con un doppio fallo. Si è andati così al tiebreak e Angelique è riuscita a venirne a capo per 7-5, evitando un rischioso terzo set: 6-3, 7-6(5).
Bencic ha chiuso il match con un saldo (vincenti/errori non forzati) di +6 (42/36), ma Kerber addirittura di +19 (38/19). A dimostrazione che sta attraversando un momento di grande condizione. Sicuramente Belinda faticherà a digerire la sconfitta, soprattutto ripensando al secondo set. Ma guardando le cose in prospettiva credo debba essere davvero soddisfatta del suo Wimbledon, che potrebbe diventare quello della risalita verso posizioni di classifica più vicine al periodo pre-infortuni.
Ricapitolando, questi sono i quarti di finale. In grassetto le teste di serie:

Cibulkova (Svk)
Ostapenko [12] (Lat)

Kasatkina [14] (Rus)
Kerber [11] (Ger)
—————————————-
Bertens [20] (Ned)
Goerges [13] (Ger)

Williams S. [25] (USA)
Giorgi (Ita)

Quindi non sono arrivate in fondo le prime teste di serie, ma sei su otto sono comunque presenti: 11 Kerber, 12 Ostapenko, 13 Goerges, 14 Kasatkina, 20 Bertens, 25 Serena. La giocatrice di classifica più bassa è proprio Camila Giorgi, numero 52 del ranking. Camila è in ogni caso l’avversaria con la classifica migliore nel percorso di Serena in questo Wimbledon, visto che le giocatrici che ha trovato la sette volte vincitrice dei Champioships sono state (nome e ranking):  Rus 105, Tomova 135, Mladenovic 62, Rodina 120, Giorgi 52.

Ubaldo mi ha fatto leggere il suo editoriale, nel quale ha approfondito proprio il tema del quarto di finale fra Serena e Camila, e ho visto che è piuttosto ottimista sulle possibilità di Giorgi. Io non lo sono così tanto perché mi sono rimasti negli occhi i match precedenti. Ho il ricordo di una Giorgi in difficoltà ad arginare i topspin di Serena, che è una giocatrice che propone palle più cariche e lavorate rispetto alla media del circuito. Di sicuro non offre la palla tesa di Makarova che a lungo andare ha quasi aiutato Camila a entrare in ritmo.

Ricordo anche Camila soffrire il dritto carico di Samantha Stosur agli US Open 2016, quando già non era la Stosur degli anni migliori. In sintesi, penso che per Giorgi ci possano essere due problemi non facili da risolvere. Il primo: Serena è più forte di lei nei colpi di inizio gioco (non solo servizio, ma anche risposta). Secondo: anche se si dovesse entrare frequentemente nello scambio non sarà facile per Camila giocare al meglio perché Serena cambia spesso il modo di colpire la palla (più o meno lavorata, più o meno potente, più o meno profonda); e questo significa evitare di mettere in ritmo l’avversaria.
Perché l’esito cambi rispetto ai tre precedenti credo che Camila avrà bisogno di una mano da Serena. In fondo la condizione di Williams non è ancora stata messa del tutto alla prova. Ecco, se Camila riuscisse portarla oltre un certo limite, costruendo in campo geometrie molto aperte, che obblighino Serena a rincorrere molte palle… Allora se ne potrebbe riparlare.

Chiudo con i prcedenti degli scontri diretti dei quarti di finale:

Cibulkova – Ostapenko 2-0
Cibulkova 6-4, 3-6, 6-3 Indian Wells 2017 (hard)
Cibulkova 6-3, 6-3 Eastbourne 2016 (grass)

Kasatkina – Kerber 3-3
Kerber 6-1, 6-7(3), 7-6(3) Eastbourne 2018 (grass)
Kasatkina 6-0, 6-2 Indian Wells 2018 (hard)
Kerber 7-6(5), 6-3 Tokyo 2017 (hard)
Kasatkina 6-4, 0-6, 6-4 Doha 2017 (hard)
Kasatkina 7-6(5), 6-2 Sydney 2017 (hard)
Kerber 6-2, 6-2 Montreal 2016 (hard)

Bertens – Goerges 2-0
Bertens 6-2, 6-1 Charleston 2018 (clay)
Bertens 3-6, 6-4, 7-6(4) Nurnberg 2016 (clay)

Williams – Giorgi 3-0
Williams 6-4, 7-5 Australian Open 2016 (hard)
Williams 7-6(5), 6-2 Fed Cup 2015 (clay)
Williams 6-2, 6-3 Charleston 2013 (clay)

Pagine: 1 2

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement