US Open: parole, parole, parole. Djokovic: "Il tennis non determina la mia felicità"

Interviste

US Open: parole, parole, parole. Djokovic: “Il tennis non determina la mia felicità”

NEW YORK – Direttamente dalle sale stampa di Flushing Meadows le frasi più curiose dei protagonisti: le preghiere di Tsurenko, l’imitazione di Nole e il compleanno di Suarez

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da New York, la nostra inviata

Novak Djokovic:Il tennista che mi imita meglio? Andy Roddick mi imitava abbastanza bene. In questo momento, Kyrgios forse fa la mia migliore imitazione”.

Maria Sharapova: “Sai cosa è difficile? Essere un’adolescente e avere qualche centinaio di dollari e non sapere dove stai andando a finire, cosa ne sarà di te. Hai solo un sogno. Penso che sia molto più difficile quello che avere 31 anni e l’opportunità di fare tutto quello che voglio nella mia vita”.

Carla Suarez Navarro:Mi capita spesso di giocare il giorno del mio compleanno. Una volta ho giocato contro Silvia Soler, una contro Elena Vesnina, una contro Serena Williams e una contro Venus Williams. Con oggi sono 5 volte che gioco nel giorno del mio compleanno”.

Kei Nishikori:Quando lancio la pallina in tribuna a fine match cerco solo di colpirla più forte che posso. Beh, se vedo qualcuno che saltella per farsi notare, cerco di mirare lui”.

Joao Sousa:Beh, io non lo so chi vincerà tra Djokovic e Federer. Ogni partita è diversa. Le condizioni sono diverse. Non lo so. Non so quanto sia in forma Roger. Quindi, sì, vediamo. Naturalmente, ho intenzione di godermi la partita dal divano di casa mia e che vinca il migliore” (aspettativa disillusa dalla sconfitta subita da Roger Federer per mano di Millman, ndr).

Ubaldo Scanagatta: “Tutte le risposte che dai sono molto brevi. Mi piacerebbe sapere quando sei a casa con i tuoi amici, parli molto o sei sempre così?”.
Naomi Osaka:Oh, mio Dio, ho letteralmente solo, tipo, un’amica con cui mi confido e le racconto tutto, non smetto mai di parlare. A volte mi sento male per lei! Poi l’altra persona è mia sorella, ma non la conto come un’amica vera e propria. Ma sì, voglio dire, credo di raccontare barzellette molto spesso, ma non sono davvero così brava perché a volte nessuno ride e mi guardano come avessi detto qualcosa di offensivo. Spero che questa sia stata una risposta abbastanza lunga per te” (sorride).

Novak Djokovic (2): “Beh, devo dire che il tennis non determina se io sia felice o meno. Sono un padre di due figli. Nella mia vita stanno accadendo cose molto più importanti del tennis”.

Madison Keys: “Penso che essere in grado di giocare su un campo intitolato a qualcuno (Arthur Ashe, ndr) così importante, e non solo nel tennis, ma più grande del tennis stesso, sia sempre speciale. E poi, sai, giocare nel proprio paese, la folla che ti sostiene, è parte di ciò che amo dell’US Open”.

Marin Cilic: “In Europa o nel resto del mondo la folla non si emoziona così tanto per prendere la pallina che lanciamo a fine partita. Ma questa abitudine viene ovviamente dal baseball. È molto divertente. La folla è coinvolgente. L’atmosfera diventa pazzesca. Mi piace”.

Lesia Tsurenko: “Se non fossi stata agli ottavi di uno Slam mi sarei ritirata quando mi sono sentita male per il caldo, ma poi ho visto l’ombra che arrivava sul campo. Parlavo al campo, parlavo a Dio e dicevo all’ombra di muoversi a coprire tutto il campo”.

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