Dal nostro inviato a Parigi

Esaurite rapidamente le domande sulla netta vittoria contro Struff, in conferenza stampa è stato chiesto a Djokovic se match di cinque ore e passa, come quello tra Wawrinka e Tsitispas, non portino l’ATP a considerare l’opportunità di cambiare qualcosa per ridurre il tempo di gioco, come aveva fatto a suo tempo la pallavolo. “Sì, la pallavolo è un ottimo esempio, è uno sport che ha cambiato molto. L’abolizione dei vantaggi, l’allungamento del punteggio dei set… Secondo me è stata un ottimo cambiamento, anche se all’inizio – come capita spesso in questi casi – ci sono state diverse polemiche e critiche. Io credo che in futuro ci saranno dei cambiamenti nel tennis. Quali regole cambieranno, quali modifiche verranno introdotte ancora non lo so“.

Ovviamente la domanda ha portato il n.1 del mondo a parlare del torneo che è stato creato dall’ATP proprio come laboratorio di nuove idee regolamentari. “Parlando di questo argomento spesso prendo come esempio le “NextGen Finals” di Milano: è un evento molto utile per il tennis, è una piattaforma che ti consente di testare delle nuove idee. Alcune delle soluzioni adottate a Milano hanno avuto più senso, altre meno, parlando dal mio punto di vista, che è soggettivo. Ma da un punto di vista oggettivo, per tenere il passo con il mondo moderno, con i “Millenials” che non stanno lì tutto quel tempo a guardare una cosa sola, ci sono da fare alcune modifiche”.

“Ora, non si tratta di toccare le radici di questo sport”, rassicura il numero del mondo. “Io credo che questo non possa avvenire, il tennis è uno sport con tanta tradizione, è uno sport individuale, è diverso rispetto ad uno sport di squadra  – ma si possono fare modifiche come quella che stata introdotta: l’orologio, che ora conta esattamente il tempo per il riscaldamento, per il cambio campo, prima di servire. O anche le telecamere dappertutto, ormai ci sono anche in alcune zone degli spogliatoi, si vuole arrivare ad una specie di “Grande Fratello”. Ma questo è il mondo in cui viviamo, si vuole “mostrare” tutto. Per quanto riguarda invece il cambio del metodo del punteggio, non lo so. Sinceramente credo questa accadrà alla fine, sarà l’ultimo passaggio. Io da una parte sono molto legato  e rispetto le tradizioni, dall’altro lato mi rendo conto che questo legame con le tradizioni non consente al tennis di sfruttare le sue potenzialità dal punto di vista del marketing”.