Maratona Siniakova: la Fed Cup torna in Repubblica Ceca

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Maratona Siniakova: la Fed Cup torna in Repubblica Ceca

Partita incredibile, la spunta la giocatrice di casa che annulla due match point e chiude 7-5 5-7 7-5 dopo 3 ore e 44 minuti. Undicesimo titolo per le ceche

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dal nostro inviato a Praga

Finale Fed Cup 2018  REPUBBLICA CECA VS USA 3-0 (Praga, O2 Arena, hard indoor)

K. Siniakova (CZE) b. S. Kenin (USA) 7-5 5-7 7-5 (3h44)

 

Katerina Siniakova vince un incredibile match contro Sofia Kenin (ancor più stoica di ieri) e regala l’undicesima Fed Cup alla sua nazione. Una partita dalle emozioni infinite, una maratona durata 3 ore e 44 minuti, esaltante, dove si è visto tutto e il contrario di tutto. Siniakova era stata avanti 7-5 3-0, ha avuto due palle per il 4-0, poi si è trovata sotto 3-4 prima di cedere 7-5. Nel terzo set la tennista ceca è stata di nuovo avanti 3-0, ha annullato 5 palle del 3-2, ne ha avute 2 per il 5-1, una per il 5-2, ma poi è stata costretta ad annullare due match point sul 4-5 e tre palle break sul 5 pari. Infine ha annullato una palla del 6-6 prima di chiudere al secondo match point 7-5 5-7 7-5.

Basterebbe questa sintesi per comprendere che tipo di partita è stata. Cosa dire delle due protagoniste. Siniakova bravissima a reagire nel momento decisivo del match dopo aver sprecato un paio di situazioni di vantaggio dove aveva praticamente il match in pugno. Nel finale è uscita la sua determinazione, la sua voglia di abbattere quel muro che sembrava incrollabile di nome Sofia Kenin. Altrettanto brava e stoica l’americana, che non ha mollato mai in questa due giorni. Le è mancato un punto per rimettere in corsa le sue compagne, ma come ha detto il capitano ceco Pala durante la premiazione, il futuro è tutto dalla sua parte. In quanto a grinta e carattere, è già da Top10. Undicesimo titolo per la Repubblica Ceca che certifica il dominio nella competizione del suo movimento con 6 successi negli ultimi 8 anni. Battuti gli USA dopo 35 anni, il ricambio è tale (dall’anno prossimo non ci saranno più Strycova e Safarova) che questa supremazia sembra al momento molto difficile da interrompere.

SUBITO LOTTA – Cade una leggera pioggerellina stamane su Praga, ma la temperatura rimane più che gradevole. Prima dell’inizio del terzo singolare vengono premiate per i loro risultati in Fed Helena Sukova e Lucie Safarova. In campo per quello che potrebbe essere per le ceche il punto decisivo Katerina Siniakova e Sofia Kenin. Per quanto visto ieri il match potrebbe essere gradevole ed equilibrato, vista la grande tenacia mostrata da Kenin e il gioco muscolare tipico della sua avversaria. Vince il sorteggio l’americana e manda a servire Siniakova che tiene la battuta senza problemi. La tennista di casa imbastisce subito il suo ritmo da fondo campo e Kenin fatica a starle dietro, anche perché dà ritmo alla sua avversaria che è un piacere. Così arriva subito il break della Siniakova, 2-0 per lei. Il terzo gioco è spettacolare, si giocano ben 16 punti. Kenin dimostra tutta la grinta che già abbiamo ammirato ieri, gli scambi sono durissimi, alla quarta palla break l’americana trova il controbreak e torna in partita.

Le due contendenti non si risparmiano ma ogni tanto devono tirare il fiato perché il ritmo degli scambi è vorticoso, così arrivano altri due break figli di pessime scelte da parte di chi serve. Kenin tiene finalmente la battuta nel sesto gioco dopo aver sprecato da 40-15 nel turno di servizio precedente e riaggancia la sua avversaria sul 3-3. Siniakova risponde tenendo per la prima volta a zero la battuta. Botta e risposta anche tra le due tifoserie, quella americana intona “When the Saints go marchin’ in”, quella ceca suona la carica con un motivo dei Pet Shop Boys, insomma spettacolo anche sugli spalti. Kenin conferma però di avere molti problemi a tenere il servizio, arrivano ben 3 gratuiti di diritto (due di un niente confermati dal “falco”) e Siniakova centra il terzo break del match e va a servire per il set sul 5-3. La ceca va 30-0 ma Kenin non muore mai, infila 3 punti di fila e si procura una prima palla del controbreak. Bravissima Siniakova ad annullarla con un servizio vincente, ma poi tira un diritto sul quale la sua avversaria chiama il “falco” (il colpo sarebbe vincente e quindi sarebbe set point). Il colpo è fuori di poco, ma Petr Pala protesta vibratamente chiamando anche il giudice arbitro. Dalla tribuna non capiamo i motivi della protesta, sembra che il capitano ceco affermi che sia stata la panchina americana a consigliare il “challenge” a Kenin, ma la cosa non è vietata. Dopo lunga discussione il punto è americano, palla break Kenin, Siniakova sbaglia un diritto, controbreak a stelle e strisce.

Arriva (con qualche patema) l’aggancio USA sul 5-5, Siniakova reagisce tenendo con autorità la battuta a zero, 6-5 Repubblica Ceca. Kenin va a servire ed incappa in un paio di gratuiti inopinati visto il momento, 15-40, due set point. L’americana non muore mai e li annulla entrambi ma poi rovina tutto con un altro gratuito di diritto. Siniakova prende l’iniziativa, martella da fondo campo e chiude il set dopo 64 minuti di battaglia senza limiti, manca un set alle ceche per conquistare l’undicesima Fed Cup della loro storia. La tennista di casa ha fatto ben 8 punti in più (47-39) ed è stata più efficace nelle palle break (4/6 contro il 3/7 della sua avversaria). L’americana è stata sempre costretta ad inseguire e alla fine ha pagato lo sforzo profuso per rimanere attaccata alla sua avversaria. In tribuna d’onore ci sono anche Francesco Ricci Bitti (predecessore di Haggerty e sostenitore del vecchio format della Davis) e Shamil Tarpischev (storico capitano del team russo di Davis e presidente della Federazione del suo paese). Kenin esce dal campo e prova a resettare le energie dopo l’ennesimo set perso in volata.

MILLE EMOZIONI – Si riparte con Siniakova al servizio, la ceca parte sparata, Kenin sembra scarica, subito 3-0 locale ed arrivano anche due palle del 4-0. Ma sull’orlo del precipizio arriva la solita reazione d’orgoglio della tennista americana che non solo mette 4 punti di fila (anche con un po’ di fortuna, un rovescio pizzica la linea ed un suo diritto colpisce il nastro e rende imprendibile il suo colpo) e tiene la battuta ma approfitta di un piccolo passaggio a vuoto di Siniakova e torna in scia alla sua avversaria con il controbreak nel quinto game. Kenin insiste, aggancio completato nel sesto gioco, 3-3. Siniakova sembra incredula, aveva il match in pugno, ora il match sembra complicarsi. Kenin fa sul serio, recupera dal 30-0 Siniakova nel settimo game ed alla seconda occasione trova addirittura un altro break, 4-3 per l’americana e servizio, dinanzi a noi un giornalista locale si mette le mani nei capelli, il match era praticamente chiuso. Siniakova pare letteralmente uscita dal match, probabilmente ha commesso l’errore di ritenere vinta la sfida ed ha staccato la presa, con questa Kenin si rischia grosso.

Per la prima volta in questa finale l’americana mette la testa avanti in un parziale, ma sul più bello Kenin distrugge l’incredibile rimonta. Nell’ottavo gioco va 30-0 e poi d’improvviso smarrisce i suoi colpi, sale in cattedra Siniakova che ritrova violenza nei colpi, profondità di palla e aggressività, controbreak ceco per il 4-4, la partita cambia di nuovo direzione. Piovono i vincenti della nr. 1 locale, soprattutto di rovescio, servizio tenuto a 15, 5-4 Repubblica Ceca, Kenin serve per rimanere nel match. L’americana si rianima, game a 15 con ritrovata sicurezza, siamo 5 pari, gran bella partita. Sulla panchina americana scorgiamo intanto Riske con la tuta e Collins in tenuta da gioco, se riesce il miracolo a Kenin crediamo che Rinaldi operi un cambio per il secondo singolare di giornata. Intanto Kenin tira fuori tutto quello che ha, gran risposta di rovescio, 0-40, tre palle break per andare a servire per il secondo set. Duro scambio da fondo campo,Kenin ribatte colpo su colpo e la prima a sbagliare è Siniakova, 6-5 USA. Dodicesimo gioco infinito, Siniakova va 15-30, Kenin recupera, arrivano 3 set point, tutti mancati con colpi che finiscono fuori di un niente. Kenin ci riprova, arriva il quarto set point, è quello buono, si va al terzo. Per quanto visto in questa due giorni, era il minimo che meritasse la tennista americana per il cuore e l’ardore messo in campo. Ci attende un terzo set impronosticabile.

SUL FILO DEI NERVI – Siniakova esce dal campo, sugli spalti ci si diverte con la Kiss cam. Si riparte con la ceca al servizio, arrivano subito due palle break per Kenin. Bravissima Siniakova che non solo le annulla ma poi replica l’inizio del secondo set, parziale di 14 punti a 6 e 3-0 per lei. Kenin sembra di nuovo giù di tono, probabilmente sta rifiatando dopo l’incredibile rimonta. Al cambio campo la tennista americana chiama il medico, piccolo massaggio sulla coscia sinistra, coscia sul cui retro Kenin presenta una piccola fasciatura da inizio match. Piccola pausa e riappare di nuovo la kiss-cam che fa divertire non poco il pubblico. Kenin torna in campo e con qualche difficoltà tiene il servizio interrompendo la marcia spedita dell’avversaria, 3-1 Siniakova. Il quinto game è a dir poco epico. Succede di tutto, si giocano 24 punti, Kenin ha 3 palle break, 2 sul 15-40 ed una dopo ma non le sfrutta. Siniakova ha 6 palle del 4-1 ma l’americana le annulla tutte. Si alternano ottimi vincenti a inconcepibili gratuiti, gran risposte a scambi durissimi, nastri fortunati e recuperi da urlo, tutto il campionario di colpi che si potrebbe chiedere ad un incontro di tennis. Arrivano altre due palle del controbreak, Siniakova le annulla e alla fine tiene la battuta, 4-1, vediamo se la grossa opportunità sprecata taglia le gambe ad una Kenin stoica. Siamo oltre le 3 ore di gioco, una maratona di emozioni, non potevamo chiedere di meglio.

Serve Kenin, due palle break per il 5-1 Siniakova. Chiaramente non se ne parla proprio, l’americana con gli artigli si salva dopo altri 14 punti, 4-2 Siniakova che va a servire. La ceca va 30-0 e poi si procura una palla del 5-2. Nulla da fare, Kenin è sempre lì, non si arrende mai. Due errori di rovescio di Siniakova rimettono per l’ennesima volta in partita l’americana, controbreak a stelle e strisce, bravissima Kenin che durante lo scambio alza la palla, rallenta il ritmo e manda fuori giri l’avversaria. Siamo a 3 ore e 17 minuti, la sfida ancora deve trovare una padrona, siamo incollati alla nostra poltrona ma non abbiamo mai sentito la necessità di allontanarci, gran bella partita. Ottavo game, Kenin va 30-0, Siniakova recupera, 30 pari. Volée bassa incredibile dell’americana, che poi approfitta di un gratuito di diritto di Siniakova e completa l’aggancio, 4-4. Siniakova va in confusione, spara uno schiaffo di rovescio agevole in rete, lascia una palla che è nettamente dentro, poi commette altri due gratuiti e cede di nuovo la battuta, 5-4 Kenin che andrà a servire per il match. Davvero sensazionale la tennista americana, una forza di volontà esagerata, ci sarebbe da meravigliarsi se nei prossimi anni non scali la classifica WTA. Serve l’americana, 40-15, due match point. Arrivano due gratuiti di diritto, parità. Kenin va in crisi, altri due errori di diritto, incredibile controbreak Siniakova, 5-5.

Serve la ceca, Kenin va 0-40, tre palle per andare di nuovo a servire per il match, Siniakova non sbaglia più niente, le annulla tutte, 5 punti di fila, 6-5, ora Kenin deve servire per rimanere nel match. Le emozioni sembrano non finire mai, gran recupero su palla corta di Siniakova sul primo punto del dodicesimo gioco, pubblico in piedi, la O2 Arena è una bolgia. Kenin reagisce (che novità), 30-15, poi 40-30 e palla per il 6 pari. Kenin sbaglia un rovescio e poi manda un diritto fuori di un niente, match point Siniakova. Scambio durissimo da fondo, palla dell’americana nei pressi della linea, tutti urlano “out”, Kenin se ne frega e spara un diritto vincente, parità. Ancora diritto fuori Kenin, secondo match point Siniakova. È quello buono, altro diritto in corridoio della Kenin, finisce dopo 3 ore e 46 minuti uno degli incontri più emozionanti dell’anno in campo femminile. La Repubblica Ceca torna campione di Fed Cup, onore agli USA, onore a una grandissima Sofia Kenin.

Dopo la prima giornata: Rep. Ceca-USA 2-0. Titolo a un passo con Strycova e Siniakova

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Fed Cup

Le Finals della Billie Jean King Cup 2022 si giocheranno a Glasgow

La nazionale azzurra di Tathiana Garbin sarà impegnata dall’8 al 13 novembre nella Emirates Arena scozzese che ospiterà anche un girone delle Finals di Coppa Davis

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La nazionale italiana di BJK Cup: da sinistra Camila Giorgi, Jasmine Paolini, Elisabetta Cocciaretto, Martina Trevisan, Tathiana Garbin, Lucia Bronzetti - Alghero 2022 (foto ITF/Ray Giubilo)

La ITF ha comunicato che la sede prescelta per le Finals della Billie Jean King Cup 2022 sarà Glasgow, con l’organizzazione della federazione britannica, la LTA. La fase finale della massima competizione a squadre del tennis femminile andrà in scena dall’8 al 13 novembre sul campo indoor della Emirates Arena, che a settembre ospiterà pure un girone delle Finals di Coppa Davis: sarà la quarta volta in quasi sessant’anni di storia (la prima edizione fu nel 1963) in cui la Gran Bretagna ospiterà le finali di questa competizione, originariamente chiamata Fed Cup. Ci sarà anche l’Italia della capitana Tathiana Garbin, grazie alla vittoria sulla Francia nel turno eliminatorio di aprile; le altre contendenti per il titolo di campionesse del mondo di tennis saranno le giocatrici di Gran Bretagna, il paese ospitante, Australia, Belgio, Canada, Cechia, Kazakistan, Polonia, Spagna, Slovacchia, Svizzera e USA. Il formato prevede quattro gironi da tre squadre, con le vincitrici di ogni girone che approderanno nelle semifinali. “La LTA ha presentato una candidatura molto consistente nel contesto di una gara molto competitiva – ha detto il presidente ITF, David Haggerty -. Hanno ospitato già con successo delle gare di Coppa Davis e non vediamo l’ora di portare la più grande competizione a squadre del tennis femminile davanti all’appassionato pubblico scozzese”.

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Billie Jean King Cup

Coppa Davis e Billie Jean King Cup: ecco chi sostituirà Russia e Bielorussia

Walkover, bye, wild card e ripescaggi in un turbinio di emozioni regolamentari da cui sono scaturiti i nomi delle nazioni che beneficiano dell’esclusione delle squadre russe e bielorusse

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Coppa Davis, il trofeo (foto via Twitter @DavisCup)

Avevamo lasciato la Coppa Davis ai Qualifiers, i tie di qualificazione per il primo atto delle Finals, quello a gironi in programma a settembre. Come per la Billie Jean King Cup, i cui “preliminari” si disputeranno il 14-15 aprile, si poneva innanzitutto il problema di sostituire la nazione già ammessa alla fase finale in quanto campione in carica dopo la decisione da parte dell’ITF in seguito all’invasione dell’Ucraina. Nel 2021, infatti, entrambe le manifestazioni sono state vinte dalla Russian Tennis Federation, che sarebbe la Russia ma non si può dire per via della sanzione per il doping di Stato, per quanto il titolo vinto come RTF sia comunque finito insieme agli altri nella bacheca russa. Vediamo allora su quali criteri la Federazione Internazionale si è basata per decidere chi sostituirà le squadre escluse, quindi anche quelle bielorusse.

Per quanto riguarda la Billie Jean Cup, il Board dell’ITF conferma che il posto della RTF sarà preso dalla semifinalista con classifica più alta tra le due sconfitte nel 2021, vale a dire l’Australia. Gli aussie vantano infatti il primo posto del ranking, mentre gli Usa, battuti nell’altra semifinale, sono quarti. Come ovvia conseguenza, l’Australia non giocherà i Qualifiers del prossimo aprile, mentre la nazione avversaria, la Slovacchia, beneficerà di un bye e si ritrova anch’essa direttamente alle Finals. Un walkover anche per il Belgio che avrebbe dovuto giocarsi la qualificazione contro la Bielorussia.

Se qualcuno cantava le donne come “dolcemente complicate”, per i maschi la faccenda è inutilmente complicata. Anche in Coppa Davis, il posto della RTF alle Finals è preso dalla semifinalista 2021 meglio classificata, la Serbia, undicesima. In realtà, l’altra semifinalista – la Germania – è piazzata molto meglio, quinta, ma la squadra che a sorpresa ha schierato Sascha Zverev si è qualificata sul campo (del Brasile). Dunque, il diritto della Serbia alle Finals non deriva dall’essere l’unica candidata, bensì dal fatto che, delle due, è la semifinalista con ranking più alto una volta esclusa la Germania. Ma non finisce qui.

 

Già, perché alla squadra di Novak Djokovic e compagni era stata offerta una wild card, quindi a settembre sarebbe stata presente in ogni caso; così, però, si libera un invito che andrà a una delle 12 perdenti dei recenti tie di qualificazione. L’annuncio del nome della fortunata sarà dato a tempo debito.

Ricapitolando, nelle quattro sedi che ospiteranno i gironi e che non sappiamo quali saranno ma speriamo che una sia Casalecchio di Reno (da non confondere con Reno, Nevada), gareggeranno la Croazia finalista 2021, la semifinalista Serbia, l’invitata Gran Bretagna, le 12 vincitrici di inizio marzo (Argentina, Australia, Belgio, Corea, Francia, Germania, Italia, Kazakistan, Olanda, Spagna, Svezia, Stati Uniti) e, appunto, la wild card misteriosa. Metà di queste si guadagneranno la fase finale davvero finale di fine novembre in un posto che l’ITF rivelerà in seguito. Le cose, l’importante è spiegarle bene evitando gli anacoluti.

Per concludere, la Bielorussia avrebbe dovuto disputare i playoff del World Group I del 4-5 marzo; la nazione avversaria, il Messico, ha ricevuto un walkover e a settembre competerà nel WG I. Rimane il problema di assicurare che nei World Group I e II ci sia il numero corretto di squadre. Quindi, l’Uzbekistan gareggerà nel WG I in quanto miglior classificata tra le perdenti dei playoff, mentre la Cina e la Tailandia in forza del loro ranking giocheranno nel WG II nonostante la sconfitta nei relativi playoff.

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Coppa Davis

La Federazione Tennis Ucraina chiede all’ITF l’espulsione delle federtennis russa e bielorussa

Così la lettera pubblicata su Facebook: “La Russia e la Bielorussia non solo non devono ospitare competizioni sul proprio territorio, ma nemmeno devono partecipare a tornei”

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Sono da poco iniziati i negoziati tra le delegazioni ucraina e russa, ma si combatte ancora, mentre sullo sfondo c’è lo spettro della minaccia nucleare evocato da Putin. E continuano anche le reazioni del mondo sportivo all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Al recente annuncio di Elina Svitolina che devolverà i suoi prossimi prize money per sostenere i propri connazionali, si aggiunge ora la Federazione Tennis Ucraina che pubblica sul proprio account Facebook la lettera indirizzata a David Haggerty e Ivo Kaderka, presidenti rispettivamente dell’ITF e di Tennis Europe. Nella lettera viene chiesto di espellere le federtennis russa e bielorussa dai due organismi. Ecco il testo indirizzato alla International Tennis Federation:

“La Federazione Tennis Ucraina esprime la sua richiesta per l’espulsione immediata della Federazione Tennis Russa e della Federazione Tennis Bielorussa dalla ITF.

Le ragioni non hanno probabilmente bisogno di essere spiegate, ma ecco alcuni fatti.

 

Il cinico e sanguinoso attacco senza precedenti di Russia e Bielorussia all’Ucraina è in atto da ormai quattro giorni. Civili stanno morendo, anche donne e bambini; l’infrastruttura civile sta crollando.

È una guerra su vasta scala che riporterà il nostro Paese indietro di decenni. Tutto questo sta accadendo nel centro geografico dell’Europa. Il mondo non vedeva niente di simile dalla Seconda Guerra Mondiale. È in corso una spietata guerra di annientamento.

La Russia e la Bielorussia non solo non hanno il diritto di ospitare competizioni sul proprio territorio, ma nemmeno di partecipare in ogni torneo a squadre e individuale all’estero.

Il Consiglio direttivo della Federazione Tennis Ucraina spera in una Vostra forte posizione in considerazione di questa richiesta.”

Una richiesta assolutamente decisa, ma altrettanto comprensibile, quella della federtennis ucraina a firma del proprio presidente Sergiy Lagur. Lascia un po’ incerti il significato del passaggio sulla partecipazione ai tornei individuali, ma immaginiamo che, più che un’esclusione tout court dei tennisti di Russia e Bielorussia, si chieda di non mostrare bandiere e simboli di quelle due nazioni. In ogni caso, in attesa delle decisioni dei due organi interpellati, ricordiamo che restano fuori dalla loro competenza i tornei dello Slam, oltre naturalmente quelli dei circuiti ATP e WTA. Non dimentichiamo neanche le prese di posizione dei tennisti russi: da Daniil Medvedev ad Andrey Rublev, che già a Dubai ha avuto modo di pronunciarsi contro la guerra. Con loro si è espresso con gli stessi toni Karen Khachanov.

Questa la posizione di Ubitennis sul tema della Guerra in Ucraina
Questa la posizione di Ubitennis sul tema della Guerra in Ucraina

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