C’è un derby tra Nadal e Federer (Ubaldo Scanagatta, Giorno – Carlino – Nazione Sport)
Rafa Nadal centra la vittoria n.90 al Roland Garros e approda al suo tredicesimo quarto di finale nel suo regno, ma Roger Federer, che qui è stato re una sola volta (nel 2009) e non undici, lo insegue baldanzoso ed agguerrito come se non avesse quasi 38 anni con 12 quarti di finale. Uno in meno. I due giocano una sorta di slalom parallelo a distanza contro due argentini di Buenos Aires. Lo svizzero con un altro veterano, Leo Mayer, n.68 che a 32 anni ai quarti invece non c’è mai arrivato in 10 tentativi, e il maiorchino con il qualificato Juan Ignacio Londero n.108 e di 25 anni che giocava per la prima volta in un tabellone di Slam e il suo torneo l’aveva già vinto raggiungendo gli ottavi. Il risultato è stato identico: 62 63 63 per il n.2 e il n.3 del mondo, ma naturalmente Roger fa i suoi punti più rapidamente di Rafa (e non solo perché Mayer è parso incapace di capire come giocasse lo svizzero): 1h e 42 m contro 2h e 13 m. Nadal, che oggi compie 33 anni, ha perso un set lungo il torneo, Federer, come Djokovic, nessuno. Il risorto Wawrinka e l’emergente Tsitsipas, sfoderando i migliori rovesci a una mano immaginabili hanno dato vita alla partita più bella, combattuta e lunga del torneo, 5 h e 9 minuti. L’ha vinta il tennista più anziano 76 57 64 36 86, ma certo il giovane greco può rimproverarsi la miriade di occasioni avute: è riuscito a strappare il servizio allo svizzero (che alla fine ha fatto un punto in meno) cinque volte, ma ha avuto 27 palle break di cui 6 nell’ultimo set. Fabio Fognini, dopo le 3h e 10 di sabato con Bautista Agut, spera di recuperare per oggi: «Sono stanco, ma è normale esserlo. Sento anche qualche dolorino, ma dopo un giorno starò meglio. Intanto il primo obiettivo, la seconda settimana di questo Slam per la terza volta, è centrato. Poi c’è quel famoso numerino (Fabio allude al sospirato ingresso fra i primi 10 del mondo; oggi è virtualmente n.10; se batte Zverev supererà certamente o Khachanov o del Potro che si incontrano oggi n.d.r.) e… vediamo se ce la facciamo. Zverev è un probabile n.1 di domani, quando smetteranno Federer, Nadal e Djokovic… È un po’ più abbordabile sulla terra battuta che sui campi veloci, e forse non è al massimo della forma, però rispetto a Montecarlo sarà match diverso. Qui è 3 su 5, è uno Slam, il favorito è lui, io non ho nulla da perdere».
Federer senza problemi. Lo aspetta Wawrinka. “Pronto alla battaglia” (Stefano Semeraro, La Stampa)
Ma perché mai Federer non ha giocato (per scelta) le ultime due edizioni del Roland Garros, ci si è chiesti vedendolo ieri deliberare anche gli ottavi di finale in tre set secchi – 6-2 6-3 6-3 – contro un rassegnato Leo Mayer. Non ha ancora perso un set, il Genio, che sta festeggiando come si deve i dieci anni dal suo unico trionfo parigino. Certo, non ha ancora incontrato ostacoli veramente refrattari, sudando pochissimo anche ieri in una giornata da 30° – con docce improvvisate per gli spettatori – e umidità tropicale. «Io mi considero un tipo normale, arrivando qui ero preparato anche a perdere in tre set al primo turno», spiega mettendo, dopo, le mani avanti. «Come tennista, padre e marito devo sempre considerare tutte le possibilità, studiare al meglio la programmazione. Sulla terra, e a Parigi, non sapevo bene cosa aspettarmi; ma mi sono portato racchette, scarpe e corde a sufficienza e ora sono pronto alla battaglia». Che arriverà, puntuale, nei quarti. Lo aspetta infatti un indigesto déjà-vu con Stan Wawrinka, uscito vittorioso contro Stefanos Tsitsipas da quello che per ora è il match del torneo, 5 ore e 9 minuti di sciabolate monomani di rovescio, il quarto più lungo di sempre al Roland Garros […] «Io e Stan ci conosciamo benissimo, abbiamo giocato miliardi di volte», analizza Federer (sono 25, 22-3 per lui, ma solo 4-3 sul rosso). «La terra per me è la superficie peggiore su cui incontrarlo. Spero solo che non sia nella forma del 2015, quando proprio qui mi buttò fuori nei quarti». Quell’anno Stan the Man finì per vincere il torneo, negando un probabile Slam a Djokovic. Occhio ai guastafeste, Roger.
Il nuovo Fognini va oltre la storia (Mario Viggiani, Corriere dello Sport)
[…] Oggi non sarà facile ripeterla negli ottavi, contro “Sascha” Zverev, ma anche i bookmaker sono tutti dalla sua parte, o quasi. Le quote sono sul filo dell’equilibrio ma giusto uno di loro dà la preferenza al tedesco (a 1,87), gli altri vedono il ligure vincitore (quota minima 1,80, contro il 2,00 dell’avversario). Anche se Fabio la pensa diversamente: «Il favorito è lui, anche se non è nel suo momento migliore e sulla terra è più abbordabile». In questo Roland Garros il numero 1 italiano, al momento per la prima volta in carriera virtuale Top 10 (sarebbe il terzo nella storia dell’Italtennis maschile, dopo Adriano Panatta che fu 4 nell’agosto 1976 e Corrado Barazzutti che diventò 7 nell’agosto 1978), ha esibito il bicipite già tre volte. Gli è successo nell’ordine nel derby con Andreas Seppi e poi contro l’argentino Federico Delbonis e lo spagnolo Roberto Bautista Agut, sempre all’insegna del “chiamate Fogna 3-1”, ovvero con Fabio vittorioso per tre set a uno. Decisamente buono finora il suo livello di gioco, a tratti entusiasmante come spesso capita con il pistolero di Arma di Taggia, apparentemente stanco nella sua camminata in campo, sempre ciondolante, ma sempre pronto a far partire colpi che sono autentici proiettili da O.K Corral. Zverev dal canto suo sta faticando mica poco nel torneo, come in ogni Slam, nonostante proprio il Roland Garros sia quello in cui fin qui è andato avanti come in nessun altro. L’anno scorso è arrivato finalmente ai quarti, gli unici raggiunti nei quattro tornei che contano, ma con sforzi sempre notevoli […] Zverev è 5 del mondo ma “solo” 10 nel 2019. Fognini è arrivato a Parigi da 11 della classifica ATP, però è 7 nell’annata e quindi fin qui ha fatto complessivamente meglio del tedesco. Il nostro è sotto nel totale dei precedenti (1-2), tuttavia l’ultimo e soprattutto molto recente è stato negli ottavi a Montecarlo e Fabio l’ha spuntata in due set, senza se e senza ma. Il riposo di ieri gli è servito per smaltire gli acciacchi («Sono stanco, ho qualche dolorino», il suo refrain dopo il successo di sabato su Bautista Agut), potrebbe risultare prezioso contro un avversario che finora è stato comunque in campo per 9h10′ contro le sue 7h55′. In ogni caso, Fognini ha espresso in modo chiaro che questa sarà un’altra storia, rispetto a Montecarlo: «Una partita completamente diversa, perché qui si gioca al meglio dei cinque set e la differenza è enorme. Sto vivendo il miglior momento della mia carriera. L’importante è essere arrivato fin qui (miglior risultato a Parigi i quarti raggiunti nel 2011 ma non disputati contro Novak Djokovic per l’infortunio accusato nel turno precedente per battere Albert Montanes, ndr), poi le chance vengono e bisogna cercare di sfruttarle: proverò a fare il massimo. So bene che i risultati dipendono da tanti fattori e non soltanto dal sottoscritto, ma ripeto quanto ho detto qualche giorno fa. Questa volta al Roland Garros può succedere di tutto». Lo sa bene anche Zverev, che Fabio indica come il numero 1 prossimo venturo. Quando però non saranno più nel circuito fenomeni che si chiamano Djokovic, Nadal e Federer: va da sé…