Eh sì, devo dire che allo scooter, un tempo la Vespa, e oggi un MP3 a volte 300 cc e altre 500 cc, ma sempre Piaggio perchè tutti in famiglia siamo sempre stati vespisti, non ci rinuncerei mai. Venerdì ho lasciato l’All England Club alle tre del mattino. Oltre 11 ore di tennis per le due semifinali con gli articoli da scrivere per i giornali del mio gruppo e il resto mi hanno nuovamente costretto alle ore piccole. I miei editoriali sono spesso lunghi, forse troppo, ma non posso cominciare a scriverli prima di aver fatto i due video, in italiano e inglese, il terzo per Instagram, e senza aver letto quel che hanno scritto gli inviati a Wimbledon sui vari argomenti di cui si sono occupati. Poiché spesso faccio uno spuntino intorno alle 16 e raramente cena poco prima di mezzanotte qui alla mensa del Club, quasi sempre ho cominciato a scrivere l’editoriale verso mezzanotte e mezzo, le una del mattino.
La lucidità è quella che può essere, poca, dopo una lunga giornata faticosa. Gli errori, i refusi e i periodi contorti e confusi, sono inevitabili. Sempre i lettori, critici che non perdonano, mi beccano in flagrante e mi segnalano al… pubblico ludibrio. Beh, ho anche una certa età che dovrebbe guadagnarmi un po’ di comprensione no? Ora che ho messo le mani avanti, dico che alle 3 di notte se dovessi ogni volta o farmi delle gran camminate a piedi e in salita verso casa o cercarmi un taxi, sarebbe un incubo mostruoso. Spero che la salute e il fisico reggano per poter continuare a guidare gli scooter della Piaggio – sono un vespista convinto, possiedo una Vespa 90 del 1966, che acquistai con gli sconti per l’alluvione di Firenze, 4 novembre 1966, è ancora fantastica, riparte al primo colpo anche se sta ferma per mesi, è una Vespa storica che mi permette di andare nei centri storici -anche nei prossimi anni senza diventare un pericolo pubblico.
Devo ammettere che se un tempo andare su uno scooter con 3 ruote mi avrebbe fatto un brutto effetto, come una volta le auto con il cambio automatico, oggi dopo averlo sperimentato in più occasioni, a Parigi come a Londra, trovo invece che sia eccezionale. Per la facilità di parcheggiare, o di fermarsi, senza dover tirar su un cavalletto (sono mezzi pesanti), per poter far salire su chi sta sul sedile di dietro, con il mezzo bloccato, per quella ruota davanti che se incontri un ostacolo si solleva e il mezzo non perde l’equilibrio. Per quell’ampio spazio che hanno sotto il sellino. E nell’insieme davvero una tecnologia super. Super-sicura per chi la guida… e (non meno importante!) per i passanti.
Saltare tutte le code infinite di auto che sono in fila nelle ore che precedono le partite di Wimbledon, quasi tutte stradine che impediscono ogni sorpasso fra auto, dà un piacere indescrivibile e fa risparmiare non minuti ma ore. Infine voglio osservare che dopo 45 Wimbledon di fila e 43 Roland Garros, posso garantire che piove molto più a Parigi (e con più violenza se accade) che non a Londra (dove talvolta è proprio pioggerellina che nemmeno ti bagni). Eppure Londra, e Wimbledon in particolare, hanno fama di luoghi piovosi… mentre di Parigi si sottolinea che è la Villa Lumiere. Forse qualcuno avrà notato alcuni video fatti in questi giorni davanti ai cancelli di Wimbledon sullo scooter bianconero (per un tifoso della Fiorentina una bella dimostrazione di fair-play) con Steve Flink e Laura Guidobaldi.
A Parigi invece (vedi foto di Roberto Dell’Olivo) il mio MP3 della Piaggio era diverso, più possente e performante. Ma francamente non è che mi interessi farci le corse. La sicurezza è e resta decisamente l’aspetto più importante. Insieme al piacere di respirare l’aria aperta (senza essere rinchiusi in quelle scatolette che si chiamano automobili). Costeggiare le rive della Senna a Parigi, attraversare il vicino parco di Richmond a Londra, è un piacere che non ha prezzo.