Rogers Cup: Felix diventa "grande"

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Rogers Cup: Felix diventa “grande”

A poche ore dal diventare maggiorenne, il canadese del Quebec coglie il primo successo nel Masters 1000 di casa. Ricalcherà le orme del suo amicone Shapovalov?

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Dove eravate il giorno prima del vostro diciottesimo compleanno? Quando lo chiederanno a Felix Auger Aliassime la sua risposta sarà “stavo giocando gli Open del Canada nel più grande stadio di tennis del mio Paese registrando la mia prima vittoria su un Top 20”. Come regalo non è male, anche volendo sorvolare sui 35.055 dollari di premio destinato agli sconfitti al secondo turno, perché si trattava della prima partecipazione di Felix al Masters 1000 di casa (lo scorso anno gli era stata riservata una wild card nella sua nativa Montreal ma vi dovette rinunciare a causa si un infortunio al polso) e della sua seconda vittoria a questo livello dopo quella a Indian Wells contro il connazionale Pospisil

Il ragazzo del Quebec è stato in vantaggio dall’inizio alla fine del match, non si è innervosito nemmeno quando ha perso la battuta servendo per il primo set sul 5-3, mantenendo la calma e la concentrazione e chiudendo il parziale il game successivo. A onor del vero bisogna ammettere che Lucas Pouille non ha certo giocato il suo miglior match e non ha probabilmente espresso un livello di gioco consono ad un Top 20, ma “a win is a win is a win” dicono i giocatori da queste parti, una vittoria è una vittoria. Niente di paragonabile a quella ottenuta lo scorso anno dal suo “BFF” Denis Shapovalov che, mentre alloggiava come ospite della cameretta di Felix a Montreal, si era permesso di buttar fuori dal torneo la testa di serie n.1 Rafael Nadal. “Non credo che quello che ha fatto lo scorso anno Denis abbia nulla a che vedere con quello che ho fatto io oggi – ha detto Auger Aliassime durante la conferenza stampa post-match – Ovviamente siamo ottimi amici ed ero felice per lui, ma quest’anno è una storia diversa, la mia carriera è diversa dalla sua, è un anno diverso. È stato importante per me ottenere la prima vittoria e spero di continuare”.

La maturità con cui affronta l’attenzione mediatica che inevitabilmente i suoi risultati stanno attraendo si mischia in maniera prodigiosamente armoniosa all’entusiasmo quasi infantile di quando parla dei suoi “Snapchat streak” con Shapovalov e della febbrile attesa per il suo diciottesimo compleanno, ora quasi come per magia passato quasi in secondo piano: “È incredibile, è tutto l’anno che penso al mio compleanno, al fatto che diventerò maggiorenne, come immagino tutti i teenager del mondo, ed improvvisamente le mie priorità sono cambiate. Ora non riesco a fare nient’altro che pensare a giocare un altro match domani, per cui non farò nulla di speciale”.

Intanto ha passato buona parte del pomeriggio di questa giornata ad assolvere i suoi doveri promozionali con stampa e televisioni, cosa che probabilmente occuperà un numero sempre maggiore di ore nella sua vita. Anche perché sebbene non ci sia stata da parte sua una deflagrazione come quella di Shapovalov lo scorso anno, quella memorabile impresa ora rappresenta un termine di paragone che lo perseguirà per qualche tempo, almeno fino a quando il suo talento e la sua prestanza fisica non sbocceranno completamente in tutto il loro fulgore. L’agosto scorso a Montreal avevamo capito tutti, Shapovalov compreso, che dalla vittoria su Nadal in poi la vita di Denis non sarebbe più stata la stessa, per sempre. Qui a Toronto non c’è la stessa sensazione di straordinarietà (almeno non ancora) ed il cambiamento sembra un filo più graduale.

Intanto questo figlio di un immigrato togolese, che ha voluto dare a suo figlio il cognome di entrambi i genitori perché l’ “Auger” della madre canadese potesse dare un’identità più profondamente “quebecois” ad un troppo africano “Aliassime”, sarà la vedette della sessione serale di mercoledì alla Rogers Cup insieme a, ironia della sorte, Rafael Nadal, ancora una volta in qualche modo chiamato a tenere a battesimo un altro virgulto canadese.

 

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