Federer, Nadal e Djokovic sotto la lente: chi ha fatto meglio negli ultimi 10 anni?

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Federer, Nadal e Djokovic sotto la lente: chi ha fatto meglio negli ultimi 10 anni?

Una dettagliata analisi statistica per mettere a confronto i tre giocatori più forti del tennis moderno, evidenziare i loro picchi di rendimento… e anche i rimpianti. Per Federer, forse quella finale del 2014

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Alla vigilia dell’Australian Open, mentre ci si interroga sulla possibilità che possa finalmente toccare a un nome nuovo, è facile lasciarsi sedurre dall’idea che alla fine toccherà a uno dei soliti. Da oltre dieci anni il tempo nel mondo del tennis sembra essersi cristallizzato: anche nel 2018 Djokovic, Nadal, Federer (anche se per un pelo, visto che Zverev ha chiuso la stagione a una manciata di punti da King Roger) si sono spartiti il podio della classifica mondiale. Come già ricordato in un precedente articolo, il tennis gira intorno a tre nomi quasi ininterrottamente da un’era geologica. Visto il ritorno di fiamma di Federer e Nadal nel 2017 e di Djokovic nel 2018 si è sentito spesso dire che queste erano le “migliori versioni di Nadal o Federer” o che “Djokovic quest’anno è tornato ai suoi livelli”. Un modo per verificare queste affermazioni è confrontare il rendimento tenuto dei cari mostri sacri di questa era e confrontarlo con performance ottenute negli anni passati. A livello metodologico la scelta è quella di vedere quali sono stati in questi anni i picchi di rendimento e come si sono evolute le rivalità incrociate in questi ultimi 10 anni. Similmente a quanto fatto per le analisi dell’anno 2018, si è cercato di costruire degli indicatori di performance che potessero dare conto sinteticamente dell’andamento per anno e per superficie.

Questa prima tipologia di tabelle ha come scopo quello di evidenziare in termini comparati quale sia stata l’evoluzione dell’indicatore preso in esame di volta in volta. L’idea è quella di darci una linea di tendenza, al fine di capire soprattutto come un giocatore abbia ‘performato’ rispetto a se stesso e quali siano stati i picchi di rendimento in carriera. Il fatto che in un certo anno un indicatore risulti più elevato rispetto a quello dei rivali non necessariamente indica una maggiore probabilità di successo negli scontri diretti (quella verrà riportata più avanti nell’andamento storico degli H2H); resta in ogni caso un’indicazione rilevante in caso di differenziale cospicuo.

CONFRONTO SULLA TERRA BATTUTA

Per condurvi all’interno del discorso utilizziamo i numeri e cominciamo dalla terra rossa. L’indicatore prescelto è il seguente:

  • % combinata punti vinti sulla seconda di servizio e sulla risposta alla seconda di servizio
  • % punti servizio vinti con la prima sul totale dei punti giocati al servizio * 0.5

Confronto Djokovic, Federer e Nadal su terra battuta

Per quanto riguarda questa superficie, non verrà preso in esame il numero di partite vinte in quanto a differenza del cemento, dove spesso Nadal ha marcato visita, sulla terra battuta tutti e tre i giocatori hanno quasi sempre mantenuto un sufficiente numero di partite giocate e vinte nel corso degli anni. L’eccezione è ovviamente Federer negli ultimi due anni, ma la sua completa assenza non provoca del ‘rumore’ nel modello; il dato viene semplicemente viene escluso.

Emerge immediatamente come Nadal abbia avuto un picco di rendimento nel 2010, ripetuto incredibilmente nel 2017. Mentre nel 2010 la chiave era la ferocia sulla seconda di servizio (60% dei punti conquistati), nel 2017 il dato incredibile è stata l’efficacia sulla propria seconda di servizio (64%, il più alto in tutto l’arco di riferimento tra tutti e tre i giocatori). Sempre in riferimento a Nadal, i numeri confermano come lo spagnolo abbia dovuto avvalersi di unghia e denti per vincere il Roland Garros nel 2013 e 2014, due stagioni di chiaro calo, in cui il suo livello di performance era stato notevolmente insidiato da Djokovic.

Il serbo, dopo l’anno di grazia 2011, ha fatto registrare un calo generale nel 2012 per poi ritornare gradualmente su livelli di eccellenza nel 2013 e 2014. Nel 2015 Djokovic ha raggiunto il suo picco di rendimento sulla terra battuta ed è infatti stato sconfitto solo da un grandissimo Wawrinka in finale a Parigi, capace quella domenica di scagliare sessanta colpi vincenti. Curiosamente, nei suoi anni migliori, Djokovic ha dovuto fronteggiare a Parigi due veri e propri cigni neri: Federer in semifinale nel 2011 e Wawrinka appunto nel 2015. Non sarà difficile ricordare la maestosa performance dello svizzero nel 2011, quando fermò un Djokovic ancora imbattuto in stagione. Quanto al 2009 di Federer, la stagione in cui ha vinto il suo unico Roland Garros, i numeri suggeriscono come abbia approfittato del calo di Djokovic e dell’inciampo di Nadal, che fino a quel punto della stagione si stava esprimendo ai suoi soliti livelli.

CONFRONTO SULL’ERBA

Passiamo adesso all’erba, il territorio d’elezione per Roger Federer. L’indicatore prescelto è il seguente:

  • % combinata punti vinti sulla seconda di servizio e sulla risposta alla seconda di servizio
  • % punti servizio vinti con la prima sul totale dei punti giocati al servizio * 1,1

Confronto Djokovic, Federer e Nadal su erba

In questo secondo caso saltano subito all’occhio i “buchi” di Nadal, che dopo l’immancabile campagna sulle paludi rosse spesso e volentieri ha dovuto cedere il passo. In questo caso emerge come il toro di Manacor abbia ben capitalizzato le opportunità costruite nel 2008 e nel 2010; è invece un peccato che nel 2017 non si sia potuto assistere a un replay delle finali 2006/2007/2008, perché i presupposti numerici erano veramente ottimi. Djokovic conferma il trend di dominanza del 2015, mentre in rapporto alla rivalità con Federer c’è forse da crucciarsi per la mancata qualificazione dello svizzero alla finale di Wimbledon 2011: dopo la splendida partita di Parigi, con ogni probabilità se ne sarebbe vista una seconda.

L’annus horribilis‘ è stato per tutti e tre il 2016: Federer a mezzo servizio, Nadal assente e Djokovic alle prese con i primi dolori del giovane Novak. Rimpianti? Probabilmente per Federer la finale persa nel 2014, poiché avrebbe potuto rallentare il ritorno di Djokovic che da quel momento ha vissuto un anno e mezzo di grazia quasi ininterrotto.

CONFRONTO SUL CEMENTO

Per concludere andiamo ad esaminare cosa è successo sulle superfici dure; segnaliamo che in questo caso è stato necessario accorpare indoor e outdoor, in quanto le statistiche disponibili sul sito ATP non consentivano questo livello di ‘granularità’ del dato. L’indicatore prescelto quindi è stato il seguente:

  • % combinata punti vinti sulla seconda di servizio e sulla risposta alla seconda di servizio
  • % punti servizio vinti con la prima sul totale dei punti giocati al servizio * 1,05
  • % combinata break point salvati e convertiti *0,5

Il tutto ponderato per un moltiplicatore che tenga conto delle partite vinte nella stagione così costruito:

=SE N. Partite vinte >=52; → fattore di ponderazione = 1,1;

=SE 51<N. Partite vinte>22; → fattore di ponderazione = 1,1;

=SE N. Partite vinte <=22; → fattore di ponderazione = 0,8;

Confronto Djokovic, Federer e Nadal sul cemento

Secondo questa metrica il picco di rendimento lo ritroviamo con Djokovic nel 2015, che in quella stagione si è rivelato effettivamente ingiocabile per chiunque. Il Federer del 2015 era (numeri alla mano) una versione assolutamente competitiva e paragonabile a quella del 2017, che pure ha vinto tanto di più; verrebbe da concludere, forse semplificando, che semplicemente nel 2017 non ha dovuto confrontarsi con la macchina serba. Da notare come negli anni 2012 e 2013 si sia visto in campo un ottimo Djokovic che forse ha raccolto a livello Slam meno di quello che avrebbe potuto: in quei due anni infatti le partite vinte dal serbo su questa superficie sono state rispettivamente 50 e 49. Nel 2013 la sfida ‘hard rock’ con Nadal fu estremamente equilibrata, con Djokovic che nelle situazioni di palleggio (relative agli scambi su seconde di servizio) dimostrava una maggior efficienza, mentre Nadal compensava con il rendimento sulla prima e nel dato combinato saved/converted break point %.

GLI SCONTRI DIRETTI

Queste statistiche sintetizzano con efficacia il rendimento dei singoli giocatori ‘rispetto a se stessi’, ma per un’analisi completa non si può prescindere da un riepilogo degli H2H; altrimenti si perderebbero alcuni fenomeni clamorosi come la distruzione di Nadal ad opera di Djokovic nel 2011 e la rivincita nel 2017 da parte di Federer sul maiorchino.

Djokovic vs Federer

A partire dal 2011, la rivalità tra il serbo e lo svizzero ha visto un netto prevalere di Djokovic con Federer capace di invertire la tendenza soltanto nel 2014, stagione in cui il serbo ha psicologicamente ‘prestato il fianco’ dopo le tante finali perse agli US Open. Probabilmente non se ne avrà mai la controprova, ma per Djokovic sembra essere stata decisiva la vittoria a Wimbledon le 2014: è stato forse stato il punto di svolta di una carriera, che altrimenti avrebbe potuto configurarsi come quella di un ‘fenomeno spuntato’, sempre e comunque in secondo piano rispetto al dinamico duo Roger&Rafa.

Federer vs Nadal

Come tutti sanno, il 2017 è stato l’anno della grande rivincita di Svizzera 1 sull’armada spagnola. È invece meno noto che il 2017 sia stato un anno straordinario per Nadal sul cemento; con un Federer ‘normale’, forse Rafa avrebbe potuto confezionare la migliore stagione dell’intera carriera, superiore anche agli anni di grazia 2010 e 2013. Senza inerpicarci in analisi che sono state fatte sin troppe volte in relazione a questo confronto diretto, si evidenziano come decisive le stagioni 2008 (in cui Rafa mandò Roger al tappeto in finale a Londra e a Parigi) e il 2013 in cui la schiena ha costretto Federer a giocare al di sotto dei suoi standard.

Djokovic vs Nadal

Nella rivalità fra Rafa e Novak, emerge come il serbo abbia saputo capitalizzare meglio le stagioni in cui ha espresso il miglior tennis. In uno degli anni miglior, Nadal è riuscito a cogliere un vantaggio comparato relativamente ridotto (+2), mentre nei suoi anni di grazia (2011 e 2015) Djokovic ha inciso in maniera molto più pesante (+6) e (+4). In generale sembra quindi poter dire che i picchi di rendimento di Djokovic negli ultimi 10 anni sono stati inarrivabili, ma che laddove (come nel triennio 2012-2013-2014) il rendimento dei tre è stato molto vicino, Djokovic è spesso venuto a mancare, non riuscendo a convertire in successi un livello di gioco comunque molto alto. La supremazia è rimasta confinata ai ‘soli’ Masters 1000 e sulla superficie (allora) amica degli Australian Open, che potrebbe tornare a sorridergli tra pochi giorni.

Federico Bertelli

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