Wimbledon entra nel vivo e anche Serena: battuta Riske, 12esima semifinale

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Wimbledon entra nel vivo e anche Serena: battuta Riske, 12esima semifinale

LONDRA – A Serena Williams mancano adesso solo due vittorie per il leggendario aggancio a Court. Proverà ad ottenere la prima contro Konta o Strycova

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Serena Williams - Wimbledon 2019 (via Twitter, @wimbledon)
 

[11] S. Williams b. A. Riske 6-4 4-6 6-3 (da Londra, il nostro inviato)

Il pomeriggio dei quarti di finale sul “Centre Court” di Wimbledon si apre con la sfida tra la “signora 23 Slam” Serena Williams e la sua compatriota, Alison Riske (3-0 Williams i precedenti) entrata in tabellone da n°55 WTA e per la prima volta così avanti in uno Slam. Nativa di Pittsburgh, 29 anni, Riske è figlia di un ex agente dei servizi di sicurezza USA, poi passato nelle fila dell’FBI. Nel match precedente ha eliminato la numero 1 Ashleigh Barty, è una lottatrice nata, sull’erba si trova benissimo dal punto di vista tecnico, un impegno non semplice per Serena a mio avviso. Alison, a riprova delle sue qualità agonistiche, è la giocatrice che è stata in campo di più per raggiungere i quarti dal 2011, 9 ore e 5 minuti, vincendo sempre in tre set, e risalendo da 0-3 nel terzo contro Bencic e da 1-4 contro Vekic. Una belvetta niente male, insomma. Questa volta, però, si è trovata di fronte la fighter per eccellenza.

PRIMO SET: AVANTI SERENA – Nel terzo game subito break Riske, che tiene e allunga 3-1. Sullo scambio, e non è una novità, Serena va in affanno al terzo passo laterale; il problema è che quasi ogni volta che colpisce comoda o quasi (spesso in risposta alle seconde palle) fa sistematicamente dei bei danni alla difesa di Alison. Facile dire “spostala”, molto meno facile manovrare la palla e gestire gli angoli affrontando le cannonate di Williams. Bravissima Riske a salvarsi da tre palle del contro-break consecutive nel sesto game, ottimi i rovesci lungolinea e i servizi in slice. Arriva però una quarta occasione, e qui Serena piazza la zampata con un bel recupero a rete, siamo 3-3. la partita è bella, giocano bene tutte e due, a braccio sciolto. La battuta di Williams è come sempre un’arma letale quando le entra la prima palla, ma la combattiva Alison non ci sta, pianta giù un paio di gran passanti, una risposta di rovescio a uscire splendida, e brekka nuovamente, che brava, 4-3 per lei.

Applausi per un “overrule” da aliena di Maria Cicak, a mio avviso il miglior arbitro in circolazione insieme a Eva Asderaki, che corregge una chiamata a 15 metri de lei, riga lontana, con palla buona di un centimetro scarso. Nel frattempo, Serena restituisce la cortesia a Riske, spinge alla grande, azzecca anche lei una risposta di rovescio del centro, ed è 15-40. Bellissimo cross stretto di Alison ad annullare la prima palla break, gran pressione a trasformare la seconda per Serena, che pareggia 4-4. Che lotta, ci stiamo divertendo tutti. Serena tiene con autorità, poi sul 5-4 ha altre due palle break che sono contemporaneamente set-point: fallisce la prima, viene omaggiata della seconda (ingenuità con la volée alta di Riske su una palla non ben colpita da Williams), ed è 6-4 per lei.

16 vincenti, 9 errori Serena, 9-5 Alison, 6 ace a 1 per Williams, un primo set di buona qualità. Oltre ai numeri, è da apprezzare l’atteggiamento di entrambe, si stanno prendendo a pallate a viso aperto, Serena più potente, Riske più rapida di piedi e con gli anticipi. Certo, non sono proprio eleganti o fluide negli swing, ma la palla cammina di brutto. In particolare, Alison è bravissima a stare bassa in spinta da fondo, il che spiega bene la sua propensione per i rimbalzi bassi di questa superficie, che pur se terribilmente rallentata almeno qualche caratteristica “da erba” la mantiene (e per fortuna).

Alison Riske – Wimbledon 2019 (foto Roberto Dell’Olivo)

SECONDO SET: RISKE PAREGGIA – Williams spinge a tutto braccio, Riske è ammirevole in contrattacco soprattutto di rovescio, l’urlaccio liberatorio di Serena quando tiene il servizio che la porta avanti 3-2 nel secondo set è un indicatore delle difficoltà che sta affrontando, Alison non molla veramente mai. Serena, costretta ai vantaggi nel settimo game (come detto, se riesce a farle fare il terzo passo laterale, Alison incassa diversi errori: poco da fare, il raggio d’azione della Williams di questa parte di carriera è quello che è), riesce a salire 4-3, nessuna palla break in questo parziale finora, stanno servendo bene. In questa fase, a tratti sembra quasi più autoritaria alla battuta Riske di Serena, un dettaglio che non si può rilevare così spesso. Come ricompensa per l’alto livello espresso, arriva la prima palla break per lei nel nono game, grazie a una bella combinazione di passanti, convertita poi di classe da una demi-volée diagonale. Super Alison, 5-4 e battuta. Senza la minima esitazione Riske chiude 6-4, un set pari. Williams sembra essere un po’ calata fisicamente ora, si era fatta fasciare la caviglia destra all’ultimo cambio campo.

TERZO SET: LA LEGGE DI SERENA – La mobilità di Serena, a tratti davvero inadeguata (se non avesse un fucile al posto del braccio non potrebbe stare a questi livelli, sinceramente, ma è una fuoriclasse dal punto di vista tecnico, non va mai dimenticato) le costa un altro break, in apertura di terzo set. Di rabbia (e approfittando di un doppio fallo di Alison) Williams contro-brekka e pareggia 1-1, per poi tenere a furia di legnate e salire 2-1.

Riske: “Quando l’ho brekkata a inizio terzo set, è successa una cosa interessante. Ho letteralmente percepito dal punto di vista fisico la sua intensità che aumentava, la palla era più pesante, non capivo da dove tirasse fuori quella energia. Spero vinca il titolo, è la migliore

Riske accusa il colpo, e cede ancora la battuta, con un altro doppio fallo, quest’ultimo davvero brutto, seconda lunga tre metri. Anche Serena, però, pare perdere lucidità, chiama un “challenge” senza senso su una palla in pieno sulla riga, e arriva il controbreak per Alison. 5 palle break su 5 convertite da Riske. Adesso siamo in lotta totale, il livello tecnico ne risente, stanno giocando sui nervi, e viste le qualità da “guerriera del terzo set” di Riske questa non è una buona notizia per Williams. Quasi ogni volta che viene spostata in allungo sul dritto Serena affonda il colpo sotto il nastro, di rovescio si salva più spesso grazie al richiamo dei polsi d’acciaio che ha, nel frattempo arriva il 3-3, si va punto a punto.

Tutti i vincenti di Williams vengono accompagnati dalle sue proverbiali urla da battaglia, il servizio la aiuta moltissimo (17 ace finora, sono tantissimi), 4-3 per lei. Un drittaccio diagonale vincente consegna a Serena due palle break, Alison si salva servendo bene, ne arriva un’altra, annullata da una coraggiosa seconda palla sulla riga, doppiata dal rovescio in attacco. Un’ingenuità a rete di Riske, che mette sulla racchetta dell’avversarie un passante comodo da distanza ravvicinata porta la quarta palla break, e qui il doppio fallo di Alison è imperdonabile (siamo a due doppi errori direttamente su palla break), 5-3 Wiliams. Al turno di servizio che può valere la vittoria, Serena è brava con gli angoli, va 40-15 e chiude con il 19esimo ace, centrale.

Applausi per il gran torneo di Alison, ammirazione per la semifinale conquistata da Williams (la numero 37, pareggiato il record di Steffi Graf), ci tiene davvero da morire, sennò non sarebbe qua ad azzuffarsi con avversarie che spesso hanno una decina di anni meno di lei. I numeri certificano un match di livello ottimo: Serena 49 vincenti e 27 errori, Alison 25-18. Adesso Serena attende la vincitrice tra Johanna Konta e Barbora Strycova. Al tanto agognato ‘ventiquattresimo’, che varrebbe l’aggancio a Court, mancano appena due vittorie.

Che soddisfazione, sono felice di esserne uscita. Lei gioca benissimo, io ho perso il servizio diverse volte, lei è stata così vicina a battermi. Sono esaltata, la semifinale a Wimbledon non è una cosa che capita spesso. Lei non aveva nulla da perdere, ma alla fine nemmeno io. Adesso “team Marina”, non vedo l’ora di giocare con Andy!“.

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