A Tokyo brillano i '99: bene Shapovalov e De Minaur

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A Tokyo brillano i ’99: bene Shapovalov e De Minaur

De Minaur si conferma straordinario combattente annullando quattro match point al redivivo Simon. Shapovalov si aggiudica la sfida di rovesci con Wawrinka, Anderson vince… due volte

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Finalmente Denis Shapovalov. Dopo una fase di stagione decisamente interlocutoria, che in seguito alla semifinale di Madrid non l’ha quasi mai visto protagonista nei grandi tornei, il 19enne canadese è uscito dal guscio battendo Stan Wawrinka. Ci è riuscito nonostante quattro match point falliti prima di chiudere, uno dei quali tanto clamoroso da richiamare alla memoria quello sciupato contro Nishioka a Shenzhen, risultato parecchio decisivo per l’esito finale del torneo (il giapponese, graziato, alla fine ha sollevato la coppa). Sul 5-3 40-30 in favore di Shapovalov, con Wawrinka al servizio, il canadese ha cambiato l’inerzia dello scambio con un dritto molto stretto e nella chiusura di volo ha optato per uno – scellerato – schiaffo di dritto finito largo e lungo a campo praticamente vuoto. Per sua fortuna il peccato di gioventù è rimasto impunito, poiché nel game successivo l’estremo tentativo di Wawrinka non è andato oltre uno splendido rovescio incrociato vincente: il canadese ha servito in molto aggressivo e si è guadagnato il quarto di finale contro uno tra Struff e Chardy.

Shapovalov sarà per la quinta volta in stagione tra i primi otto di un torneo e in caso di vittoria giocherebbe la terza semifinale. La vittoria non è importante solo dal punto di vista numerico ma dà fiducia anche in rapporto all’avversario sconfitto. Wawrinka è stato troppo incostante nel corso delle quasi due ore di gioco ma rimane un giocatore in grado di accelerare praticamente da qualsiasi posizione. Al canadesino farà bene qualche esercizio di rinforzo nel gioco di rete viste le diverse imprecisioni mostrate contro lo svizzero, a cui hanno fatto da contraltare un’ottima resa con la prima di servizio (80%) e una spinta costante con entrambi i fondamentali da fondo campo, prerogativa ormai standard del suo tennis.

CLASSE ’99 IN PARADISO – Grandissima prestazione dell’altro 19enne Alex de Minaur che salva quattro match point e piega Gilles Simon alla distanza dopo più di tre ore di battaglia. Il primo set dura un’ora ed è il francese a conquistarlo grazie ad un tiebreak a senso unico. Simon sfrutta l’onda favorevole e va avanti di un break nel secondo parziale. Sul 5-3, Simon ha quattro palle per chiudere la partita, ma non riesce a convertirle. De Minaur tiene il servizio e nel gioco successivo riporta il punteggio in parità. Si approda nuovamente al tiebreak e stavolta è il giovane australiano a spuntarla. Sono passate già due ore e venti quando inizia il terzo set. Le gambe di de Minaur però frullano come all’inizio, spinte anche dall’adrenalina dello scampato pericolo, e gli permettono di prendere il largo fino al 6-2 finale.

Kevin Anderson lascia un set a Matthew Ebden, ma riesce infine a rimontare. Nel primo parziale, il sudafricano non riesce mai ad insidiare la battuta del proprio avversario e nel settimo gioco è lui a perdere il servizio, alla quarta palla break concessa.  Il set scivola nelle tasche dell’australiano che continua a servire benissimo e anche nel secondo parziale riesce a difendersi efficacemente al servizio. Anche Anderson sale con le percentuali e si rifugia nel tiebreak, nel quale concede un solo punto a Ebden. Passato lo spavento, il sudafricano amministra il set decisivo con grande tranquillità e dilaga 6-2. Una doppia vittoria per il sudafricano, che prima ancora di scendere in campo aveva dato prova di grande sportività accettando la richiesta del suo avversario di rinviare il match a mercoledì per permettergli di recuperare da un attacco influenzale. Ebden lo ha pubblicamente ringraziato sottolineando come, probabilmente, non sarebbero stati in molti a fare lo stesso.

Qualche grattacapo, ben risolto, anche per Nick Nyrgios contro Yoshihito Nishioka, fresco vincitore a ShenzenNonostante il punteggio (7-5 7-6), la partita è filata via velocissima e si è chiusa in un’ora e tredici minuti. Kyrgios soffre pochissimo sul proprio servizio per praticamente tutto il match, ma mette a rischio il secondo parziale concedendo due palle break (leggasi set point) nel decimo e dodicesimo gioco. L’australiano riesce a salvarsi e risolve la pratica al tiebreak senza ulteriori patemi.

Il padrone di casa Kei Nishikori si distrae un po’ nel secondo set, ma riesce comunque a chiudere in due set contro Benoit Paire. Dopo un primo parziale dominato, il giapponese si addormenta e si ritrova sotto 3-0. Una serie di cinque giochi consecutivi lo spedisce a servire per il set, senza successo. Lo strappo successivo è quello decisivo che pone il sigillo sul match.

Il primo quarto di finale compiuto in tabellone diventa quello (sfida inedita) tra Danil Medvedev e Milos Raonic. Il russo lo conquista di regolarità, piazzando sette ace in faccia a Martin Klizan in meno di un’ora e mezza di gioco. Per il canadese, numero sei del seeding, è solo il secondo set a rivelarsi insidioso contro la wild card di casa Watanuki. Nonostante i 15 ace del numero 20 del mondo, il giapponese annulla un match point sul 6-5 trascinando la sfida al tie break. Dove però non ha la forza di piazzare il guizzo.

Risultati:

A. de Minaur b. Gilles Simon 6-7(1) 7-6(5) 6-2
N. Kyrgios b. [WC] Y. Nishioka 7-5 7-6
[2] K. Anderson b. M. Ebden 4-6 7-6(1) 6-2
[3] K. Nishikori b. B. Paire 6-3 7-5
[Q] D. Medvedev b. [Q] M. Klizan 6-4 6-3
[6] M. Raonic b. [Q] Y. Watanuki 6-3 7-6(2)
D. Shapovalov b. S. Wawrinka 4-6 6-1 6-4

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