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Grande Arnaldi: è in semifinale al Bonfiglio

Matteo supera il favorito numero 1 Emilio Nava. In semi sfiderà il ceco Jonas Forejtek. Martin Damm ferma la corsa di Filippo Moroni

Last updated: 25/05/2019 10:15
By Redazione Published 25/05/2019
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6 Min Read
Matteo Arnaldi - Trofeo Bonfiglio 2019 (foto Francesco Panunzio)


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C’erano tutti gli ingredienti giusti per fare l’impresa. E Matteo Arnaldi non si è lasciato scappare l’occasione. Un sacco di gente su tutti i lati del campo 9 del Tc Milano Alberto Bonacossa, il tie-break del terzo set, il primo favorito della vigilia di fronte a sé: così l’azzurrino classe 2001 ha centrato l’ingresso per le semifinali del 60° Trofeo Bonfiglio battendo in un’ora e 58 minuti lo statunitense Emilio Nava e diventando il primo italiano a raggiungere gli ultimi 4 del tabellone dal 2012 quando Gianluigi Quinzi finì con l’alzare la coppa al cielo di Milano.

“È stata una grande emozione – ha detto -, ero già carico prima di entrare in campo e poi mi sono esaltato anche grazie al pubblico. L’atmosfera era fantastica, vincere queste partite in Italia è un’altra cosa”. Arnaldi, che si divide tra Sanremo (dove è nato) e Milano (dove si allena con i tecnici della MTA), si troverà di fronte il ceco Jonas Forejtek, filiforme talento di Pilsen, classe 2001, che non ha nemmeno dovuto impazzire più di tanto per liberarsi dello statunitense Tyler Zink (6-4 7-5). Il ligure era partito fortissimo, sorprendendo tutti, Emilio Nava in primis. Il finalista degli Australian Open Juniores 2019 s’è trovato subito sotto di un set (6-2) prima di riaversi e ricambiare ‘il favore’ nel secondo parziale (altro 6-2).

Il ‘terzo’ è stato una partita a sé: il californiano s’è portato avanti d’un break (2-0), poi s’è ritrovato sotto per 4-2. L’azzurro ha condotto fino ad avere la chance di andare avanti per 5-3, ma s’è ritrovato prima sul 4-4 e poi addirittura sul 5-5 0/30 sul proprio servizio. Lì ha dato il colpo di reni decisivo, supportato soprattutto da una ‘prima’ che non s’è fatta desiderare nel momento del bisogno. “Stare attaccato in quel momento mi ha dato grande fiducia al servizio, che poi è tornata molto utile di lì a poco”, ha confermato lui. Nel tie-break decisivo, infatti, Matteo ha tenuto sempre alto il livello e il rendimento in battuta. Poi, al primo match point utile (sul 6-3), Nava ha cacciato in corridoio un diritto che ha fatto esplodere l’urlo di gioia di Matteo e del pubblico del ‘Bonacossa’.

Nonostante una velocità di palla a tratti decisamente superiore, Nava non è riuscito a districare la matassa del gioco del sanremese, bravissimo a muovere la palla con entrambi i fondamentali, appoggiandosi a dovere sul servizio nei propri turni di battuta, e a difendersi su entrambi i lati del campo. E così, dopo la finale persa a Melbourne per mano del toscano Musetti, Nava ha dovuto lasciare strada a un altro italiano. Che ora può legittimamente sognare di mettere le mani sul Trofeo in un’edizione celebrativa, quella dei 60 anni, proprio come fece Stefano Pescosolido in quella del trentennale nel 1989.

Se da un lato nella giornata del Bonfiglio c’è la gioia di Matteo Arnaldi, dall’altra c’è la delusione di Filippo Moroni, battuto alla distanza sempre nei quarti di finale dal mancino americano Martin Damm. Il piemontese, seguito a bordo campo dal papà-coach Ivo, era andato avanti di un set dopo un tie-break praticamente perfetto nel quale aveva conquistato 7 punti su 7. Il sostanziale equilibrio si è protratto anche nella seconda frazione, almeno fino al settimo game, quando è arrivato il break che ha messo l’incontro su binari molto diversi. Di lì in poi Damm, che tradisce le sue origini ceche dal grido d’auto-incitamento “Pome!”, ha preso letteralmente in mano le redini dell’incontro vinto col parziale di 6-7 6-3 6-1 in due ore e 6 minuti così da assicurarsi un posto nella semifinale che lo vedrà opposto all’argentino Thiago Tirante (6-2 6-1 al francese Mayot, a Milano con l’ex Top 10 francese Thierry Tulasne).

Quello che ha coinvolto Moroni è stato il quarto di finale più lungo della giornata, anche se consideriamo i match femminili. Tra le ragazze la sorpresa più grande l’ha regalata ancora una volta la ceca Linda Fruhvirtova, 14 anni compiuti il primo di maggio scorso. In tabellone con una wild card dell’organizzazione, la biondina già Top 60 Under 18 ha fatto fuori in due set la statunitense Hurricane Black in un’ora e mezza secca nella quale ha dato prova di essere un prospetto davvero interessante. È la più giovane in gara e deve tre anni netti ad Alexa Noel, americana di Scottsdale (Arizona) che affronterà per un posto in finale.

Nella parte alta del draw invece sfida tra la canadese Melodie Collard e la burundese Sada Nahimana, altra bella sorpresa della settimana milanese. Sabato si comincia alle 11 con le semifinali di singolare distribuite su ‘Centrale’ e campo 9 (live su SuperTennis Tv una maschile e una femminile). Lo scorso anno a farci sognare una pennellata d’azzurro in finale c’era Elisabetta Cocciaretto. Quest’anno tocca a Matteo Arnaldi.

Ufficio Stampa 60° Trofeo Bonfiglio


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TAGGED:matteo arnalditrofeo bonfiglio 2019
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