LA GRINTA DEL MARATONETA NISHIOKA – Nella finale degli outsider Yoshihito Nishioka non fallisce. Il giapponese, 22 anni e attuale n. 171 del mondo, dopo un match di alti e bassi ritrova freddezza e lucidità e si impone su Pierre-Hugues Herbert (27 anni e n. 67 ATP) per 7-5 2-6 6-4 vincendo la sua terza partita di fila al terzo set. Primo titolo in una giovane carriera in cui, finora, vantava soltanto un ottavo di finale al torneo di Indian Wells nel 2017, poco prima dell’infortunio al ginocchio che l’ha fermato per il resto della stagione. Precipitato ad aprile al n.380 del ranking ATP, Nishioka rientrerà tra poche ore in top 100 alla posizione 94.
Reduce dalla sconfitta al primo turno nel challenger di Kaohsiung, il giapponese (ex n. 58 del mondo) supera le qualificazioni a Shenzhen e si regala scalpi illustri del calibro di Denis Shapovalov e Fernando Verdasco. In finale dimostra freddezza e aggressività, dimostrandosi ancora più rabbioso nei momenti cruciali del match e superando così un ottimo Pierre-Hugues Herbert per la settima vittoria consecutiva sul suolo cinese. Peccato per il francese – complessivamente meno deciso dell’avversario nella fase calda dell’incontro – che alla sua seconda finale ATP deve rimandare ancora il rendez-vous con il primo titolo in singolare.
LA PARTITA – Il primo set è all’insegna dell’equilibrio. Sul 4-4, il giapponese ha a disposizione tre palle break ma, sullo 0-40, Herbert mette in campo un game da manuale, sfoderando tre ottimi servizi e tutta la sua abilità da doppista nel gioco di volo. Breakpoint annullati e un buon recupero per il francesino che si porta sul 5-4. Ancora deciso Herbert che, oltre ad essersi già confermato come campione di doppio (insieme a Mahut), da tempo cerca di emergere anche in singolare. Nishioka dimostra però che di lotta ne sa qualcosa: nonostante manchino due punti a Herbert per aggiudicarsi il set, il giapponese non si scompone da fondo campo e raggiunge l’avversario sul 5-5.
Alcuni gratuiti gravi di Herbert – e soprattutto un sanguinoso doppio fallo sul 15-40 – consegnano su un piatto d’argento il break al giapponese che, chirurgico e glaciale (e approfittando di un Herbert ora troppo disunito e in confusione), si procura un setpoint. L’alsaziano reagisce con un fulmineo vincente di dritto anche se l’ennesimo errore gli costa caro e Nishioka va a prendersi il primo parziale per 7-5. Ha tanto da recriminare Pierre-Hugues in questo primo set, poco paziente e pasticcione proprio in alcuni colpi al volo, soluzioni di solito a lui congeniali.
Nishioka rimane glaciale e infligge il break all’avversario in avvio di secondo set per poi vincere a zero il game successivo. Sembra lanciato nello score ma Herbert si scuote, recuperando lo svantaggio e pareggiando i conti sul 2-2. Il giapponese continua nei suoi palleggi da fondo profondi e angolati anche se spesso Herbert fa la differenza, spezzandogli il ritmo con i back bassi di rovescio per aprirsi il campo, avanzare e chiudere lo scambio a rete. Il servizio funziona di nuovo al francese (6 ace e 6 doppi falli finora per lui) e sale nuovamente in vantaggio sul 3-2. Ma ora che fa Nishioka? In questa fase dell’incontro è il giapponese ad andare improvvisamente nel pallone perché gestisce malissimo un altro turno di battuta, consentendo a Herbert di salire 4-2 e servizio. Il francese, dal canto suo, lo pressa con il suo tennis aggressivo e, grazie a un malaugurato doppio fallo di Nishioka sul set point a suo favore, intasca la seconda frazione per 6-2.
Tutto da rifare a Shenzhen. Giochi combattuti ai vantaggi ad inizio di terzo set: se Herbert sembra aver ritrovato lucidità e sangue freddo, Nishioka continua a dare segnali di nervosismo e impazienza. L’equilibrio viene spezzato inaspettatamente sul 2-2 dal giapponese che riesce a strappare la battuta all’avversario e portarsi 3-2 per poi allungare il passo sul 4-2. Herbert accorcia le distanze sul 3-4. Ma Yoshihito, che ora fa esplodere in campo tutta la sua grinta, mette il turbo e si procura ben tre match point sul 5-3; il francese li annulla per poi avvicinarsi ancora sul 4-5. Nell’ultima occasione utile Nishioka non fallisce e, alla quinta palla del match, il torneo di Shenzhen è suo. Primo sigillo in carriera per lui, in una settimana in cui ha avuto ragione di tennisti del calibro di Shapovalov e Verdasco. Onore comunque a Herbert che, nonostante privo del killer instinct nei momenti caldi dell’incontro, sta dimostrando di poter essere competitivo anche nella sua ‘seconda’ disciplina.
Durante la premiazione il vincitore Nishioka, che diventa il quarto giapponese in attività a sollevare un trofeo dopo Sugita, Daniel e ovviamente Nishikori, si toglie scherzosamente un sassolino dalla scarpa proprio in riferimento al più famoso tennista del suo paese con cui condivide parte del cognome. “Per favore ricordate il mio nome: non è Nishi-kori, è Nishi-oka!“, dice Yoshihito col sorriso di chi finalmente può lasciarsi alle spalle i lunghi mesi dell’infortunio – rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro – e pensare al futuro con rinnovato ottimismo.
"Please remember my name. It's not Nishikori. I'm Nishi-OKA!" 😂#shenzhenopen @yoshihitotennis pic.twitter.com/zYSWrnyCfC
— Tennis TV (@TennisTV) September 30, 2018