Il D-Day della Davis, la parola agli esperti (pt. 2)

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Il D-Day della Davis, la parola agli esperti (pt. 2)

L’assemblea generale della ITF di Orlando deciderà il destino della competizione a squadre più celebre del tennis: riforma o status quo? Abbiamo svolto un sondaggio tra i giornalisti di tutto il mondo per capire come andrà a finire (parte 2)

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La prima parte: il D-Day della Davis, cosa e come si voterà ad Orlando

Analizzati nel dettaglio il contenuto della riforma e le modalità di voto, non ci resta che andare a fondo: come si comporteranno le federazioni più importanti? E quelle più piccole, che come preannunciato sembrano molto sensibili al fruscio dei dollari di Kosmos? Ci hanno dato una mano diversi giornalisti da tutto il mondo, condividendo pareri e retroscena molto interessanti.

LO SCHIERAMENTO DEL SÌ

Tra i partecipanti all’assemblea di Orlando c’è chi è già sicuro di votare sì, chi di votare no e poi ci sono gli indecisi. Tra i sostenitori di prestigio ci saranno i delegati di Francia e Stati Uniti. Sul caso francese si è già detto tanto. Il presidente federale Bernard Giudicelli è attualmente membro del board e si è da subito schierato a favore; inoltre, nonostante l’opposizione di tutti i giocatori transalpini, ha vinto una consultazione interna per poter dare il suo consenso alla riforma ad Orlando. Haggerty ci tiene talmente tanto al sostegno di Giudicelli che ha creato un emendamento ad hoc per farlo essere al meeting, superando i suoi problemi di incompatibilità. Franck Ramella, de L’Equipe, ci ha assicurato il sì francese. Gli Stati Uniti sono invece la federazione di appartenenza di Haggerty e per questa ragione vedono di buon occhio la riforma.

 

Altrettanto pesante sarà il supporto di Spagna, Svizzera e Canada, tre nazioni da 9 preferenze. Il collega di Marca Joan Solsona ci ha rivelato che a convincere la federtennis spagnola non è stato Haggerty ma bensì proprio Piqué, in rappresentanza del fondo Kosmos. L’attività di lobbying pare essere stata molto intensa, includendo anche la promessa di portare la super finale alla Caja Magica di Madrid. In una lettera aperta, la leggenda del tennis iberico Manolo Santana ha però messo in guardia tutti su questa eventualità. Santana teme infatti la perdita dell’attuale torneo combined nella capitale spagnola. Il supporto svizzero ha ragioni diverse. Il presidente della federazione elvetica René Stammbach è vicepresidente del board ITF nonché tesoriere. Inoltre il giornalista René Stauffer (Tages-Anzeiger) ci ha spiegato che a Zurigo non sono contenti dell’attuale formato con i tie in casa e in trasferta perché gli fa perdere soldi. Anche i canadesi dovrebbero votare a favore della riforma perché legati personalmente ad Haggerty, secondo una fonte all’interno della federazione nordamericana.

Il nuovo format della Davis ottiene però sostegno anche tra le federazioni un po’ più piccole. Due esempi in questo senso sono quelli di Croazia e Belgio, che valgono rispettivamente 7 e 5 preferenze. L’avvicinamento croato a questo voto è stato alquanto peculiare, come ci ha raccontato Gordan Gabrovec della Croatian News Agency. Il vecchio presidente federale Franjo Lukovic è stato spodestato alcuni mesi fa da Nikolina Babic. Nonostante ciò, Lukovic andrà ad Orlando. Probabilmente voterà a favore perché sono stati promessi un sacco di soldi e la federazione balcanica ne ha disperato bisogno. Alle considerazioni finanziarie, si aggiunge anche il parere del n.1 di Croazia Marin Cilic, convinto sostenitore della riforma. La posizione belga sembra invece mossa da considerazioni strategiche. Secondo Yves Simon di Le Soir, i delegati belgi sono fermamente convinti che la riforma passerà e quindi tanto vale salire sul carro del vincitore. L’obbiettivo per loro è anche ottenere una wild card in virtù delle due finali ottenute nel 2015 e lo scorso anno.

LO SCHIERAMENTO DEL NO

Ma c’è anche chi dice no alla riforma. Tra le nazioni da 12 voti va segnalata l’opposizione dell’Australia e della Germania. Lo scetticismo australiano ha diverse ragioni. Il capitano di Davis nonché ex n.1 al mondo Lleyton Hewitt si è schierato apertamente contro il nuovo formato e i suoi giocatori l’hanno seguito. Inoltre dal 2020 l’Australia ospiterà la nuova World Team Cup organizzata dalla ATP e ci tiene a non avere un competitor con un format troppo simile. Infine in un comunicato ufficiale, il presidente di Tennis Australia Craig Tilley ha sottolineato le criticità specifiche della nuova riforma. “Eliminare i match al meglio dei cinque set, ridurre i match tra tre a due giorni, perdere quasi del tutto la formula casa-trasferta rende la manifestazione completamente diversa e, a nostro avviso, meno avvincente. Si tratta di un cambiamento eccessivo in una volta sola: in assenza di informazioni cruciali”, ha scritto Tilley. Meno chiare le motivazioni della posizione teutonica. Tuttavia, il collega tedesco Jörg Allmeroth ci ha confermato i rumors che circolavano da giorni: Berlino dirà Nein ad Haggerty.

Nelle tre categorie successive si contano altrettanti dinieghi che sembrano confermati: Repubblica Ceca (9 voti), Slovacchia (7 voti) e Polonia (5 voti). Quest’ultimo caso è particolarmente indicativo della possibilità che la scelta di una federazione possa basarsi anche su criteri diversi da quelli che sottostanno alla dicotomia che ha caratterizzato il dibattito sulla riforma: innovazione contro tradizione. Fonti interne alla federazione polacca segnalano infatti la volontà di votare a sfavore della riforma per via della mancata trasparenza della proposta di Haggerty, oltre che per garantire ai tifosi la possibilità di veder giocare la propria nazione in casa. Una linea che sicuramente avrebbe incontrato il favore dei tifosi belgi, in un certo senso ‘traditi’ dalla posizione della federazione che li ha indotti a rilasciare un comunicato ufficiale per rimarcare la propria contrarietà alla sede unica.

GLI INDECISI

Come accade spesso in queste battaglie politiche sarà il fronte degli indecisi a far pendere l’ago dalla parte dell’uno o dell’altro schieramento, soprattutto perché si tratta di un fronte particolarmente nutrito. A partire dalla Gran Bretagnia, con i suoi preziosi 12 voti, che secondo i pareri di Mike Dickson (Daily Mail) e Simon Briggs (Telegraph) prenderà una decisione dell’ultimo minuto; davvero complicato capire in che direzione spiri il vinto, ma sembra che il board di Wimbledon sia a favore della riforma.

Non incideranno di meno i 27 voti complessivi di Brasile, Argentina e della stessa Italia, che sembrano condividere l’intenzione illustrata dai corrispondenti argentini Enrique Cano (Tenis mundial) e Guillermo Salatino (Fox Sport Argentina): recarsi ad Orlando e confrontare la propria posizione con quella delle altre federazioni indecise. Entro i nostri confini non c’è stata alcuna dichiarazione di voto da parte dei vertici federali, sebbene i giocatori – con in testa Barazzutti – si siano detti contrari alla riforma. La posizione cauta di Binaghi, secondo Stefano Semeraro (La Stampa), potrebbe essere volta a evitare di puntare… sul cavallo sbagliato, per riservarsi la possibilità di sostenere a posteriori il fronte dei vincitori.

TIRANDO LE SOMME

A questo punto ci sembra doveroso approfondire le obiezioni più ponderate sul contenuto della riforma. Il giornalista britannico Mike Dickson non è certo un fondamentalista del formato classico, tanto da sostenere fermamente che la Davis vada cambiata, ma si interroga sulla sostenibilità economica del progetto: non è un rischio eccessivo mettere una competizione internazionale in mano a degli interessi privati? Sembra questo un punto di vista meno semplicistico del ‘follow the money’ suggerito da tutti coloro sono fermamente convinti che la riforma passerà in ragione del grosso esborso economico promesso dal fondo Kosmos.

Limitandosi poi al semplice discorso sportivo, che nella genesi della proposta di cambiamento ha avuto un ruolo tutt’altro che secondario, un interrogativo sorge spontaneo: è così automatico che la nuova Coppa Davis tornerà a godere della partecipazione dei big che negli ultimi anni l’hanno decisamente snobbata? Non lo è affatto secondo l’argentino Enrique Cano, che pone l’accento sulla competizione che si instaurerebbe con la Laver Cup e la (ri)nascente World Team Cup, che ripartirà nel gennaio 2020 in Australia – sì, proprio la nazione più avversa alla riforma – dopo sette anni di ibernazione. Senza considerare che una a novembre, come suggerisce Mathieu Aeschmann (Agence Sportcenter), la nuova Davis andrebbe a inserirsi in una fase di stagione in cui i giocatori sono già estremamente provati dal punto di vista fisico. Senza diretti incentivi di classifica, insomma, una competizione anche profondamente rinnovata rimane pur sempre una competizione a squadre in uno sport prevalentemente individuale.

Quindi, in soldoni, la riforma passerà o no? Secondo il parere dei giornalisti che abbiamo consultato la riforma verrà approvata, ma come probabilmente avverrà anche ad Orlando il margine tra i due schieramenti è molto stretto. Sono due i possibili piani di analisi. Da un lato potrebbe rivelarsi decisiva la posizione presa dalle delegazioni indecise più importanti, tra le quali spicca la Gran Bretagna, che potrebbe scatenare un effetto domino; dall’altro c’è la possibilità che le federazioni più piccole, dopo aver consultato a Orlando le federazioni ‘gemelle’, possano fare fronte comune ed è più verosimile che lo facciano per opporsi alla riforma. Considerando quasi certi 45-50 voti contrari, ne servirebbero poco più di un ulteriore centinaio per raggiungere la soglia necessaria a lasciare la Davis così com’è.

Ha collaborato Alessandro Stella

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ATP

Miami, il programma di mercoledì 29 marzo: Sinner secondo match non prima delle 21

Jannik Sinner sfiderà Ruusuvuori dopo Cirstea-Sabalenka. Sessione serale aperta da Alexandrova-Kvitova, in chiusura di programma Alcaraz-Fritz

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Jannik Sinner - Miami 2023 (foto Ubitennis)

Il menù del Miami Open Presented By Itaù con il passare delle giornate tennistiche presso l’Hard Rock Stadium inizia ad assottigliarsi sempre di più, ciononostante i piatti “alla carta” offerti rimangono sempre piuttosto golosi. Mercoledì 29 marzo, a partire dalle 19:00 italiane (le 13:00 in Florida) andrà in scena il programma dell’quintultimo giorno di gare che vedrà disputarsi sul campo centrale del Campus, situato nella zona antistante alla casa dei Miami Dolphins, tutti e quattro gli incontri di singolare previsti.

Ad aprire le danze sarà il quarto di finale femminile dello spicchio più basso del tabellone WTA, ovvero quello che vedrà protagoniste la rumena Sorana Cirstea (n. 74 del mondo) e la testa di serie numero 2 Aryna Sabalenka. Dopodiché, a completamento della sessione diurna, sarà la volta di quella che senza ombra di dubbio è la portata più succulenta per gli appassionati italici della racchetta: non prima delle 21:00 italiane (le 15:00 locali) il n. 10 del seeding maschile Jannik Sinner dopo aver spazzato via dal campo il n. 7 delle classifiche Andrey Rublev – andrà a caccia di un posto in semifinale contro il finlandese Emil Ruusuvuori, nel secondo quarto della parte alta del draw ATP.

La sessione serale, come detto sempre sullo Stadium, prenderà invece vita quando in Italia sarà piena notte – non prima delle 19:00 locali, dunque l’1:00 italiana – con il primo quarto della parte bassa del main draw femminile: la quindicesima forza del tabellone Petra Kvitova sarà opposta alla russa Ekaterina Alexandrova (testa di serie n. 18).

 

Infine, dulcis in fundo ma non per importanza, scenderà in campo il n. 1 del ranking maschile e campione in carica del torneo Carlos Alcaraz, nella sfida che lo metterà di fronte al capofila del tennis statunitense: la testa di serie n. 9 Taylor Fritz. I due si saranno battaglia non prima delle 20:30 locali, le 02.30 in Italia.

Qui sotto il programma completo della giornata con gli orari indicati in ora locale di Miami (sei ore indietro rispetto all’Italia):

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Flash

Martina Trevisan: “Riparto dal primo set contro Rybakina. Il mio livello si è alzato nelle ultime due settimane” [ESCLUSIVO]

Le parole, gonfie di orgoglio e ottimismo, dell’azzurra dopo il pesante stop contro la n.7 al mondo

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Trevisan2

É finita in un modo tutt’altro che auspicabile la bella avventura di Martina Trevisan al Miami Open 2023. Nonostante resti la grande soddisfazione del primo quarto di finale in un 1000 e di un possibile esordio (a seconda dei risultati di altre giocatrici) tra le prime 20, la pesante sconfitta contro Elena Rybakina lascia un po’ di amaro in bocca. Certo, attualmente la kazaka è tra le più in forma del circuito, ma tre soli game racimolati sono un brutto e pesante passivo. Ma Martina è abituata a rialzarsi dalle sconfitte e ripartire a testa alta, come dimostrano le parole a caldo, lucide e anche con un filo di giusta speranza per un gran futuro prossimo, rilasciate post match al nostro inviato Vanni Gibertini.

Gibertini: “Ciao Martina, questa bella avventura è arrivata alla conclusione. Peccato per la partita di oggi, perché avevi recuperato dal 4-2 al 4-3, poi c’è stato quel game lungo. Poi però, da lì, le cose non sono andate bene

Trevisan: “Sì, nell’insieme mi dispiace per il secondo set perché non sono riuscita, soprattutto di atteggiamento, a rimanere attaccata alla partita. Però il primo set è stato buono perché ho alzato molto il mio livello di gioco, ho avuto un po’ di occasioni sia nel terzo game sia sul 4-3, 40-15 con le palle nuove. Il fatto di non essere riuscita a sfruttarle mi ha creato un po’ di frustrazione. Poi comunque il suo livello di gioco è molto alto, quindi mi sentivo comunque la sua pressione, di dover mantenere quel livello di gioco. Poi purtroppo non ci sono riuscita, però sono molto contenta di queste due settimane, dove credo che il mio livello si sia alzato, e ci sono tanti spunti da cui ripartire

 

Gibertini: “Se dovessi scegliere uno spunto da cui ripartire, quale sceglieresti?

Trevisan: “Penso il primo set di oggi

Gibertini: “Più delle partite che hai vinto?

Trevisan: “Sono state tutte partite molto lottate, molto importanti per me, che mi hanno dato molta confidenza. Però il livello che ho espresso nel primo set secondo me è stato molto buono, e per la giocatrice che ho incontrato oggi non è facile ritrovarlo. É secondo me quella che sta giocando meglio, ha un’intensità molto alta, e anche se oggi ero 4-1 nel primo stavo giocando molto bene. E proprio per questo era frustrante, perché comunque sentivo di giocare molto bene, ma non bastava. Però sono rimasta lì attaccata, ed è stato importante per me

Gibertini: “Adesso che programmi hai?

Trevisan: “Ora andremo a casa. Poi ci sarà la Billie Jean King Cup, e poi partirà Stoccarda, Madrid, Roma, Rabat e Parigi

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ATP

ATP Miami: Alcaraz e Fritz ai quarti, Ruusuvuori sarà l’avversario di Sinner

Il numero 1 del mondo prosegue incessante la sua marcia, Fritz batte un Rune irriconoscibile, a Ruusuvuori la battaglia contro Van de Zandschulp

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[1] C. Alcaraz b. [16] T. Paul 6-4 6-4

Primo set ad altissimo ritmo sin dai primi game: Paul cerca di rimanere aggrappato con il servizio e a reggere l’urto da fondocampo, ma a volte è troppo passivo e lascia l’iniziativa ad un Alcaraz semplicemente letale e inarrestabile. Il break maturato nel terzo gioco è decisivo ai fini della conquista del primo set dello spagnolo, nonostante lo statunitense provi una reazione, specie nell’ultimo turno di servizio del set, quando si procura una palla del contro-break grazie a un punto pazzesco vinto con un passante in tuffo e un altro recupero eccezionale. Questo punto è un po’ la fotografia del match: Paul deve sempre fare qualcosa di straordinario per fare il punto al campione in carica del torneo di Miami, che appare sempre in controllo, ma ogni tanto commette qualche imprecisione, figlia anche della giovane età di questo fenomeno. Anche nel secondo set il break arriva nel terzo gioco dopo che il tennista del New Jersey aveva salvato due palle break nel game prima grazie a due ace con traiettoria esterna. Ci sono altri scambi spettacolari, con entrambi i giocatori che esprimono un livello di tennis decisamente sostenuto e Alcaraz continua a impressionare per la sua rapidità di piedi, facendo spesso giocare una palla in più all’avversario. È il caso dell’ultimo game del match, quando lo spagnolo alza un pallonetto difensivo che costringe Paul all’errore sullo smash. L’americano non può stare tranquillo in nessun game di servizio, ma riesce comunque ad arrivare sul 4-5. Il murciano serve per il match con estrema freddezza, ottenendo punti diretti con la prima, eseguendo alla grande un serve and volley e chiudendo con un rovescio lungolinea in controbalzo paranormale. Per Alcaraz la difesa al titolo passerà dal quarto di finale con Taylor Fritz e all’orizzonte ci potrebbe essere un’altra semifinale con Sinner.

[9] T. Fritz b. [7] H. Rune 6-3 6-4

 

Per la prima volta in carriera Taylor Fritz è nei quarti di finale del Miami Open presented by Itaù: l’ex numero 5 del mondo supera 6-3 6-4 Holger Rune in un’ora e 26 minuti di gioco, disputando un match decisamente più ordinato e concreto del suo avversario, che sbaglia tante scelte e commette tanti errori nei momenti più importanti.

Inizio particolarmente aggressivo di Holger Rune in risposta: il danese fa partire quasi sempre lo scambio, si procura subito due palle break, ma Taylor Fritz è bravo a salvarsi con due servizi vincenti nei momenti più difficili. Nel game successivo è la testa di serie numero 7 a concedere la palla break e sul 30-40 commette un doppio fallo, regalando così il 2-0 allo statunitense. I due continuano ad avere problemi alla battuta e l’idolo di casa concede la palla del contro-break nel terzo gioco, ma la annulla con un bel servizio al centro. Alla sesta palla break il nativo di Gentofte riesce a convertire, allungando sempre di più gli scambi e sfruttando i limiti negli spostamenti del suo avversario, giocando con più coraggio. Il set prosegue sui binari dell’equilibrio fino al 4-3, quando Rune gioca un game scellerato, fatto di scelte errate come il serve and volley ed errori piuttosto inspiegabili. Fritz ha preso decisamente più ritmo e costanza al servizio dall’inizio del match, ha alzato le sue percentuali e chiude il primo set sul 6-3.

Il secondo set si apre con un altro passaggio a vuoto di Rune che si fa brekkare da 40-15 sbagliando malamente ancora sotto rete e un paio di dritti alla sua portata. Il servizio del danese continua a balbettare per tutto il parziale, annulla una palla del doppio break sull’1-3, mentre Fritz è ordinato, commette pochi errori e al servizio si salva sempre quando va sotto nel punteggio nel game grazie all’apporto della prima palla. Un secondo set ai limiti della perfezione per il californiano come testimoniano anche i numeri: appena tre errori gratuiti, sette vincenti e soli sei punti persi al servizio in cinque turni di battuta. Adesso scoglio più complicato ai quarti di finale per il campione di Indian Wells 2022 che affronterà uno tra Tommy Paul e il numero 1 del mondo Carlos Alcaraz.

E. Ruusuvuori b. [26] B. van de Zandschulp 4-6 6-4 7-5

Emil Ruusuvuori riesce a venire a capo di un match incredibile contro Botic van de Zandschulp vincendo in rimonta con il punteggio di 4-6 6-4 7-5: due ore e 46 minuti di partite condite da tantissimi errori da ambo le parti, 54 per il finlandese e 38 per l’olandese. L’approccio al match è stato sicuramente più favorevole al numero 32 del mondo che parte forte in particolar modo al servizio, perde appena sei punti alla battuta nel primo set e raccoglie i tanti errori del suo avversario che non sembra essere in giornata positiva. Anche nel secondo parziale il neerlandese va per due volte avanti di un break e si ritrova 4-3 e servizio dopo un game disastroso di battuta del tennista di Helsinki. I problemi arrivano alla battuta per van de Zandschulp che è sempre più negativo anche con il linguaggio del corpo, si lamenta tanto con il suo angolo e perde sei game consecutivi tra la fine del secondo set e l’inizio del terzo. Ruusuvuori mantiene il break di vantaggio nel set decisivo fino al 5-3, quando non riesce a chiudere il match, commettendo qualche errore di tensione e si fa controbrekkare sul più bello. Il finlandese annulla anche due palle break pericolose con due bellissimi dritti in diagonale sul 5-5 e approfitta di un game disastroso al servizio da parte dell’olandese sul 5-6, con tre errori gratuiti dovuti all’impazienza. Ruusuvuori sarà quindi per la terza volta l’avversario di Sinner a Miami: l’azzurro ha vinto nel 2021 e lo scorso anno annullando ben tre match point.

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