A Kitzbuhel un ottimo Sonego non basta, Thiem in finale

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A Kitzbuhel un ottimo Sonego non basta, Thiem in finale

Lorenzo Sonego a tratti gioca alla pari con Dominic Thiem ma alla fine cede in due set. L’austriaco va in finale contro Albert Ramos-Viñolas

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Lorenzo Sonego - Kitzbuhel 2019 (foto Felice Calabrò)
 

Si va di fretta a Kitzbuhel e il venerdì è giornata di semifinali perché il Canada non è come il paradiso, non può attendere. Si va di fretta solo nelle intenzioni, a dire il vero, dato che la pioggia si mette di traverso. Nessun problema per quanto riguarda la prima semifinale, quella meno nobile, che si è conclusa regolarmente appena uno dei due contendenti ha perso regolarità. Iniziata invece in ritardo e anche interrotta quella (molto più divertente) fra il numero 4 del mondo e il nostro rappresentante che…

SUPER SONEGO MA TROPPO THIEM –È un grande Lorenzo Sonego quello che impegna per due set godibilissimi Dominic Thiem, ma non basta: il n. 4 del mondo sfodera una prestazione quasi senza sbavature e nega all’azzurro la seconda finale dell’anno dopo quella vinta ad Antalya. Dopo le vittorie anche rocambolesche dei giorni scorsi, Sonego è stato in grado di alzare il livello scambiando alla pari con un Thiem in gran spolvero – come non lo si vedeva da Parigi – arrivando a un passo dal terzo set che, come i primi due parziali, sarebbe stato tutto da vedere.

Il livello è subito altissimo, Lorenzo non tira indietro il braccio, anzi, è lui che cerca di prendere per primo in mano il gioco anche in risposta e, se la sua aggressività deve talvolta arrendersi a qualche errore, l’interpretazione dell’incontro è corretta. Ci sono infatti due modi per mettere in difficoltà Thiem: la tattica di David Goffin, vale a dire “tienilo lontano e prima o poi sbaglia” oppure quella messa in atto ai quarti da Pablo Andujar che, pur uscendo sconfitto, lo ha obbligato con l’anticipo a giocare troppi rovesci senza dargli la possibilità di girare attorno alla palla, per poi precipitarsi a rete al primo colpo un po’ incisivo che provocava una difesa in slice o dietro al servizio. In entrambi i casi, è indispensabile non fargli guadagnare campo altrimenti la sua pressione diventa insostenibile; a volte, però, è lui stesso a restarsene vicino ai teloni e sbaglia completamente partita anche sulla superficie preferita e con avversari ampiamente alla portata, ma non sembra proprio il caso odierno.

Tra prime di servizio, dritti fulminanti e le indispensabili smorzate, il torinese resta ottimamente in corsa nonostante il rovescio fatichi a tenere questi ritmi. Contro il n. 4 del mondo nei suoi abiti migliori, basta davvero poco per perdere contatto e succede all’ottavo gioco: Lorenzo va subito sotto nel suo turno di battuta con un attacco di dritto troppo debole e uno scambio a rete, invero molto divertente, dove avrebbe potuto essere più concreto; Thiem non si fa pregare e brekka per poi incamerare il parziale 6-3 al gioco successivo.

 

Per nulla scoraggiato (e non ci aspettavamo certo altro) dall’aver giocato alla pari un set in cui ha vinto la metà dei giochi, il ventiquattrenne allenato da Gipo Arbino reagisce alla grande e sale subito 2-0, approfittando anche di due brutti dritti austriaci; non riesce però a consolidare il vantaggio e restituisce troppo velocemente la serenità che Dominic stava smarrendo. Nulla è compromesso per il nostro, i due continuano a esprimersi al meglio e il pubblico apprezza scambi tiratissimi e soluzioni di tocco. Lorenzo mette paura a Thiem all’ottavo game con il rovescio lungolinea, un colpo che potrebbe fare la differenza, ma l’altissima percentuale di prime di “Domi” chiude ogni spiraglio. La pioggia che ricomincia a cadere non rallenta la spinta di Sonego che prende la rete con intelligenza e determinazione assicurandosi il tie-break, presto raggiunto dall’avversario e dalla pioggia che manda i due negli spogliatoi per una ventina di minuti.

Al rientro, il gratuito di dritto di Thiem manda avanti Sonego che opta per il serve&volley, inizialmente con successo, ma la volée smorzata al nono punto che resta nella metà campo azzurra rimette in corsa l’austriaco che con il servizio arriva al match point. È decimo che Lorenzo affronta in questo torneo e il decimo che annulla, con un rovescio lungolinea in mezza volata sul pesantissimo drittone inside out sparato in risposta, rimandando però l’epilogo solo di un altro paio di punti, giocati perfettamente da Thiem che conquista la sua seconda finale a Kitzbuhel dopo quella del 2014 persa da Goffin. Al momento della stretta di mano, Lorenzo sorride e a ragione: un gran bel torneo, partite vinte con il cuore, una splendida semifinale a cui ha contribuito alla pari e il ritorno fra i primi 50 del mondo.

VAMOS RAMOS – Un Albert Ramos-Viñolas partito un po’ in sordina doma il classe 1998 Casper Ruud per ottenere la sua nona vittoria consecutiva, una striscia che gli ha portato il titolo a Gstaad. Il trentunenne spagnolo guadagna meritatamente la finale, anche se deve ringraziare un passaggio a vuoto dell’avversario che era in controllo del primo set. Dal canto suo, Ruud è sceso in campo con due scalpi di tutto rispetto, Carreño Busta al primo turno e Cuevas ai quarti, ma ha momentaneamente mancato il risultato che gli sarebbe valso l’esordio nella top 50, centrando comunque il best ranking.

Sotto una pioggerella insistente che resta poca cosa rispetto ai nuvoloni incombenti e alle tragiche previsioni meteo, l’arbitro annuncia “Ready? Play!”, ma il ventenne di Oslo è tutt’altro che pronto e regala il break in apertura a Ramos che, oltre al titolo svizzero, vanta anche la semifinale di Bastad. La forma strepitosa di questa coda sul rosso, tuttavia, sembra aver ceduto il passo alla stanchezza e il catalano perde subito quattro giochi consecutivi, inerme di fronte a un avversario che comanda gli scambi sventagliando dritti senza difficoltà alcuna e potendo contare su un servizio efficace. Come lo era stato nel primo gioco, Casper torna però a vestire i panni del fantasma in quello che dovrebbe essere l’ultimo del set, quando serve sul 5-3.

Non aspettava altro, Albert, che si sveglia definitivamente e, annullando un set point nel game successivo, vola a prendersi il primo parziale. Il match è finalmente in equilibrio e il punteggio segue l’ordine di battuta, anche se Casper rischia a causa di qualche errore di troppo con il dritto. È invece un rovescio timoroso su un colpo fortunato di Ramos che costringe Ruud ad affrontare la quarta palla break del set: è quella decisiva perché il norvegese lascia il campo aperto cercando il dritto pur di non rigiocare il suo fondamentale meno forte – anzi, davvero debole. Ramos-Viñolas non si lascia sfuggire l’occasione e chiude con il servizio centrando la seconda finale consecutiva.

Risultati:

A. Ramos-Vinolas b. C. Ruud 7-5 6-4
[1] D. Thiem b. [7] L. Sonego 6-3 7-6(6)

Il tabellone completo

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ATP ‘s-Hertogenbosch: wild card a Jannik Sinner

Il giocatore altoatesino inserisce un terzo torneo su erba nella sua programmazione. Sarà al via in Olanda la prossima settimana

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Jannik Sinner - Wimbledon 2022 (Twitter - @Wimbledon)
Jannik Sinner - Wimbledon 2022 (Twitter - @Wimbledon)

Jannik Sinner aggiunge un torneo al programma della sua stagione su erba. Il giocatore italiano ha infatti ottenuto una wild card dall’ATP 250 di ‘s-Hertogenbosch, torneo in Olanda al via la prossima settimana, come reso ufficiale dallo stesso Libema Open tramite i canali social. Jannik, che è stato eliminato al secondo turno del Roland Garros, eviterà quindi di stare fermo a lungo, inserendo un torneo che può essere utile sia in ottica Race che in ottica ranking (non ha punti da difendere nella stagione su erba). Nell’entry list del Libema Open sono iscritti altri due top ten: Daniil Medvedev e Felix Auger-Aliassime. Dopo la tappa in Olanda, salvo variazioni, Sinner sarà impegnato in Germania nell’ATP 500 di Halle e ovviamente a Wimbledon.

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L’anno del riscatto di Nico Jarry. Chi lo ferma ora?

Nel 2019 si era già affacciato tra i primi 40 giocatori del mondo. Poi la squalifica per doping e una lenta risalita fino alla svolta di quest’anno con il torneo di casa. Gli ottavi a Parigi (affronterà Ruud, battuto pochi giorni fa) non sono una sorpresa

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Nicolas Jarry - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Non sono pochi i nomi inattesi che hanno raggiunto gli ottavi di finale del tabellone maschile di questo strano Roland Garros 2023. Ofner è indubbiamente quello più sorprendente, seguito da Varillas, Etcheverry e in parte anche Nishioka, che comunque è accreditato della 27esima testa di serie. C’è poi Nico Jarry: unseeded sì, ma forse la sorpresa meno inaspettata di tutte. Si tratta infatti di uno dei giocatori più in forma del momento e, più in generale, di questa prima metà di stagione e siamo certi che i big abbiano tirato un bel sospiro di sollievo quando hanno visto il suo nome posizionato dal sorteggio ben lontano dal loro. Il cileno, però, pian piano si sta avvicinando a tutte le teste di serie più alte e, anzi, una l’ha già raggiunta: dopo aver superato Dellien, Paul e Giron, agli ottavi se la vedrà infatti con il numero 4 e finalista dello scorso anno Casper Ruud in un match dall’esito tutt’altro che scontato.

Nico viene infatti da sette vittorie consecutive e tra queste ce n’è una ottenuta proprio contro il norvegese. Nell’ultimo torneo prima di Parigi, a Ginevra, Jarry ha giocato un tennis di altissimo livello che gli ha permesso di battere per l’appunto Ruud ai quarti di finale (in tre set) e poi anche Zverev in semifinale e Dimitrov – un altro che sta attraversando un ottimo momento di forma – nell’atto conclusivo del 250 svizzero. Con questa cavalcata degna anche di un torneo di categoria superiore, Nicolas ha conquistato il secondo titolo della stagione: la stagione del suo riscatto. Nella prima classifica del 2023 Jarry era infatti in 152esima posizione, mentre ora è virtualmente tra i primi 30 del mondo.  

IL BEST RANKING NEL 2019 – Già qualche anno fa, nel 2019, il giocatore di Santiago aveva iniziato a respirare l’aria dell’alta classifica: risultati come i quarti a Barcellona, la finale a Ginevra e il successo a Bastad lo avevano portato al numero 38 del ranking. Alto quasi 2 metri e dotato di un servizio molto pesante, si stava costruendo la fama di specialista della terra ad alta quota, dove l’aria è più rarefatta e la palla va quindi più veloce. Tra i suoi primi risultati più importanti, nel 2018, ci sono infatti le semifinali a San Paolo e Kitzbuhel: oltre 700 metri sul livello del mare in entrambi i casi.

 

LA SQUALIFICA PER DOPING – Negli ultimi tre anni, però, di Jarry ci eravamo sostanzialmente dimenticati. Il cileno era infatti letteralmente scomparso dai radar, nel senso che dall’ottobre del 2020 al febbraio 2021 il suo nome non figurava più nel ranking. Mentre tutto il circuito era fermo causa pandemia, Nico scontava infatti una squalifica per doping ed era quindi l’unico a perdere punti in classifica. Il nipote d’arte (suo nonno materno è quel Jaime Fillol ex numero 14 del mondo e in campo anche nella finale di Davis del ’76 vinta dall’Italia di Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli), in realtà, aveva dimostrato la sua innocenza: gli integratori incriminati non erano vietati ma erano stati cross-contaminati alla fonte, cioè in fase di produzione in laboratorio. Nicolas ricevette comunque una squalifica di 11 mesi dall’ITF e decise di rinunciare al ricorso dal momento che, come detto, in quel periodo non si giocava alcun torneo.

LA RIPARTENZA – Ripartire da zero o quasi, però, non è stato affatto semplice: Jarry perse i primi tre match dopo lo stop, a novembre 2020, in un Challenger e in due Futures, cedendo anche a un diciottenne americano numero 980 del mondo. Solo a marzo della stagione successiva Nico ricominciò a ottenere qualche risultato. Lo fece sfruttando l’aria di casa a Santiago: prima onorò al massimo delle sue possibilità in quel momento la wild card concessagli nel torneo del circuito maggiore combattendo per quasi tre ore contro Tiafoe e poi tornò a vincere due partite di fila nel Challenger che si disputava sempre sui campi della sua città.

IL RITORNO AD ALTI LIVELLI – Da lì è iniziata una graduale risalita che ha avuto un’altra tappa fondamentale di nuovo a Santiago, pochi mesi fa. A dire il vero il 2023 di Jarry era già partito con il piede giusto: qualificazione al main draw dell’Australian Open e vittoria al primo turno su Kecmanovic e poi un ottimo percorso nel 500 di Rio de Janeiro interrotto solo da Alcaraz in semifinale (e per giunta dopo tre set). Nella città natìa, però, Nico ha dato la conferma di essere tornato quello del 2019, se non addirittura più forte. Dopo una serie di lotte su tre set ha infatti conquistato il titolo in assoluto più significativo per lui facendo impazzire i suoi connazionali e concittadini sugli spalti.

Nei tornei di Marrakech, Barcellona, Madrid e Roma ha poi attraversato un naturale calo fisiologico, ma a Ginevra il cileno ha ripreso il filo del discorso. Gli ottavi a Parigi, adesso, significano due cose: i geni di nonno Jaime, di cui Nico ha eguagliato il miglior risultato al Roland Garros, hanno funzionato bene e, soprattutto, non si può più dire che Jarry sia solo un giocatore da tornei in altura.

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Roland Garros: Rune non fa regali, vittoria in tre set su Olivieri. Ruud in quattro con Zhang

Dopo aver saltato il secondo turno il danese riprende ritmo superando senza problemi il qualificato argentino. Al prossimo turno test importante contro Cerundolo o Fritz

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Holger Rune - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

[6] H. Rune b. [Q] G. A. Olivieri  6-4 6-1 6-3

Dopo tre giorni di riposo dovuti al forfait di Monfils, è ripreso con una vittoria agevole il cammino di Holger Rune al Roland Garros. Come da pronostico, il danese non ha rischiato nulla contro il qualificato argentino Olivieri che ha comunque onorato il match dall’inizio alla fine riuscendo anche a strappare il servizio al numero 6 del mondo in ben tre occasioni. Ciononostante, comunque, Holger è sempre stato in controllo del match e ha dato l’impressione di essere in grado di vincere tutti i punti che non aveva intenzione di lasciare per strada. In alcune fasi del match, infatti, come nella parte centrale del primo set o in quella conclusiva del secondo, Olivieri non ha potuto veramente nulla, in balia delle risposte aggressive dell’avversario e costretto a rincorrere da un lato all’altro del campo i dritti in manovra del danese.

 

E’ stata quindi una partita utile per riprendere ritmo per Rune che sarà chiamato al primo vero test probante di questo Slam al prossimo turno contro Fritz (con cui ha perso quest’anno a Miami) o Cerundolo in quello che sarà il suo terzo ottavo di finale in un major.

Primo set – Falsa partenza e chiusura ritardata ma Rune è comunque in controllo

L’impatto dello Chatrier su Olivieri è tutt’altro che negativo: il numero 231 del mondo entra in partita con tanto coraggio e anche un pizzico di sana incoscienza. Così, dopo aver tenuto il servizio si guadagna subito una palla break spolverando la riga con un dritto lungolinea che merita tutti gli applausi del pubblico – a dire la verità ancora non numerosissimo. L’argentino, poi, risponde molto bene con il rovescio e capitalizza quindi questo ottimo avvio. La reazione di Rune, però, non si fa attendere, complici anche un paio di errori di Olivieri in uscita dal servizio (su risposte comunque molto profonde del danese). Alla terza chance, il numero 6 del mondo ottiene il controbreak: da questo momento Holger inizia a colpire la palla nel modo a cui ci ha abituato e infatti segue un parziale di 16 punti a 4 conditi da due altri break che lo portano sul 5-2. Al servizio per archiviare il primo set il 20enne danese si rilassa un po’ e regala qualcosa sia da fondocampo che nei pressi della rete. Il calo di attenzione è però circoscritto e Rune si aggiudica il parziale nel successivo turno di battuta senza rischiare nulla.

Secondo set – Olivieri continua a combattere ma Rune è famelico

Le prime occasioni di break arrivano nel terzo game. Dopo un dritto sbagliato dall’argentino, sul secondo punto Rune difende tutto il possibile e anche di più e alla fine scavalca Olivieri con un lob di rovescio chirurgico che sembra un duro colpo al morale del giocatore proveniente dalle qualificazioni: l’errore in back nel punto successivo pare una conferma, ma poi arrivano tre servizi vincenti di fila. Il pericolo non è però ancora scampato definitivamente perché il danese continua a picchiare di dritto in risposta e, sebbene l’argentino in qualche modo riesca a reggere il ritmo, alla fine gli scambi prolungati sono tutti appannaggio del numero 6 del mondo che si porta così in vantaggio.

Olivieri, comunque, è un gran lottatore e ne dà ulteriore prova andandosi a guadagnare una palla break nel game di risposta seguente: il servizio in kick di Holger, però, attecchisce perfettamente sul rovescio del numero 231 del mondo. Nel frattempo, Rune continua ad alzare il livello del suo gioco e nel quarto game brekka ancora sfoggiando tutta la qualità della risposta di rovescio anticipata e manovrando con il dritto. La situazione di punteggio tranquilla (4-1 e servizio) fa riaffiorare qualche piccola disattenzione nel danese che però ha la capacità di riconcentrarsi al massimo quando è costretto a fronteggiare una nuova palla break e ai vantaggi. Avanti 5-1, Holger non ha intenzione di ripetere quanto successo nel primo parziale ed è impressionante nella decisione con cui gioca i quattro punti che gli valgono break e set: due smorzate con il contagiri e altrettante risposte pesanti come macigni sono la testimonianza dei due lati, entrambi ben sviluppati, del tennis di Rune.

Terzo set – Rune non perde tempo e chiude senza superare le due ore

Dopo i tentativi non andati a buon fine nel secondo set, Olivieri si prende il break in apertura di terzo approfittando di un doppio fallo del danese e spingendo bene con il dritto. Il vantaggio, però, dura molto poco: quando Holger colpisce dal centro del campo non ce n’è e a questo si aggiungono le difficoltà dell’argentino nel chiudere i punti a rete. I tempi sembrano maturi anche per un ulteriore break da parte di Rune, in totale controllo del match come dimostra la ricerca di soluzioni fuori dagli schemi. Nel sesto game ci si mette anche un po’ di sfortuna a complicare la vita di Olivieri a cui scappano un paio di colpi davvero per pochi centimetri: ecco che arriva quindi il break che dà il vantaggio al danese anche in questo parziale. La palla di Holger viaggia a velocità insostenibili e con la stessa rapidità il numero 6 del mondo si avvicina al traguardo finale. Sul 5-2 Olivieri riesce però ad annullare i primi tre match point a disposizione di Rune. È però una questione di veramente pochi minuti in più in campo per il 20enne danese che chiude agevolmente sul 6-3 con uno smash a rimbalzo poco prima dello scoccare delle due ore di gioco. Finiscono così le due settimane più belle della carriera dell’argentino che prima di questo Roland Garros non si era mai qualificato per un main draw Slam.

[4] C. Ruud b. Z. Zhang 4-6 6-4 6-1 6-4 (Cipriano Colonna)

Nel primo incontro del Day 7 sul Suzanne Lenglen Casper Ruud si sbarazza in rimonta, dopo aver perso primo set, per 4-6 6-4 6-1 6-4 in quasi 3 ore di partita del n. 2 cinese Zhizhen Zhang. In ottavi di finale, il norvegese attende il vincente della sfida tra il cileno Nicolas Jarry e il californiano Marcos Giron.

Primo Set: Zhang sale 4-2, poi si fa riagganciare prima di suggellare definitivamente il parziale

Pronti via e Zhang centra il break a freddo, a 30, con un Casper Ruud ancora mentalmente negli spogliatoi. Il giocatore cinese conferma con autorità e sale 2-0, il n. 4 del mondo al contrario continua ad apparire solamente l’ombra di se stesso ed oltre a non essere in grado di rendersi pericoloso nei turni di risposta, nel quinto gioco rischi di crollare definitivamente concedendo una doppia chance di 4-1 e servizio al n. 71 ATP. Il fantasmino di Oslo, in qualche modo, dando fondo all’esasperazione dei suoi punti di forza – servizio e dritto – riesce a cavarsi d’impiccio e a rimanere in scia. Avere quasi del tutto compromesso il parziale, con un ruzzolone che sarebbe stato irrecuperabile, risveglia l’animo da Top 5 del due volte finalista Slam che difatti si procura improvvisamente una palla break sul 3-2 per riportare in equilibrio il punteggio. Zhizhen, tuttavia, non ci sta: reagisce prontamente al primo vero momento di difficoltà della sua partita e frantuma l’occasione norvegese per poi allungare sul 4-2.

Ora però le dinamiche emotive e tecniche della sfida hanno decisamente modificato vento d’influenza, e a riprova di ciò l’ex n. 2 del ranking alla seconda possibilità complessiva trova il contro-break nell’ottavo game (4-4). Ciononostante il 24enne della Norvegia getta subito alle ortiche lo sforzo profuso per rimettersi in carreggiata, giocando un round in battuta pessimo, infarcito di gratuiti e che lo vede soccombere ai vantaggi ed al terzo break point elargito dopo 12 punti disputati nel game in questione, che garantisce così al 26enne di Shanghai l’opportunità di servire per incamerare il parziale inaugurale: detto, fatto. Anche se con qualche brivido, al tennista asiatico infatti serve un’altra dozzina di punti – come il gioco antecedente -, un paio di set ball ma soprattutto si è trovato a dover annullare due palle per il 5-5 – sarebbe stato il secondo contro-break nel set per Ruud – che avrebbero ulteriormente prolungato la frazione. Ma non è stato così, l’esito della prima partita recita 6-4 in 54 minuti in favore di Zhang.

Un set in apertura delle danze che ha visto entrambi abbastanza prolifici con il servizio, nonostante comunque sono andati in scena tre break su 10 giochi complessivi, in particolar modo considerando la pesantezza dei campi che sta offrendo quest’edizione dell’Open di Francia abbinata a palline che si gonfiano rapidamente come gatti arrotolati rendendo improbo estrarre dalla racchetta un vincente. 2 aces per il cinese, 1 per Casper che ha commesso però anche un doppio fallo; 64% di prime in campo per il vincitore del parziale a fronte del 59% di Ruud; 61% (14/23) di trasformazione contro addirittura il 67% (16/24) della tds n. 4, il quale però alla fine della fiera nell’economia del set – visto il break in più subito – ha pagato l’insufficiente 35% (6/17) di realizzazione con la seconda palla a dispetto dell’ottimo 62% (8/13) del rivale, che invece da par suo è stato anche più cinico nello sfruttare le palle break. 80% (4/5) per Zhang, 67% (4/6) per Ruud.

Infine chiudiamo il capitolo statistico evidenziando come il bilancio tra vincenti ed unforced dei due protagonisti sia paritetico: +2, (14/12) per il cinese, (12/10) per il finalista in carica.

Secondo Set: Ruud parte di nuovo sottotono, rischia di crollare in modo imperituro ma un colpo di coda gli garantisce la frazione

Casperino approccia nuovamente male, anche ad inizio seconda frazione, offrendo uno 0-40 nel terzo game che sa di resa anticipata. A questo punto, con le spalle al muro e dinanzi all’ultima sporgenza prima del dirupo, tira fuori l’orgoglio del campione risalendo la china un quindici alla volta. Come nei più classici copioni d’antan, non concretizzata la tripla possibilità che avrebbe potuto porre la pietra tombale pure sul secondo set mandando avanti beatamente Zhang sul 2-0, e ad un singolo parziale dagli ottavi, il nativo della Metropoli in cui si disputa uno dei nove Masters 1000 dell’anno – e che purtroppo a causa della Pandemia non ha preso vita nelle ultime tre stagioni – ha subito il più prevedibile dei break di “riflesso” (3-1 Ruud). Il 24enne di Oslo, tuttavia, stenta a trovare continuità prestazionale, è del tutto irriconoscibile e concede gentilmente il contro-break per il 3-2 e servizio Zhizhen.

Dopodiché, i fondamentali d’inizio gioco si stabilizzano quantomeno per un frangente di gara e danno vita ad un filotto quattro games in cui non si vede neanche l’ombra di una palla break. Sul 5-4, però, un colpo di coda di Ruud nel turno di risposta va a segno attraverso un isperato strappo che gli permette di incassare un identico 6-4 in 36 minuti, che con il senno di poi cambierà i rapporti di forza dell’intero scontro.

Terzo Set: Ruud ritrovata la fiducia perduta domina e va a condurre

Sulle ali dell’entusiasmo del set appena vinto all’ultima curva e sul filo del rasoio, il secondo classificato allo US Open 2022 domina in lungo e largo la terza partita finalmente dimostrando le categorie di differenza che dividono i due atleti specialmente sulla terra rossa: primo break a marca norvegese che giunge sul 2-1, poi doppio break che matura sul 4-1 e agevole chiusura del parziale per Casper con lo score di 6-1 in 29 minuti.

Quarto Set: non c’è più partita, l’inerzia è cambiata incontrovertibilmente. Ruud chiude i giochi con un altro 6-4

Il quarto atto di questo entusiasmante confronto vede i due giocatori ancora più performanti in battuta rispetto al terzo set, servizi inossidabili per un quartetto di giochi in fila, fino a quando sul 2-2 il finalista di Miami 2022 rompe gli indugi breakkando e prendendo il comando delle operazioni.

Nel settimo game Zhang rischia seriamente di ammainare la vela della speranza, ma ne esce immacolato miracolosamente. Tuttavia, l’attuale versione di Casper non è più quella di inizio gara in cui concedeva cadeaux a profusione, al servizio è semplicemente perfetto: qualche minuto dopo, infatti, mette in cascina la qualificazione in ottavi con il 6-4 finale – il terzo sui quattro set del match – dopo 2h38′ di gioco.

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