US Open: parole, parole, parole. A Nadal piace questo trofeo

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US Open: parole, parole, parole. A Nadal piace questo trofeo

NEW YORK – Direttamente dalle sale stampa di Flushing Meadows le frasi più curiose dei protagonisti: i ricordi di Thiem, i trofei di Rafa e le emozioni di Sharapova

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da New York, la nostra inviata

Dominic Thiem: “Il mio primo ricordo di Nadal penso sia stato quando ha battuto Roger al Roland Garros nel 2005. Avevo 11 anni allora. In realtà non credevo che un giorno avrei giocato contro di lui, ma è molto bello che sia successo” (sorride).

Rafael Nadal: “Il trofeo dell’US Open non è molto, molto pesante. È una buona cosa. Un’altra cosa buona è che quando si vince questo torneo, il trofeo che si porta a casa è la copia esatta di quello originale. Gli altri tornei, in particolare gli Slam, fanno una copia, ma molto più piccola”.

Sloane Stephens“È ancora strano per me parlare del fatto che sono campionessa degli US Open. Non lo dico mai ad alta voce. Ma quando sei in una situazione in cui devi spiegarti con delle persone devi dirlo. Ed è comunque un po’ strano”.

Serena Williams: “Forse se avessi avuto due figli in una sola volta sarebbe stato tutto diverso. Probabilmente non mi sarei ancora ripresa! Ho ovviamente pensato di avere altri figli, e se Dio vuole accadrà. Penso che tutto succederà a suo tempo”.

Kevin Anderson: “Capisco che mettano a giocare sull’Ashe le superstar del nostro sport. Hanno un sacco di gente che vuole vederli.  Ho bisogno di vincere un paio di tornei in più per riuscire a guadagnarmi il centrale”.

Sloane Stephens (2)“Il trofeo? Chi se ne importa del trofeo. L’ho visto giusto un paio di volte, è nella sala da pranzo di casa dei miei nonni. Lo fanno vedere a tutti i loro amici”.

Maria Sharapova: “Non mi ricordo quanti anni avevo quando ho giocato la mia prima partita nella sessione serale, ma sono sicura che ero abbastanza giovane per essere intimiditi dalla città, dalle luci, dall’atmosfera, e dal rumore. Ma ho davvero superato questo. Adoro l’atmosfera. Il pubblico migliore penso sia stato quando ho giocato qui contro Kim Clijsters (semifinale 2005 ndr). Ho perso quella partita, ma mi ricordo ancora il sostegno della folla. Non giocai il mio miglior tennis, ma è stato uno dei momenti in carriera in cui ho sentito maggiormente il sostegno degli spettatori. Adoro giocare sotto le luci per queste ragioni. Mi piace la sfida”.

Serena Williams (2): “Sono sorpresa che la mia voglia di competere e di vincere non sia minimamente diminuita né con il passare del tempo né con la maternità”.

Juan Martin del Potro“I ragazzi seduti nei palchetti vip sono miei amici di Tandil, li conosco da oltre vent’anni… Non hanno niente da fare, così si esercitano a farmi i cori”.

Sloane Stephens (3): “Quando devo colpire le palline da regalare al pubblico alla fine dell’incontro cerco sempre di spedirle il più in alto possibile. Anche quelle persone lì in alto pagano per vederci, dobbiamo mostrare loro il nostro affetto. Sembrano formichine da quaggiù, il minimo che possiamo fare è cercare di farli tornare a casa con una pallina”.

Karolina Pliskova: “Nel mio giorno libero ho fatto un po’ di shopping.  Non sono ancora andata a nessuna mostra o spettacolo. Forse ho intenzione di andare a teatro stasera o domani, perché anche domani sono libera. Ma non faccio niente di veramente speciale.  Niente di eccezionale. Semplicemente mi godo la città. Sono felice di essere ancora in corsa”.

Rafael Nadal (2): “Certo Serena è probabilmente la giocatrice più forte che abbia mai visto su un campo da tennis nel tour femminile. Quando ero un bambino però mi piaceva molto Steffi Graf. Entrambe sono grandiose”.

Anastasija Sevastova: “A New York adoro il negozio di M&M! Ma non ho molto tempo libero, gioco anche il doppio. Ieri ho giocato due ore e mezza, domani gioco ancora. In pratica mi siedo qui e aspetto che sia ora di giocare”.

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