Una finestra sul mondo Williams. Serena: "Venus ha indicato la strada da seguire"

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Una finestra sul mondo Williams. Serena: “Venus ha indicato la strada da seguire”

Esclusiva del New York Times sulle sorelle Williams. Dai sacrifici di papà Richard al rapporto tra le due. Quando Venus disse a Serena: “Mi sento come se non avessi vinto”. L’incredibile longevità e la visione a lungo termine

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Serena e Venus Williams - Indian Wells 2018 (foto via Twitter, @BNPPARIBASOPEN)
 

Una lunga intervista-reportage di Elizabeth Weil sulle sorelle Williams pubblicata dal New York Times è stata un’ottima fonte di aneddoti e nuovi punti di vista sulla vita e la carriera delle sorelle Williams. Partendo dai sacrifici del padre Richard, nato in Louisiana da una famiglia poverissima, che decise di imparare a giocare a tennis per rendere le sue figlie (non ancora nate!) delle campionesse. Papà Williams decise infatti di far trasferire Serena e Venus da Long Beach a Compton, così da farle allenare in un ambiente ostile in modo che si abituassero a giocare di fronte a un pubblico di bianchi. Quell’ambiente ostile spesso ricorrente ed emblematico della carriera delle due fuoriclasse. Proprio come quello di Indian Wells.

Quando nel 2001 le due avrebbero dovuto disputare, una contro l’altra, la semifinale del torneo californiano, Venus fu costretta a ritirarsi prima della partita a causa di una tendinite. Il pubblico impazzì, piovvero insulti su Richard Williams, reo secondo la folla di aver deciso a tavolino il risultato del match “perché era il torneo di Serena”. “Negro di merda”, “ti scuoiamo vivo”, furono alcuni degli epiteti più gentili rivolti a Richard, mentre Serena venne pesantemente fischiata nella finale, vinta. La conseguenza è nota: le due sorelle non giocheranno più a Indian Wells fino al 2015, quando Serena, dopo aver letto Nelson Mandela, decise di “perdonare il torneo”, e venne accolta in trionfo.

Le questioni politiche sono state predominanti nella carriera delle sorelle Williams, Venus fu infatti una delle prime top player a battersi per la parità di prize money tra uomini e donne a Wimbledon 2005, torneo da lei vinto. La stessa Venus rimarca spesso come sia Serena la più competitiva tra le due, e racconta il dolore che le ha generato giocare l’una contro l’altra. Come quando nel 2001 vinse Wimbledon e a rete disse alla sorella: “Ti voglio bene. Mi sento malissimo. Mi sento come se non avessi vinto”.

Serena da giovane ha invece sempre visto Venus come un modello da imitare, fino a quando verso i 18 anni ha deciso “che lei era Serena, non Venus”. La più anziana delle sorelle Williams fu la prima afro-americana ad adottare un approccio da “predestinata” verso il tennis, tracciando la strada per tutte quelle che sarebbero venute dopo come Osaka, Keys, Gauff. “Venus ha fatto sentire a tutte le donne, specie afro-americane, che c’è una strada anche per loro verso la vetta del tennis mondiale”. L’articolo si concentra anche sulle scelte di business post-carriera di Venus, alle prese con il suo marchio di streetwear EleVen e quello di hotel e housing V-Starr, a testimonianza ulteriore della visione a lungo termine che il papà Richard è riuscito a trasmettere alle figlie.

Entrambe sono testimonianza di una longevità incredibile: Venus a 39 anni è ancora nella top 60 e Serena a 37 è numero 8 del mondo, e finalista uscente a Wimbledon. Hanno dovuto superare problemi fisici: Venus la sindrome di Sjogren scoperta nel 2011, malattia autoimmune che la priva di energie, e Serena una complicata (a lieto fine) gravidanza. Ma seguendo la lezione del padre, Venus e Serena sono ancora lì, sin da quando sono piccole non si sono curate del giudizio altrui, ma solo di quello della propria famiglia. Sarà la strada giusta per vivere in un mondo del genere? A giudicare dai risultati, a loro sta bene così.

Giorgio Di Maio

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