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Reading: Nadal si arrende al dolore. Federer, la carica del 101 (Oriani). Bianca, la baby star canadese (Semeraro)
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Rassegna stampa

Nadal si arrende al dolore. Federer, la carica del 101 (Oriani). Bianca, la baby star canadese (Semeraro)

La rassegna stampa di domenica 17 marzo 2019

Last updated: 17/03/2019 8:11
By Alessia Gentile Published 17/03/2019
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6 Min Read


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Nadal si arrende al dolore. Federer, la carica del 101 (Massimo Oriani, La Gazzetta dello Sport)

Il superclàsico numero 39 dovrà attendere. A Indian Wells non c’è stata la tanto attesa semifinale tra Roger Federer e Rafa Nadal. Lo spagnolo è stato infatti costretto a dare forfait un paio d’ore prima dell’inizio del match con lo svizzero per problemi al ginocchio destro. Il maiorchino ha provato nella mattinata californiana, scaldandosi per una ventina di minuti prima di fermarsi e confabulare con il suo staff. E’ lì molto probabilmente che è stata presa la decisione di non scendere in campo per non rischiare di peggiorare la situazione. Già nel lungo match dei quarti, vinto contro il russo Karen Khachanov dopo due ore e 16 minuti, Rafa era stato costretto a ricorrere all’aiuto del medico per farsi fasciare l’arto dolente. «Mi sono scaldato e mi sono reso conto di non essere in grado di giocare a un livello che mi permettesse di essere competitivo – ha detto Nadal – Quindi ho deciso di ritirarmi. Ora torno a casa per prepararmi ai tornei sulla terra, sperando di poter essere al 100% per Montecarlo. Potete immaginarvi quanto duro e frustrante sia stato prendere questa decisione. Stavo giocando bene in questo torneo, che oltretutto adoro». Ufficiale quindi anche l’addio a Miami, dove Rafa non ha mai vinto. Federer vola quindi in finale senza sudare. Non il modo in cui il numero 4 al mondo voleva trovarsi a giocare per il suo 101° titolo in carriera (il 100° se l’era messo in tasca a Dubai 2 settimane fa) ma resta pur sempre la chance di incrementare il bottino, in vista di Miami, dove Federer vanta invece 3 vittorie (2005, `06 e `17). Tra King Roger e il 6° titolo a Indian Wells, ci sarà Thiem che ha piegato Raonic in 3 set. Come era prevedibile, è stato un incontro dominato dai servizi. Il 1° è andato al tiebreak, con il doppio fallo sul primo punto di Raonic che apriva la porta per un non troppo sofferto 7-3 dell’austriaco (che chiudeva col 90% di prime palle in campo e zero errori gratuiti). Fotocopia, o quasi, il tiebreak del 2° vinto sempre a 3, stavolta dal canadese. Nel 5° gioco del set decisivo, Dominic riusciva a mettere a segno il primo break dell’incontro. Raonic faticava a tenere il servizio sul 4-2 ma poi cedeva 6-4, dopo aver sprecato un paio di palle break. L’austriaco non parte battuto con Federer: nei 4 precedenti il bilancio è di 2-2. Anche se Roger arriva al match fresco fresco. Chissà se stavolta suderà.


Bianca, la baby star canadese (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Il Canada è l’ultima frontiera, il passaggio a Nord-Ovest del tennis. A parte il vecchio (28 anni) Milos Raonic, che comunque a Indian Wells è approdato fra gli ultimi quattro, i ragazzini terribili che arrivano dal melting-pot del Grande Nord stanno stupendo il mondo. A 19 anni Denis Shapovalov, nato a Tèl Aviv da genitori russi è n.25 Atp, Felix Auger Aliassime, papa del Togo, mamma del Quebec, a 18 è arrivato al 58. E ora ecco Bianca Andreescu, nata nell’Ontario, da genitori romeni. In California, a forza di sbranare avversarie, a 18 anni e 9 mesi si è conquistata la finale, prima wild card nella storia dei torneo a riuscirci, e se la giocherà oggi contro l’ex n.1 Angelique Kerber. Senza paura, a giudicare da come ha messo in riga in tre set in semifinale anche Elena Svitolina, la n. 6 del mondo. Botte piatte, tagli perfidi, palle corte, un campionario completo. «Qui a Indian Wells pensavo di perdere al primo turno – dice Bianca – sono senza parole. Ma il mio obiettivo è fare la storia, e ci sono riuscita». Nel 2019 per ora ha vinto 27 match su 30: finale ad Auckland, lasciando per strada Venus Williams e la Woznicki, vittoria a Newport Beach, semifinali ad Acapulco dopo aver strapazzato anche le olandesi in Fed Cup. Da inizio anno ha scalato 119 posizioni (era 152, sarà minimo 33) e nella Race, che somma solo i punti dell’anno solare, è già numero 6. Che avesse stoffa si era capito già quando vinse il Petit As di Tarbes, il torneo u. 14 che sforna campioni e fra i suoi coach ha avuto la ex campionessa francese Nathalie Tauziat. Una predestinata, ma la sua crescita da novembre scorso – quando era n. 243 Wta – resta comunque impressionante. Merito della meditazione, sostiene lei, una pratica a cui sua madre l’ha iniziata a partire dai 14 anni. «Niente di strano, mi sveglio e la prima cosa che faccio è meditare. Si chiama visualizzazione creativa. Non guardo il telefono, non mi faccio distrarre, per 15 minuti cerco solo di entrare in contatto con il mio corpo e la mia mente. Molti tennisti curano il fisico, per me il fattore mentale è più importante perché è la mente che controlla il corpo». Capito, la ragazzina?


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